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Second Day

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Tuesday

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Martedì mattina era la mia giornata libera. Un giorno senza senso. Non era sabato, e di conseguenza non sarei potuto uscire per andarmi a divertire, ma era comunque un giorno tranquillo. Volevo rimanere nel letto tutto il giorno, ed alzarmi solo all'orario di pranzo. O almeno quella era la mia intenzione.

Ero a torso nudo con dei pantaloni della tuta neri, che mi arrivavano sotto al ginocchio, quando mi chiamasti al telefono per la prima volta. Diedi un'occhiata al telefono prima di risponderti.

Le 10:24.

«Pronto?»sapevo chi eri, ma non volevo dare l'impressione di quello che stava aspettando una tua telefonata. Perché in realtà la stavo aspettando eccome.

Di quel ragazzo timido, tramite il telefono, nemmeno l'ombra "Dove sei?" mi chiedesti, senza nemmeno salutarmi.

Mi infastidii, ma non te lo dissi. Mi misi seduto sul mio letto, passando una mano prima su un occhio, stropicciandolo e poi tra i capelli «A casa mia.»

"Ah..- la delusione dalla tua voce era chiara –ero venuto qui al bar. Non lavori oggi?"

Ebbi una stretta al petto, allora non capii perché, ma adesso so che non volevo farti soffrire, non volevo che tu ci rimanessi male «E' il mio giorno libero- ti spiegai, e non sentendo più la tua voce dall'altro lato del telefono, parlai ancora –Ma se vuoi possiamo vederci. Insomma, se mi stai chiamando è per questo, no?»

Odiavo il dover prendere perennemente l'iniziativa. Era stata una tua idea quella di scegliere me, allora perché ero io a doverti spronare?

"Si, cioè... non volevo disturbarti." mi ritrovai a sorridere, anche se tu non potevi vederlo.

«E' ok, dove possiamo vederci?» ignorasti completamente la mia domanda.

"Dici che potrebbe piovere?l mi chiedesti.

D'istinto guardai fuori dalla mia finestra. Era una bella giornata, impossibile che piovesse.

«Non credo.- confessai. Il tuo secondo punto era quello di voler correre sotto la pioggia, ed allora ricordai –Andiamo... a Geoje? E' una foresta poco lontana da Seoul, e capita spesso che piova, anche per giorni a volte.» ci ero andato più di una volta con i miei genitori, ed ogni volta pioveva.

"Jeongguk.- fu la prima volta che mi chiamasti per nome -Perché stai facendo questo?"

Non volevo risponderti, non perché mi vergognassi. Semplicemente, non lo sapevo nemmeno io il motivo per il quale stavo facendo tutto questo per un estraneo... per te «Non puoi solo ringraziarmi?»

Seven Days|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora