Capitolo 06

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Una dolce pioggia


Ero quasi a metà strada quando mi suonò il cellulare. Era Charlie.

Mi aveva mandato un messaggio per avvisarmi che era già quasi arrivato da Joel; gli risposi velocemente:

"Sto arrivando. Cinque minuti e sono lì" e lo inviai il più in fretta possibile, accelerando il passo.

La pioggia stava cadendo a catinelle, era fastidiosa ma almeno non stava diluviando!

Per la serata, io e Charlie pensavano di andare a fare un giro ma, a causa del tempo, alla fine avevamo optato per rimanere al locale tutta la sera.

Ci sarebbe stata la serata karaoke ed entrambi ci divertivamo un sacco a ridere ed ascoltare le performance dei ragazzi presenti al bar che si sforzavano di cantare le loro canzoni preferite.

Speravo solo di poter stare tranquillo e che una certa pettegola bionda non si fosse fatta vedere da quelle parti, anche se non potevo sperarci più di tanto: quella sera sarebbero stati presenti in quel locale, di medie dimensioni, almeno la metà dei ragazzi giovani che vivevano nel quartiere di Harlem.

Non appena arrivai davanti all'ingresso del locale di Joel, buttai un occhio al suo interno per controllare la situazione dato che Charlie non era ancora arrivato.

Forse sono uscito troppo presto.

Eravamo fortunati, il nostro tavolo era ancora libero e, conoscendo il proprietario, ce l'avrebbe riservato a costo di rinunciare a dei clienti.

Chiusi l'ombrello e lo posai in uno dei portaombrelli messi a disposizione. Cercai di metterlo di modo che lo avessi trovato subito, senza metterlo troppo in vista. Ci tenevo a non inzupparmi fino alle ossa mentre tornavo a casa!

Rimasi sotto la tettoia in attesa di Charlie.

Nonostante fosse solo autunno, la sera la temperatura si abbassava abbastanza da costringermi a rannicchiarmi il più possibile per non sentire l'aria fredda passare attraverso il mio giubbetto di eco pelle nero.

Dopo appena cinque minuti, scorsi la figura di Charlie correre verso di me, sotto il suo ombrello.

"Eccomi! Scusa il ritardo. Questa pioggerellina è terribile!" esclamò lui, mentre posava il suo ombrellino e cercava di finire la sua sigaretta.

Gli sarebbero bastate appena tre note per finirla, ma conoscevo Charlie: ci avrebbe messo troppo per terminarla ed io, quella sera, stavo patendo il freddo e non volevo restare fuori ancora per molto, quindi decisi di sfilargli la sigaretta dalla bocca. Aspirai per tre volte di fila e soffiai via il fumo in una volta sola per poi schiacciarla a terra per spegnarla.

"Sei preoccupato per qualcosa o è solo il freddo che ti ha fatto reagire così?" mi chiese osservandomi mentre entravamo nel locale per dirigerci al nostro solito tavolo.

"Un po' entrambi" risposi mentre prendemmo posto.

Una cameriera arrivò subito a portarci il menù ma noi non ci preoccupammo nemmeno di guardarlo.

"Non ho voglia della solita birra" dissi, all'improvviso, fissando Charlie.

"Margarita?" propose lui, sorridendomi di scherno. Sapeva che odiavo quel cocktail semplicemente perchè era il preferito di Samantha. Lo prendeva quasi sempre.

"No preferisco qualcosa di più forte: un Black Russian andrà bene" ribattei.

Non appena tornò la ragazza che ci aveva portato i menù, ordinammo i nostri cocktail e, una volta andata via, la seguì con lo sguardo.

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