Giornate tempestose

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-Perché Deku ha smesso di parlarmi? Ho fatto qualcosa di sbagliato..?-

Disse a bassa voce la castana, qualche giorno dopo la giornata di pioggia, prendendo da parte la propria migliore amica in privato dal resto della classe e mostrando un grande imbarazzo nei suoi atteggiamenti.
Tsuyu le accarezzò dolcemente la testa coccolandole il capo con la propria mano, mentre continuava a sorriderle in modo rincuorevole, quasi come farebbe una madre per la propria figlia.

-Ochako..Non credi che sarebbe meglio parlargli direttamente se noti tutto questo distacco fra te e lui? Magari é solo una tua impressione, kero~-

Uraraka scosse il capo, iniziando a fissare con lo sguardo il pavimento della stanza in cui si trovavano le due ragazze.

-Non posso avvicinarmi a lui..! Mi aveva detto di dargli del tempo, ho paura di essere invadente nei suoi confronti..Cosa dovrei fare?-

Domandò la ragazza dal dolce viso ovale ed arrossato, mentre lasciava trasparire nelle sue parole una voce confusa e tremante, come se avesse avuto per qualche strana ragione la gola secca.

-Saresti davvero l'ultima persona in assoluto che Midoriya potrebbe considerare invadente, inoltre lui é un ragazzo molto timido; sono sicura che in fondo ti considera una persona speciale, se ricordo bene sei stata la prima ragazza ad averlo conosciuto all'inizio dell'anno, giusto? ..Ochako?-

All'improvviso la castana scoppiò in lacrime, Ochako cercò di avvicinarsi a Tsuyu prendendo la mano della ranocchia che le stava accarezzando la testa, per poi intrappolarla con delicatezza fra le proprie di mani.

-Sigh..Tsuyu, sei davvero troppo gentile con me, mentre io non ho mai fatto nulla per te...Ogni volta che ho bisogno di aiuto tu ci sei, davvero ti ringrazio di cuore; grazie di essere mia amica.-

Per un momento la ranocchia rimase quasi basita dal comportamento dell'amica, ma subito il suo sguardo di stupore si sciolse in un tenero sorriso  che fu accompagnato da un piccolo gracido di sussulto.

-Non piangere kero.. Cosí mi fai sentire triste, se sei felice invece lo sono anch'io; e cosí lo sará Midoriya.-

Rincuorata dalle dolci parole della rana, Uraraka decide a fine giornata di parlare una volta per tutte con Midoriya, con la scusa di essersi dimenticata l'ombrello e quindi con la speranza di poter venire scortata almeno fino alla stazione per aspettare il treno che l'avrebbe riportata a casa, dato che in quel periodo pioveva spesso ed inaspettatamente; era la prima volta che Ochako fosse contenta che piovesse, tutto l'opposto di Tsuyu insomma.

-E-Ehi Deku, come stai? É un problema se torniamo a casa assieme? B-Be' ho dimenticato l'ombrello..Quindi..S-sempre se a te sta bene, chiaramente!-

Esclamò la castana sbucando alle spalle di Midoriya, il quale era intento ad aprire l'ombrello; il ragazzo riconoscendo l'amica, sussultò per poi girarsi verso di lei con fare impacciato e timido.

-Ah Uraraka sei tu.. Sí, stavo giusto per  andarmene; solo che mi sono accorto che il mio ombrello ha un buco.-

Il ragazzo passa alla propria compagna l'ombrello aperto, indicandogli la fessura che vi si poteva chiaramente notare in alto.

-Non é molto grande, però penso che per due persone non ci sia piú abbastanza spazio e non vorrei farti tornare a casa tutta zuppa per colpa del mio ombrello.-

Conclude Izuku sorridendole con fare gentile e leggermente imbarazzato, mentre si portava una mano dietro la nuca per alleviare la tensione di quel momento.
Uraraka inizialmente annuisce con un'espressione rassegnata, ma subito dopo si rende conto che se Izuku le avesse dato il suo ombrello, lui stesso ne sarebbe rimasto privo; e non sarebbe stato per nulla giusto nei suoi confronti, quindi tende l'ombrello anche verso di lui, come per invitarlo ad avvicinarsi in modo che potesse evitare la pioggia.

-Deku, non posso accettare e lo sai benissimo; non voglio che poi tu ti ammalassi per colpa mia, dopotutto sono io quella che si é scordata il proprio ombrello!-

Notando l'insistenza della castana, per non farla sentire in dovere, Midoriya decide di congedarsi senza troppi giri di parole, credendo fosse la cosa migliore da fare.

