•Chapter 14•

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Secondo me una delle cose più belle più brutte allo stesso tempo è la verità.

La verità ti rende libero, libero con te stesso, libero perché è dire la verità è giusto, ed è sempre un sollievo sapere di essere dalla buona parte.

Allo stesso tempo, dietro ogni verità c'è un'anima che ne risente, bene o male, ne risente, e anche fortemente.

Ero sul letto e pensavo ad autogiudicarmi.
Ormai era un mio vizio inquadrarmi, sperano di non lasciare il mio sentiero per prendere una strada.
Perché io non volevo andare sull'asfalto quando potevo passaggiare per i sentieri della mia mente.
Non volevo che la mia vita si trasformasse, ero contento così, del mio carattere strano ma allo stesso tempo semplice.

In quei periodi i ragazzi più conosciuti della scuola erano più insistenti del solito.

Finn di qua, Finn di là.

Se non accetto l'invito di una persona per Venerdì, cosa ti fa credere che possa venire alla tua festa la sera dello stesso giorno?

Per carità, certi mi stavano pure simpatici tra quei ragazzi, anzi, Jack e Jaeden erano forti, anche qualche loro amico lo era, ma dopo un po' era stressante dover uscire di corsa da scuola per non sentir parlare di compleanni o uscite in gruppi.

Credo che fossi l'unico ragazzo sulla faccia della terra a respingere una perfetta vita sociale.

La scuola continuava ad andare bene, i miei amici iniziavano ad allargare le loro amicizie, soprattutto Gaten, che sembrava stare simpatico ad un buon gruppo di ragazzi, e la cosa mi rendeva così felice che forse ero più felice io di lui.

Caleb e Sadie mi lasciavano più scioccato ogni giorno che passava.

Il giorno prima stavamo parlando con il gruppo riunito in classe, a ricreazione.

Ora, io non ero sicuro di ciò che avevo visto, ma sinceramente a me sembrava proprio che Sadie Sink, mentre ripassavamo tutti Scienze per l'ora successiva (perché sì, il professore alla fine ci mise a tutti un buon voto per quel lavoro sul sistema solare, ma a quanto pare più davamo e più si aspettava di più da noi) Sadie con il libro in mano si era alzata dal suo posto e si era andata a sedere sulle gambe di Caleb.
Io inizialmente non avevo realizzato ancora cosa era appena successo davanti ad i miei occhi, tanto che Gaten e Noah sembravano allucinati, così ci guardammo confusi tra di noi, ma quei due sembravano non voler dire nulla.

Se non li avessi conosciuti bene avrei detto che era stato soltanto un gesto di affetto.
Ma io sapevo bene che quei due andavano oltre l'affetto, sicuro.

L'unica che non sembrava scioccata era Millie, che li guardava intenerita.
Okay che guardare due ragazzini innamorati era dolce, ma così faceva fuori a me.

Era entrata a far parte ufficialmente del gruppo, e la cosa mi rendeva perennemente nervoso.
La parola continuava a rivolgermela tranquillamente e quella sua scioltezza, che però non le impediva di essere sempre una ragazza seria, mi rendeva vulnerabile.
Se mi si avvicinava lo ammetto, un po' cel'avevo l'impulso di abbracciarla come facevano Caleb e Sadie, ma lei era così riguardata nei confronti di tutti, soprattutto nei miei, che mi sembrava cafone anche solo toccare quella piccola perfezione.
D'altro canto Millie profumava così tanto.
Ed io ero solo un comune mortale che continuava a scollarsi Iris Apatow di dosso.

Ma Millie ci teneva ad essermi amica, lo vedevo, solo che qualcosa ma frenava dal mostrarsi come era realmente, che fossi stato io la causa?

Ricordo ancora il giorno in cui mi salutò davanti al gruppo dei ragazzi più popolari della scuola.
Jack ed i suoi amici erano rimasti abbastanza di stucco, Jacob aveva seriamente il fumo che gli usciva dalle orecchie, Idem Iris, che sembrava stesse per commettere un'omicidio.

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