Capitolo 2 - Un amore a prova di bomba

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Non posso credere che sia già maggio, esclamo gustandomi un gelato in Piazza dell'Unità d'Italia, a Trieste, cioè a casa... siamo già a giovedì e domani mattina con il treno delle 6:38 partirò alla volta di Torino, come ho sempre fatto negli ultimi quattro mesi, la mia storia con Paulo procede a gonfie vele, abbiamo speso più tempo su treni o aerei che insieme, ma anche se solo per qualche ora siamo stati insieme quasi ogni settimana. Ora possiamo vivere liberamente la nostra storia, lui ha conosciuto i miei amici ed io i suoi, l'incontro con sua madre non è stato dei migliori, ma ora il nostro rapporto va a gonfie vele, lui i miei non li ha ancora conosciuti, cosi abbiamo sfruttato la passione di mio padre per la Juve e l'ultima partita di campionato per farglieli incontrare, i miei verranno a Torino il prossimo weekend, la partita è domenica pomeriggio alle 15, Lydia si occuperà dei nostri gatti, Mic e Jade; anche se mamma non ama il calcio, verrà allo stadio, salvo imprevisti Paulo dovrebbe giocare da titolare, e papà assisterà per la prima volta ad una partita all'Allianz Stadium, posti in tribuna vip, ospiti di Pablito.

E cosi il giorno successivo all'ora di pranzo stavo già a casa sua, valigia semi vuota, metà del mio armadio ormai stazionava a casa sua, lui e il resto della squadra hanno sessione doppia di allenamento per tutto il resto della settimana, così lo vedrò poco, e al rientro a casa sarà stanco morto... io ho quasi finito gli esami del primo anno, ho però in programma di darne ancora due prima di considerarmi in vacanza, cosi mi son portata dietro qualcosa da studiare per ottimizzare i tempi, vista la solitudine segnata dalla fine del campionato...

Le giornate in casa sono noiose, non c'è molto da fare e di studiare per tutto il giorno non ho proprio voglia, non amo nemmeno uscire con le compagne o mogli degli altri giocatori, non che non mi stiano simpatiche, diciamo solo che viaggiamo su onde diverse.

Aprendo il frigo, praticamente semivuoto, controllo se c'è ciò che potrebbe servirmi per una cena saziante e al solito, pullula di bibite e cavolate, tipica casa da single, ordineremo cinese... sulla porta del frigo, attaccato con delle calamite, ci sta una specie di calendario dove Paulo segna le partite in casa, le trasferte, i giorni di riposo e le mie visite, leggo la data di oggi... "Sabato 12 Maggio"... CAZZO!! Prendo il cellulare e controllo clue, l'app con cui monitoro il mio ciclo, [il tuo ciclo doveva iniziare 3 giorni fa] non ho mai avuto un ritardo in tutta la mia vita, e giuro che sono andata nel panico più totale.

Avanti rispondi! Dissi nella mia testa mentre chiamavo Paulo.

Hola amor che pasa? Te sei chiusa fuori con Abba un'altra volta? - No, è qualcosa di più importante! Sono in ritardo, e tu sai che non mi succede mai!- Ma se sei ritardataria per genetica! Cosa dovevi fare? Sono in auto con Federico mi sta accompagnando a casa, circa 20 minuti e son da te. -No, fermati prima alla farmacia di via 20 settembre, mi pare sia al numero 5 e compra due test di gravidanza - Ma como un prueba de embarazo, sei sicura?! - Non parlare spagnolo, compra quel fottuto test e vieni a casa! - bum, chiusi il telefono e iniziai ad immaginarmi mamma, panico, ho sempre desiderato dei figli e una famiglia, però non ora, non era il momento, noi stavamo insieme da troppo poco tempo, la mia vita non era a Torino, dovevo finire l'università, ottenere l'abilitazione per insegnare e poi farmi una famiglia e avere un bambino.

Venti minuti dopo la porta di casa si apre, Paulo ha l'affanno ed è tutto rosso.

Che hai fatto? La strada di corsa? -Si, e anche le scale, l'ascensore non arrivava e mi son fatto tutte le scale di corsa! Ne ho comprati tre, di tre marche diverse, la farmacista mi guardava perplessa, credo di averle parlato in spagnolo almeno due volte, poi la terza sono tornato in me e le ho chiesto in italiano - Bravo amor, ora però vediamo se è un falso allarme o meno... hai paura? - No paura non credo, però soy teso e non so come reagire ad entrambe le possibilità - Io invece ho paura, non so se è il momento giusto... se sarei pronta... e tante altre cose.... -

Continuavo a bere acqua, nella speranza di accumulare più pipì possibile da scaricare su quelli stecchetti... circa 10 minuti dopo, avevo fatto un test per ogni scatola, ne contenevano due ognuna, stavamo aspettando il risultato, bum! Tutti e tre positivi! Ansia a mille, lui si sedette sul divano a fissare il vuoto, io presa dal panico scattai una foto e la invia a Lydia.

Il suo modo di "sgridarmi" era un ottimo metodo per tenermi calma,

fondamentalmente aveva ragione... non aveva senso fasciarsi la testa
ancora prima di rompersela...

Andai da Paulo, e gli dissi di tornare in se

Guardami! Domani andiamo in ospedale a fare le analisi e solo dopo
potremo andare nel panico... ok, ora mangiamo qualcosa e stiamo soli
io e te... che le analisi confermino il responso dei test, o che lo smentis
cano, dovremo tenere questa storia per noi due... sai che i primi mesi
di una gravidanza sono sempre i più rischiosi, ora non dobbiamo
fissarci ok? - non mi rispose, si limitò a sorridere e ad abbracciarmi.

Lydia aveva ragione non potevamo andare nel panico senza sapere se era
vero o meno non potevamo lasciaci condizionare da qualcosa che alla fine
se fosse stato vero sarebbe comunque stato bello... anche se stavamo
insieme da poco non eravamo due adolescenti scapestrati, potevamo
permetterci un bambino, sia a livello economico che sociale.

Chiunque mi conosca abbastanza bene sa che nella mia vita ho sempre immaginato dei figli, dicevo a tutti "se avrò una femmina si chiamerà Eleanor, se avrò un maschio si chiamerà Alessandro"

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Chiunque mi conosca abbastanza bene sa che nella mia vita ho sempre
immaginato dei figli, dicevo a tutti "se avrò una femmina si chiamerà Eleanor,
se avrò un maschio si chiamerà Alessandro".

Con Paulo non avevamo mai parlato di famiglia o di figli.

stavamo insieme da davvero troppo poco tempo, e non avevamo mai toccato l'argomento ma sapevo che per lui era un argomento molto delicato e che non sempre lo faceva stare bene

Tu che sei sostanza dei giorni mieiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora