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Finalmente l'estate è arrivata, ma soprattutto ho superato i fatidici esami per il diploma.
Mi butto sul letto contenta e aspiro l'aria calda che arriva dalla finestra della mia camera, siamo solamente agli inizi di giugno, ma fa già un caldo tremendo, infatti il mio ventilatore è acceso 24 ore su 24, io non sopporto il caldo, soprattutto quando non c'è una piscina o il mare a pochi kilometri da casa mia, dato che abito nella grande  città metropolitana del nord Italia, Milano, io ho sempre amato le città caotiche, ma quando arriva l'estate la odio, vorrei che l'intera Lombardia si trasformasse in un oceano, così da poter essere sempre dentro l'acqua ghiacciata del mare e non sentire mai il caldo afoso.
Da quando mio padre morì, mia madre non mi ha più portato al mare, avevo 7 anni quando successe, il nostro vicino di casa aveva un pitbull di grande taglia e un pomeriggio mentre io e papà stavamo giocando con il cane, cominciò ad abbaiare ferocemente e gli saltò addosso sbranandolo, io scappai immediatamente per chiamare mia madre e quando ritornammo ormai era troppo tardi, mio padre giaceva lì, morto, pieno di sangue sul viso e il corpo squarciato, mia madre crollò per terra in un pianto isterico, io non riuscivo a manifestare nessuna emozione, ero rimasta lì a fissare mio padre senza dire una parola, forse ero troppo piccola per capire che non avrei più rivisto mio padre per tutta la vita. Solo dopo il funerale non ho smesso un minuto di piangere, una parte di me se n'era andata con lui e non riuscivo a credere che Dio aveva voluto togliermelo così presto.
Adesso a 19 anni ancora ci soffro, perché sono cresciuta solo con mia madre, e mi sento incredibilmente sola e con mille nodi nello stomaco perché se ci fosse stato gli avrei raccontato tutte le mie avventure e i miei problemi, perché lui per me era come il mio migliore amico, gli dicevo tutto quando ero piccola, gli raccontavo cosa facevamo a scuola, gli parlavo delle mie amichette, e passavo tutto il tempo con lui a giocare mentre la mamma cucinava, ma quel tempo è stato troppo poco. Durante l'adolescenza ho vissuto e provato tante emozioni, dalle prime cotte, alle serate divertenti con la mia migliore amica, ma tutto all'insaputa di mia madre, con lei non riesco a raccontargli ogni cosa, ho paura che non accetti quello che provo o voglio fare, con mio padre era diverso, mi accontentava in tutto e se facevo qualche sbaglio, mi aiutava a risolverlo, e avrei tanto voluto che anche in questi ultimi anni l'avrebbe fatto.

Mentre penso a mio padre, mi squilla il telefono, è Clarissa, la mia migliore amica.
«Ehi» rispondo sventolandomi con una mano per il caldo.
«Ciao tesoro, che combini?»
«Nulla, sono buttata sul letto a patire il caldo» dico sbuffando.
«Anch'io, comunque stasera mio padre ritorna dall'Australia e domani partiamo per Cattolica, staremo lì per tutto il weekend, e mia madre ha detto se vuoi venire con noi» dice dall'altra parte del telefono.
«Oddio, sarebbe bellissimo, ho davvero un bisogno di buttarmi in acqua e non uscire più» dico immaginandomi distesa sull'orlo dell'acqua con le braccia e gambe aperte sotto il raggio del sole.
«Allora vieni, così non mi annoio» dice ridendo.
«Spero che mia madre dica di sì o giuro che mi suicidio in camera col mio ventilatore e me lo porto in paradiso» dico ridendo a mia volta.
«Vedrai che accetterà, ora devo andare, poi mandami un messaggio quando sai la risposta».
«Sì, ci sentiamo ciao» e chiudo la chiamata.
Mi precipito di sotto e vedo mia madre intenta a pulire la casa.
«Mamma...» dico titubante, ogni volta ho una paura pazzesca che mi tiri la scopa in testa.
«Dimmi tesoro» il tono di voce è incredibilmente tranquillo e spensierato, aggrotto le sopracciglia ma lascio perdere e continuo.
«Ecco...Clarissa...cioè sua madre mi ha chiesto se voglio andare con loro per questo weekend giù a Cattolica» alza lo sguardo da terra e mi fissa sorridente.
«Se ti fa piacere per me va bene, è tua la scelta, puoi fare quello che vuoi» mi rassicura ritornando alle sue faccende.
«Sei sicura? Se non vuoi posso sempre passarlo con te, magari andiamo a fare shopping, o potremmo andare al cinema o...» mi blocca appoggiando una mano sulla mia spalla.
«Lara, non ti preoccupare per me, sto bene, tu meriti di divertirti, non voglio che passi l'intera estate con una vecchia come me» dice sorridendo.
«Ma mamma, non sei vecchia, io sto bene con te» dico sinceramente.
«Lo so che preferisci stare con la tua amica che con me, ma ti capisco, ormai sei adulta e ho capito che non devo sempre tenerti chiusa in casa, ma farti uscire e divertirti con la tua amica, quindi vai, sali su e prepara tutte le cose necessarie per il viaggio ok?» dice spingendomi verso le scale.
«D'accordo, grazie mamma, ti voglio bene» dico abbracciandola.
«Anche io, tanto» dopo di che, salgo su in camera e dopo aver mandato il messaggio di conferma, inizio a mettere i costumi e i vestiti in un borsone.

Verso sera, dopo aver finito, mi accorgo che Clary  mi ha scritto di andare a dormire a casa sua così domani saremmo partiti subito, perciò prendo il borsone e dopo aver avvisato mia madre, raggiungo la casa di Clarissa.

Love DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora