Glass

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Cassandra’s POV

Era passata un’ora da quando l’uomo mi aveva schiaffeggiata ed era andato in cucina. In quell’ora l’uomo continuava ancora a gettare vetri e vari oggetti per terra, ne rimasimo sconvolti, e così io continuai a tenere Ben stretto tra le mie braccia.

Guardavo verso il camino, mi girai per guardare l’orologio ’11: 46 om’. Proprio in quel momento sentii l’uomo che tornava in salotto. Le mie mani iniziarono subito a sudare e tremare, fanno sempre così quando sono nervosa. Guardai Ben e lo tirai più vicino a me.

“alzati” disse seccato.

Mi alzai all’istante e mi diressi verso le scale.

“oh, la cucina è un disastro…andrebbe ripulita” mi lasciai sfuggire un gemito e continuai a camminare su per le scale.

Una volta nella hall mi diressi verso la prima porta e la aprii e posizionai Ben sul suo letto. Tirai il piumone su sul suo petto e gli baciai la fronte per poi tornare a scendere le scale. Anche se Ben mi fa spesso saltare i nervi, io lo amo comunque.

Una volta tornata in salotto vidi l’uomo seduto sul divano mentre faceva non so che cosa con il suo cellulare. Non avevo certo il coraggio di avvicinarmi all’uomo…ma ne avevo abbastanza da parlargli

“qual è il tuo nome e perché sei qui?” sbottai

Lui alza lo sguardo dal suo cellulare

“non sono affari tuoi” disse…abbiamo mr.non sono affari tuoi

“beh, al meno dimmi il tuo nome” chiedi sperando di ottenere una risposta

“Harry” rispose con la sua voce profonda. “ora vai a pulire la cucina” sorrise guardandomi

“no” mi venne spontaneo rispondere, lui mi guardò di nuovo con aria scocciata

“cosa?” ringhia alzandosi

Feci un passo indietro. La sua altezza mi sovrastava, lo guardai dritto negli ochi e ripetei con  coraggio

“no” la cosa che accadde in seguito mi shoccò.

Mi diede un altro schiaffo, sta volta talmente forte da farmi letteralmente cadere a terra. Sentii le lacrime che ancora una volta stavano per venir fuori, cercai di tenerle in dentro, non volevo mostrarmi debole, ma non riuscii proprio a trattenermi. Si abbassò al mio livello e mi disse

“ ‘no’ non dovrai mai dirlo in risposta a me” e con questo si alzò e se ne andò non so dove.

Passai un paio di minuti in quella stessa posizione per lasciar scendere le mie lacrime non sapendo cosa stava per succedere a me e a mio fratello, mi spaventai a morte.

Una volta riuscita a contenere le mie lacrime sentii qualcosa cadere e mi alzai in fretta per andare in cucina per trovare vetri sparsi ovunque. Mi avvicinai alla porta del seminterrato, dove la scopa era poggiata contro l’angolo vicino alla porta. Afferrai la scopa e iniziai a spazzare i piccoli pezzi di vetro. Iniziai a pensare a quando Harry mi disse il suo nome, semplicemente inadatto a uno come lui. Insomma, con un nome così una persona immagina un uomo più vecchio di lui e più saggio, cosa che Harry non è, ma ‘Harry’…semplicemente non è adatto. Continuai a spazzare lasciando che i pensieri sul nome di Harry mi prendessero così che non pensassi a quando mi ha colpita.

*

Finii di spazzare il pavimento. Mentre scendo per posare la scopa sento qualcosa che mi punge il piede, lanciai un grido sofferente e mi sedetti sulle piastrelle del pavimento. Sentii qualcuno che correva giù dalle scale ed ero abbastanza sicura si trattase di Harry che veniva a fare jogging in cucina, ma sembrava preoccupato. Non lo guardai, ero sicura che lui non si curasse di me, così diressi lo sguardo verso il mio piede sanguinante. Lo sentii avvicinarsi. A un tratto sentii due braccia fredde e forti che mi avvolgevano la schiena e mi prendevano da sotto le ginocchia.

Harry corse su per le scale verso il bagno.

“mettimi giù” dissi cercando di allontanarmi

“zitta” disse lui continuando a salire le scale.

Una volta in bagno mise un bancone e chiuse la porta con il piede.

“come diavolo hai fatto?” chiese guardando il mio piede sanguinante

“probabilmente sono passata su un pezzo di vetro rotto” dissi infastidita e allontanandomi da lui

“se non avesse rotto tutti i piat-“ mi fermai

“e così ora è colpa mia?” urla lui

“sì, è colpa tua!” urlai io a mia volta, anche adesso il mio temperamento ha avuto la meglio su di me.

“sai una cosa? S-stai zitta!” urla lui afferrandomi per il piede…che dolore.

Harry scavò con la sua mano nella tasca finchè non trovò quello di cui aveva bisogno. Una volta che tirò fuori l’oggetto il mio cuore si fermò, aveva un coltello nero in tasca…

Psycho Sitter (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora