3. His cloak

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Lo fisso impassibile mentre osserva la mia reazione alla scoperta della morte di mio fratello, annuisco piano sentendo di essermi tolta un peso dal petto: Marco è morto, così come il nostro Signore; non posso vendicarlo o riportalo indietro, non c'è nulla che io possa fare a riguardo.

La ragazza che prima Levi ha chiamato Hanji si avvicina a me e mi offre un caloroso sorriso

-Tra qualche minuto serviranno la cena e poi potrai riposarti, domani penseremo al resto. Non c'è nulla di cui ti debba preoccupare Ashley, qui sei al sicuro-.

Riporto il mio sguardo sul capitano dell'Armato Ricognitiva, ancora mi osserva come a cercare un cenno di risposta a tutte queste informazioni; mi sento vuota, senza valore. Sbatto più volte le palpebre ed ognuna di esse mi sembra costarmi uno sforzo enorme, la mantella di Levi non mi da calore a sufficienza tenendomi scoperti i polpacci nudi.

-Freddo- dico piano

-Ho freddo-.

I tre soldati si guardano prima tra loro per poi riportare gli occhi su di me, sembro una piccola cavia da laboratorio su cui bisogna svolgere degli esperimenti, studiano di continuo ogni mio gesto ed ogni mia parola.

-Levi portala ad indossare qualche vestito di Petra, non dovrebbero starle troppo grandi-

Il corvino annuisce e si alza per poi fermarsi pensieroso

-Riesci a camminare?- chiede mentre gli altri due si accingono ad uscire dalla stanza,

in risposta mi metto in piedi sulla panca, ma le mie gambe cedono dopo pochi secondi facendomi cadere come un'idiota. I riflessi pronti di Levi fanno si che riesca a salvarmi per la seconda volta quel giorno, mi afferra cingendomi un braccio intorno alla vita e si incammina verso i piano superiori del castello. Nei corridoi è presente un forte odore di prodotti di pulizia, questo piccolo ed insignificante dettaglio mi fa sentire un po' di più a casa, anche se io una vera e propria casa non l'ho mai avuta. Arriviamo dentro una stanza estremamente pulita, non c'è nemmeno l'ombra di un filo di polvere, mi mette seduta su un materasso e va a frugare in una cassapanca a qualche metro di distanza. Non c'è un granchè di arredamento: una branda, una scrivania ed una cassa da cui aveva appena spostato una montagna di libri. Accarezzo la mantella che mi avvolge e automaticamente l'avvicino al mio naso per sentirne nuovamente l'odore.

Ha il suo odore

-Spogliati- dice girandosi verso di me

Nello stesso istante in cui finisce di pronunciare l'ordine, sia lui che io ci irrigidiamo.

-Così potrai metterti i miei vestiti, non dovrebbero andarti troppo grandi e non ho voglia di andare a chiedere a Petra- mi lancia i vestiti addosso e li afferro: una camicia bianca ed un pantalone nero.

Mi levo la mantella di dosso e infilo piano la camicia bianca, mentre abbasso lo sguardo per abbottonarla osservo il mio addome pieno di lividi violacei e il mio seno appena accennato ricoperto da qualche graffio; mi tremano le mani. Mi scosta le mani dai lembi del abito e si accinge ad abbottonarlo lui al posto mio, Levi è inginocchio davanti a me concentrato su quello che sta facendo.

-È morto- dice senza fermarsi

-Non potrà più farti del male, anche se avrei preferito sgozzare quel porco con le mie stesse mani. Non si meritava certo una morte così rapida ed indolore, non dopo quello che ha fatto- non mi guarda mentre parla, ma posso percepire la rabbia nel suo tono pacato.

Io a quest'uomo devo la vita, mi ha concesso il privilegio di poter vivere senza essere maltrattata e violentata, un beneficio che a mia madre non fu concesso. Dopo avermi messo i pantaloni, si accinge ad allacciarmi le scarpe, è molto premuroso nonostante i suoi modi freddi. Alza lo sguardo su di me notando che lo sto fissando

-Dove andrò ora?- chiedo senza smettere di osservarlo

Sembra pensarci un attimo, forse è preso alla sprovvista dalla mia domanda. Riabbassa lo sguardo e termina di legare i lacci delle mie scarpe, sento che i miei piedi ci navigano dentro.

-Non ne ho idea- mi guarda un po' spaesato per poi alzarsi, riconquista subito il suo tono apatico

-Muoviti mocciosa, avranno già cominciato a servire la cena- resta a pochi passi da me, pronto a prendermi in caso cadessi.

Annuii e pian piano mi alzai, aspettai qualche istante aspettando di ritrovarmi per terra, ma stranamente restai in piedi lasciando sorpresi entrambi. Lentamente barcollo qualche passo verso di lui per poi aggrapparmi con un po' troppo peso alla sua camicia, prontamente mette un braccio dietro la mia schiena per sorreggermi. Senza dire un parola mi prende in braccio a modi sposa ed esce dalla stanza incamminandosi verso la sala da pranzo, mi sento un po' in imbarazzo per non riuscire nemmeno a spostarmi da un luogo ad un altro con le mie forze. I soldati intorno a noi ci fissano, alcuni sorpresi e altri compassionevoli.

Potresti farti scopare anche da lui

No, lui non lo farebbe mai

Sei una puttana

No, io non...

io...

-Ashley?- una voce mi riporta alla realtà, Erwin mi sta osservando con sguardo interrogativo

-Non hai fame?- chiede evidentemente preoccupato

Mi rendo conto di essere seduta su una panca in legno con davanti una ciotola fumante di brodo vegetale, il mio stomaco si spalanca in automatico pronto ad ingerire qualcosa dopo giorni di digiuno. Prendo la scodella e inizio a mangiare con un po' troppa foga e finisco per sporcarmi tutto il mento, mi ritrovo un fazzoletto premuto sotto la mascella per impedire ai miei vestiti di macchiarsi; con ancora la bocca piena mi giro verso il ragazzo che si sta prendendo cura di me da un'ora a questa parte. Levi mi guarda con aria di rimprovero con la sua espressione un po' buffa, il modo in cui corruga le sopracciglia è molto dolce, tanto da farmi sorridere. I miei due salvatori  mi osservano sorpresi: ho finalmente sorriso.

In quel preciso istante, giurai a me stessa che avrei donato la mia vita a lui, avrei combattuto qualsiasi sarebbe stata la sua battaglia, ero pronta.




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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 04, 2018 ⏰

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