-Andrò a vedere se in classe posso trovare un'ombrello in piú, magari trovo qualcosa negli armadietti degli oggetti smarriti da poter prendere in prestito, davvero non preoccuparti.-

Il ragazzo con le lentiggini si era giá girato di spalle, pronto per rientrare all'interno dell'edificio scolastico, ma Ochako lo trattenne per una manica della giacca, posando solo qualcuna delle sue dita, ovviamente per evitare di sollevarlo in aria senza volerlo; odiava usare il proprio quirk sulle persone contro la propria volontá, sarebbe stata una mancanza di rispetto.

"Non lasciarmi da sola."

Sarebbe stato quello che in realtá gli avrebbe voluto dire, invece Uraraka si limitò a sorridergli con fare impacciato e timido; lasciandogli lentamente la stoffa dell'indumento scolastico.

-Grazie..Grazie ancora per l'ombrello, lo apprezzo molto..-

Izuku si girò nuovamente, tuttavia questa volta il suo sorriso si tramutò in un'espressione paonazza; e in meno di un secondo si dette alla fuga coprendosi con una mano la propria bocca.
D'altra parte, anche Uraraka era bollente in viso, aveva le guance di un colore ancor piú vivace del solito; era felice perché ancora in un'ennesima occasione Izuku gli aveva dimostrato di tenerci a lei, alla sua salute, sebbene ciò non sarebbe stato ancora sufficiente per capire se per Midoriya lei fosse anche qualcosa di piú o semplicemente una persona come tutte le altre.

-Voglio diventare una persona speciale per te, Deku..-

Disse la ragazza col caschetto, stringendo i denti silenziosamente mentre teneva saldamente il bastone dell'ombrello con precisione per evitare di far entrare dell'acqua dal buco; finché il rumore di un lampo non la fece rabbrividire, per fortuna era arrivata sana e salva fino alla stazione appena in tempo prima che iniziasse il vero e proprio temporale.

-Deku..-

Sussurrò tra sé e sé Ochako, prima di rivolgere un ultimo pensiero a Izuku; capendo di avergli causato solamente dei problemi.
Intanto Izuku, che era rientrato in classe, stava continuando a frugare dappertutto pur di trovare anche un vecchio e malridotto ombrellino da quattro soldi, pur di potersene ritornare finalmente a casa; solo in quel momento si accorse che aveva iniziato a tuonare in lontananza, ma la cosa che lo sorprese di piú fu il tocco con una mano da parte di qualcuno che si era posizionato alle proprie spalle.

-Cosa?-

Disse girandosi di scatto per capire chi lo stesse toccando dietro la schiena, abbassando lo sguardo riconobbe subito la sua compagna di classe piú bassa di tutte le altre ragazze della sezione; sebbene non ne capisse il perché, il fatto di sapere che non fosse rimasto l'unico ad essere ancora a scuola, in un qualche modo gli sollevò il morale.
A quel punto fu la ranocchia a prendere la parola per prima.

-Midoriya, come mai sei ancora qui? Oggi toccava a me fare le pulizie nel doposcuola; kero~-

Ecco spiegato il motivo del perchè anche Asui si trovasse ancora lí, Izuku si era totalmente scordato che in quel giorno sarebbe toccato a lei il compito delle pulizie delle aule; quindi dopo aver spiegato tutte le precedenti peripezie avvenutegli e dopo aver aiutato Tsuyu a finire di sistemare e mettere in ordine la classe, approfittò di uno squarcio di blu nel cielo non appena il temporale cessò, per poter tornare finalmente a casa senza correre il rischio di rimanere fulminato; ovviamente "sfruttò" la disponibilitá di Tsuyu per poter raggiungere la stazione, senza smettere di ringraziarla piú volte essendo stata anche in quell'occasione la sua eroina.
Uraraka nel frattempo non appena aveva cessato di tuonare, si era messa subito in marcia a piedi ripercorrendo la strada al contrario, piena di sensi di colpa per aver lasciato Izuku da solo bloccato a scuola; tuttavia non fece nemmeno in tempo a raggiungere la scuola, dato che le sue gambe si bloccarono come se fossero state paralizzate non appena lo vide assieme a Tsuyu, entrambi sotto lo stesso ombrello mentre si scambiavano sguardi complici e giocosi; appena Uraraka ebbe riacquisito la capacitá di muoversi, cominciò a correre a perdifiato senza nemmeno piú dare importanza a cosa ci fosse davanti a sé, tanto sarebbe stato comunque impossibile da vedere, dato che la sua vista stava cominciando a diventare sempre più sfuocata a causa delle lacrime che non smettevano di scenderle dal volto.

Chiamami "Amore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora