3.

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«Lara... Lara! Lara Sofia Ginevra, vuoi svegliarti o ti devo buttare giù dal letto?» una voce fastidiosa mi sveglia dai miei sogni.
«Ancora 5 minuti mamma» farfuglio con la faccia sul cuscino.
«Sono Clarissa, imbecille! Muoviti o arriveremo tardi a Cattolica» una botta alla testa mi fa svegliare del tutto, e solo ora mi rendo conto che mi ha fatto cadere dal letto, mi guardo intorno e noto di essere nella camera degli ospiti della casa della mia migliore amica, mi giro verso di lei e la fisso, lei alza un sopracciglio e incrocia le braccia al petto.
«Non guardarmi in quel modo, sono la tua amica, non un fantasma» faccio mente locale della situazione e poi realizzo il motivo per cui sono qui.
«Cattolica! Oddio dobbiamo sbrigarci, dai, veloce, vai a vestirti, che il mare ci aspetta!» salto in piedi e corro in bagno a prepararmi sotto lo sguardo sbalordito di Clarissa.

Dopo aver preso tutto, mi fiondo in garage per mettere il mio borsone nella macchina, ma non appena arrivo mi blocco vedendo Diego aggiustare la macchina, è girato di spalle, quelle spalle possenti e incredibilmente muscolose, ha una leggera maglietta a maniche corte che gli aderisce perfettamente al corpo, e un paio di jeans verde militare, gira leggermente la testa, mi avrà sentito arrivare, si gira verso di me e mi sorride.
«Buongiorno, dormito bene?» mi domanda guardandomi dall'alto in basso.
«Sì, grazie» dico facendo una smorfia per via del borsone che pesa, lui se ne accorge e si avvicina.
«Dammelo pure a me» lo afferra sfiorando delicatamente le dita delle mie mani, dopo di che lo posiziona dietro il cofano della macchina, in quel momento arrivano anche Clary e Serena, e finalmente partiamo per questo lungo viaggio.

A metà strada, dopo aver chiacchierato a più non posso con Clarissa, si addormenta stanca, mentre io rimango sveglia a fissare la strada che scorre veloce, sono troppo elettrizzata per dormire.
Sto ascoltando musica con le cuffiette, quando mi accorgo che Diego mi sta fissando dallo specchietto, faccio finta di niente e cambio canzone, ma continuo ad avere quella sensazione di essere fissata, così alzo leggermente la testa e vedo che continua a guardare prima me e poi la strada ripetutamente, butto un attimo lo sguardo su serena che è impegnata a guardare il cellulare così decido di fargli uno sguardo interrogativo aggrottando le sopracciglia, lui ride e abbassa lo sguardo, ritornando poi alla strada. Convinta che l'avrebbe smessa, lo vedo di nuovo fissarmi, ma stavolta in modo serio, stanca di questo suo gioco, mi abbasso gli occhiali da sole che avevo sulla testa e giro la testa verso il finestrino, con la coda dell'occhio vedo che la sua espressione è incazzata e stringe le mani sul volante, rido sotto i baffi e lo lascio perdere una volta per tutte.
Dopo 5 minuti vedo che sta girando verso un autogrill, era ora, avevo la vescica che minacciava di svuotarsi, Clary si sveglia e una volta parcheggiato scendiamo e ci dirigiamo alla toilette. Quando esco noto che non è ancora uscita, così decido di aspettarla fuori per prendere un po' d'aria, in questa zona anche se fa caldo, c'è comunque un bel venticello, chiudo gli occhi e respiro l'aria mite, quando mi sento tirare da un braccio e ritrovarmi addosso al muro, dietro i bagni, e davanti a me un Diego nervoso e arrabbiato.
«Non devi mai più provocarmi, mi hai capito?» mi ringhia a pochi centimetri dal mio viso.
«Non ti stavo affatto provocando» dico cercando di liberarmi dalla sua presa.
«Se io voglio guardarti, tu non ti devi opporre, devi farmelo permettere, intesi?» lo guardo impietrita, ma chi si crede di essere per darmi ordini?
«Non sei nessuno per dirmi cosa devo o non devo fare, e ora lasciami» dico riuscendo a staccarmi da lui, in quel momento esce Clary, per fortuna mi ha salvata da quella situazione, mi stava facendo paura, e tutt'ora ho paura di quello che potrà fare, mi sento in trappola, ma non gli permetterò di trattarmi così.
Clary fissa me e Diego con sguardo interrogativo, merda, spero non faccia domande sul perché siamo insieme.
«Papà, che ci fai qui?» domanda non capendo la sua presenza vicino ai bagni femminili, dato che quelli maschili sono da un'altra parte.
«Mi ero messo a fumare una sigaretta» dice sorridendo.
«Ma tu non fumi mai» dio, ma una scusa migliore no?
«Beh adesso ne avevo voglia, e poi con questo caldo ne ho la necessità» Clary sembra crederci, così ritorna a sorridere e mi prende la mano, così ritorniamo alla macchina.

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