CAP. 1 - Sfida lanciata

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‘Dannazione, sono in ritardo’ pensai, correndo come una pazza per tutta la città ‘non posso perdermi Junior World Championship!”. (Iniziamo proprio bene😂)

Ero in una città in Russia, quindi non la conoscevo per niente e non potevo nemmeno chiedere ai passanti perché non avevo tempo.

Dopo 10 minuti buoni di imprecazioni e di corsa, riuscii finalmente ad arrivare dove volevo. Mi ritrovai davanti ad un imponente struttura.

Mi diressi alla porta principale.

“Ehi, bambina” mi chiamò un uomo imponente, posizionato davanti alla porta “se vuoi entrare devi avere un pass o il biglietto”.

“Bambina?! Guarda che ho 12 anni!” risposi irritata, colpita nell’orgoglio “e poi sono una pattinatrice, mi devo esibire tra poco!”

“Si, si” disse svogliato “allora? Hai un pass o un biglietto?”.

Feci una faccia offesa ed iniziai a cercare freneticamente nella borsa, non riuscivo a trovare quel dannato pass.

‘Oddio, non mi dire che l'ho dimenticato?! Quanto posso essere sbadata?!’ pensai, disperata ‘e ora che faccio...devo assolutamente gareggiare, non posso sprecare questa occasione’.

“Lei è con me” disse qualcuno che conoscevo fin troppo bene “la faccia entrare, deve gareggiare”.

Alzai lo sguardo dalla borsa “Fratellone!” esclamai appena lo vidi.

L’omone si spostò “Sbrigati, sei in ritardo” mi rimproverò irritato mio fratello.

“Lo so, lo so, scusa!” dissi. Iniziammo a correre verso il backstage. (credo si possa dire backstage anche per il pattinaggio...boh non so😅)

“Perché sei così in ritardo?” continuò lui, mentre stavamo correndo come dei forsennati “ti avevo detto che sarei venuto qui prima e che saresti dovuta venire da sola, perché combini sempre disastri se sei da sola?”.

“E-ecco, il motivo è che…” dissi a disagio, mentre mi tiravo giù il cappuccio della felpa “è che ho fatto un casino con la tinta...”.

“Tint-” provò a chiedermi “CHE CAZZO HAI FATTO AI CAPELLI?!”.

“Beh, era la mia prima grande gara dopo tanto tempo...” iniziai a dire “volevo apparire bella, così ho pensato di tingermi di biondo, ma è venuto male”.

‘In effetti è un giallo-verde’ pensai, mentre entriamo finalmente nel backstage ‘fa proprio schifo’.

Appena mi sedetti due ragazze mi assaltarono e iniziarono a truccarmi e tirarmi i capelli.

“Ci vorrà un miracolo per non far notare i tuoi capelli” mi disse mio fratello “ma come fanno a venirti in mente certe idee...sei proprio impossibile, sorellina”

Io risi imbarazzata, intanto lui si sistemava la cravatta e la giacca, stropicciatisi per la corsa.

“Comunque” continuò, con tono serio “tu sei la prima delle ragazze, verrai dopo un ragazzo chiamato Yuri Plisetsky”.

“Yuri Plisetsky, chiaro” risposi “mmmh...è russo? É un cognome russo, vero?”

“Non so, credo di si” disse, poco interessato “comunque, farai il programma che ti ho insegnato senza alcuna modifica” disse poi, specificando l'ultima parte.

“Ma daaaaaaaa!i” protestai “voglio farlo con le modifiche che ho apportato”.

“No” rispose freddo lui “non puoi azzardare così ad una gara come questa, ne andrebbe della tua carriera”.

Tigre bianca [Yuri Plisetsky x reader] {SOSPESA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora