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Fifth Day

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Friday

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Era mezzanotte inoltrata quando ci ritrovammo ancora tra le strade affollate di Busan. Sui nostri volti erano stampati dei sorrisi divertiti. Ci guardavamo e ridevamo genuinamente mentre ascoltavamo la musica degli artisti di strada. Chi cantava, chi ballava da solo o in gruppo.

Per tutto il tempo le nostre mani non si erano separate un attimo. Ti tenevo stretto come se avessi paura di perderti, come se qualcuno potesse rubarti via da me.

Era strano, perché mi facevi questo effetto mai provato prima. Ma io ti avevo fatto una promessa, si, ma non potevi sapere che dentro di me l'avevo già infranta. Forse anche prima di farla.

«Ehi» mi richiamasti, ed io voltai il mio sguardo alla tua figura dietro di me, ferma, mentre guardava un'ventiquattrore.

«Ricordi il punto in cui dicevo di voler provare a rubare qualcosa?» avevo già capito cosa avevi in mente. E non mi piaceva per niente.

«Taehyung, scordatelo. E' pieno di gente qui, non possiamo fare niente di avventato.»

Ti girasti a guardarmi imbronciato, con il labbro inferiore sporgente «Mi hai detto che mi avresti accompagnato in tutti i punti!» iniziasti a fare una voce lagnosa.

«Si, ma qui rischiamo di passare la notte in cella se ci prendono!»

«Non ci prenderanno.» insistevi, ed alla fine mi feci convincere.

Entrammo in quel ventiquattrore. Non c'era quasi nessuno, ed era piuttosto piccolo. Il proprietario era appisolato sulla sedia, e quando eravamo entranti, non avevamo fatto il minimo rumore, così da poterci nascondere in uno dei reparti.

Volevi rubare qualcosa, e quel qualcosa non era altro che cioccolata. Dolci.

«Tieni, non entrano tutte nella mia tasca.» mi dicesti sottovoce, ed io afferrai quelle barrette, infilandomele in tasca.

«Non credi che basti? Andiamo prima che ci becchino.» ero piuttosto fifone quando si parlava di fare cose contro la legge.

Annuisti, e infilando l'ultima barretta di cioccolata nella tasca, alzandoti, non ti accorgesti che la facesti cadere, facendo rumore. Non troppo forte, ma abbastanza da risvegliare il proprietario, che non appena ci vide iniziò ad urlare e a rincorrerci.

Ti presi per mano, correndo il più veloce possibile e trascinandoti fuori dal negozio con me. Non andò esattamente come avevo pianificato, perché l'uomo aveva afferrato il tuo cappotto e aveva alzato un pugno in aria, pronto a farlo scontrare con la tua guancia. Mi misi difronte a lui, beccandomelo al posto tuo, e lasciando un attimo il proprietario sconcertato. Così ne approfittai.

Seven Days|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora