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Fa male...

Sento solo il rumore del mio respiro e del suo corpo che entra ed esce ripetutamente dal mio.

Voglio la mamma...

Ansima come un animale mentre le sue mani si stringono con forza sui miei fianchi nudi, la superficie della scrivania su cui sono sdraiata è molto fredda, sembra ghiaccio.

-Per di qua!- una voce, la sento ovattata.

I suoi versi mi ricordano quelli del maiale a cui io e Marco diamo da mangiare, è disgustoso. La mia guancia è premuta contro il legno, così come il mio petto; le mie piccole gambe penzolano verso il pavimento. Mi sta accarezzando la schiena, no, mi sta premendo di più contro il mogano; il mio corpo non reagisce, non riesco a capire cosa sta facendo, so solo che fa male. La mia vista è annebbiata, probabilmente dalle lacrime, o forse sto per svenire. Il mio sguardo è rivolto verso la porta, sento un rumore di passi provenire da fuori mentre le spinte si fanno sempre più violente.

Lo sta per fare...

Mi fa sempre più male, respiro a malapena dato che sta premendo il mio petto contro la scrivania. Mi si bagnano le guance, i suoi movimenti si fermano e un liquido caldo si riversa parzialmente dentro di me.

Mamma...

La porta si apre con violenza e sbatte contro la libreria, il miopadrone sobbalza dietro di me spaventato mentre vedo degli uomini entrare nella stanza con delle spade in mano.

I protettori del padrone?

Esito confusa.

No...

Li osservo meglio: una mantella verde è legata sulle loro spalle, indossano un giacchino di pelle beige sul quale riesco a vedere di sfuggita lo stemma di due ali, sui loro fianchi è presente il dispositivo di manovra tridimensionale; mio fratello mi aveva parlato di loro, fanno parte dell'Armata Ricognitiva.

Parla stupida, chiedi aiuto.

Non riesco a muovermi. I soldati stanno parlando con il mio padrone, anzi direi che gli stanno urlando contro, sembrano piuttosto arrabbiati. A guidare la discussione c'è un uomo, è molto alto, i suoi capelli sono biondi e ha un'aria molto autoritaria; cosa starà dicendo? Un altro uomo è in piedi vicino a lui, è basso e i suoi capelli corvini sono parzialmente rasati, i suoi occhi glaciali sono puntati su di me; è così serio. Riesco con fatica a schiudere le labbra

Aiutatemi

-A...iu...to- un sussurro esce flebilmente dalla mia bocca, non possono averlo sentito; il ragazzo in silenzio stringe la presa sull'else.

Sento la risata del mio padrone riempire le quattro mura della stanza, mi gira a pancia sopra sulla scrivania e mi afferra dal collo, nell'altra mano sta tenendo un candelabro.

Vuole uccidermi?

Mi tremano le gambe.

Non voglio morire...

Stringe la presa sul mio collo e riesco a malapena a respirare. Cerco di alzare un braccio, ma i miei muscoli non sembrano voler rispondere, il mio collo viene lasciato di colpo, ricado così sulla superficie di mogano; il ragazzo corvino ha lanciato il mio padrone per terra dopo avergli tagliato una mano e ora gli punta una delle sue due spade alla gola.

-Stai bene?- una voce calda raggiunge il mio orecchio, giro lo sguardo e incontro gli occhi azzurri del uomo biondo.

Sussegue una serie di domande a cui io non rispondo: come ti chiami? Ti famale da qualche parte? Quanti anni hai? Dove sono i tuoi genitori? A quest'ultima richiesta alzo lentamente il braccio e indico un telo che copre una sottospecie di credenza.

-Levi- il biondo parla con il corvino, gli fa un cenno con la testa verso il velo.

Il ragazzo, Levi, si avvicina al luogo indicatogli e con uno strattone rimuove il tessuto dal mobile: è suddiviso da delle mensole sulle quali sono appoggiati dei grossi barattoli di vetro contenenti delle parti di corpi umani. L'uomo vicino a me stringe la mascella e mi guarda, io fisso i 3 contenitori centrali: la testa di mamma, gli occhi di mio fratello Marco e parte della faccia di mio padre. Non riesco a tenere gli occhi aperti, non ne ho la forza. Il mio corpo si accascia tra le braccia muscolose di uno dei miei salvatori.

-Lasciala a me Erwin, tu controlla le altre stanze.- percepisco un cambio di presa sul mio corpo.

Ha un buon profumo

-Il bastardo è morto?-

-Si, deve aver ingoiato del veleno all'ultimo mentre ero distratto, non era comunque intenzionato a dirci nulla sulle sue scoperte riguardanti igiganti.- la voce di Levi è impassibile.

-Capisco...bene, portala fuori, è rimasta solo una stanza da controllare.-

Fuori? Fuori dove?

Marco mi raccontava che fuori dalle mura che circondano il castello del padrone ci sono dei posti magnifici: enormi distese d'acqua salata,montagne altissime e tante altre cose stupefacenti. Mi aveva promesso che mi avrebbe portata fuori, ma di lui sono rimasti solo gli occhi che ora galleggiano in un barattolo pieno di uno strano liquido.

Riesco ad aprire piano gli occhi, la mia testa è poggiata sulla spalla del corvino, la mantella verde è molto comoda, ma puzza di sangue.

-Hai bisogno di mangiare.- non è una domanda, è una frase che esce con fermezza dalle sue labbra sottili.

Avrei voluto guardare più a lungo il suo viso, ma non riesco a tenere gli occhi aperti, e in men che non si dica, sprofondo in un sonno senza sogni tra le sue braccia.

| Save me | Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora