Alleluja!
Una giornata di merda in tutti i sensi è giunta finalmente al termine.
Mi getto a mo' di balena spiaggiata sul materasso, la faccia incastrata sul cuscino, mentre con la mano recupero gli auricolari dal cassetto a lato. Un occhio clinico mi sguscia via giusto per dar vita al touch, clicco su una delle play list a caso che ho memorizzato, e cerco di non pensare alla cena penosa che ho consumato da sola come un cane, poco fa.
Un bigliettino di mamma diceva: "riscalda e mangia, torno più tardi". Mio padre che manco a parlarne chissà dove sarà finito anche stasera, e la famigliola felice si riduce a un pezzo di carta e due assenti sul registro genitoriale.
Quanto adoro la musica quando mi sovrasta i pensieri! Peccato non possa spazzare via anche la realtà; quella sì che sarebbe una botta di culo non da poco.E anche se accantono i miei malesseri per un istante, non riesco a impedire alla chiacchierata di stasera con Bea, di farsi spazio nella mente. Mi sento un'infame a non averle detto del colloquio fatto al pub, ma non so come la prenderebbe, a riguardo. È pur sempre tempo che toglierei al riposo, se mai G. dovesse scegliermi. E temo che non rendendo abbastanza durante il giorno, il lavoro notturno finisca per farmi licenziare al salone. Almeno, finché nessuno sa la verità, posso fingere un malessere, oppure che so, un periodo di stress, l'importante è che non faccia chiodo scaccia chiodo. Anche perché, al momento, l'unico chiodo fisso che mi trapassa il cervello, è guadagnare il più possibile e cercare di mettere da parte un piccolo gruzzoletto per andarmene via.
Menomale che con la storia di quel tizio, sono riuscita a distrarla da me e del suo zoom gossipparo. Perché anche se è una svampita ossigenata, riesce a fiutare novità a chilometri di distanza. Spero solo Dio me la mandi buona, sia con il colloquio che con Bea. Per quanto mi abbia preso a cuore e a me stia relativamente simpatica, non devo dimenticare che è pur sempre figlia del nemico. Non credo si metterebbe mai suo padre contro per prendere le mie difese.
Intanto è arrivato di già sabato, un altro giorno e poi saprò finalmente il signor G. cosa ha deciso. Mi sento in bilico tra l'ansia di riuscire e quella di fallire miseramente. Sai che allegria se al posto di due lavori, finissi a ritornare dissoccupata nel giro di un nano secondo? Purtroppo non riesco ad impedire alla vocina che mi ronza in testa, di angosciarmi col: "chi troppo vuole nulla stringe". Lo so, sono una pessimista cronica, purtroppo.
La porta d'ingresso che sbatte, mi annuncia che non sono più sola, in casa. Guardo la sveglia accanto al letto che segna le ventitré circa, ma quanto tempo è passato dall'inizio della prima traccia e le mie elucubrazioni mentali? Nemmeno cinque minuti, sembra.
Sento vagamente vociare tra il corridoio e la cucina, e mi tiro su nella vaga speranza di capire chi sia o cosa succeda.
- Sono stanca, hai capito? - parole ormai note da anni, si attaccano come carta da parati ingiallita alle pareti di questo posto. È mamma, che urla a non so chi, non riesco a capire se sia al telefono o meno.- La devi smettere di trattarmi così, sono tua moglie, - ancora insiste. In risposta non c'è altro che silenzio. Silenzio rotto da qualcosa che si infrange sul pavimento.
- Smettila, c'è Giulia di là, - sento dirle.
- A proposito di quella stronzetta, dove sono i soldi di questa settimana? Non ha ancora posato un centesimo, servono a me, non a lei, - frasi impastate da una bocca che sa di tutto tranne che di padre, mi traffiggono il petto. Lo sento farsi avanti a grandi falcate nella mia direzione, e l'unica cosa sensata che mi riesce a venir fuori è il senso di protezione. Giro la chiave nella toppa, velocemente, mi rannicchio sotto le coperte con tutti i vestiti e riporto gli auricolari al loro posto, non prima di aver sentito il pianto di mamma al di là della porta e lui che batte i pugni contro il legno.Rimetto la musica dov'è giusto che sia, almeno lei non è fuori posto come la sottoscritta, in questo momento.
La notifica di un messaggio vibra sul materasso, apro Whatsapp sperando non sia mamma che mi chiede di uscire e tiro un sospiro di sollievo nel leggere il nome di Bea.
" Scricciolooooooooooo", mi fa.
Eccola con tutte le sue vocali a seguito con effetto enfatizzante.
" Devo assolutamente dirti una cooooosaaaaaaa", non le rispondo, non me la sento. Anche se riesco a leggere ciò che scrive dalla barra di stato senza farmi cogliere in flagrante.
Passano intorno ai cinque minuti quando un nuovo messaggio comincia a ronzare.
" Ok. Ho capito, bradipo, sei già collassata. Comunque volevo solo dirti che l'ho rivisto, Luca. Praticamente l'ho appostato sotto la metro dopo che ci siamo salutate. E niente, ho finto di dover tornare a casa come scusa. E pensa che ho lasciato l'auto parcheggiata senza grattino. Domani di sicuro troverò una mega multa attaccata al parabrezza, ma chissene... tanto paga mio padre. Volevo solo dirti che ne è valsa la pena, ciccina. Ci siamo scambiati il numero. Cristo Santo, Giulia, sono in fermento. Non vedo l'ora di iniziare a tartassarlo di messaggini. Ohi, ma mi rispondi? Ho bisogno di teeeeeeeeee."Purtroppo dopo l'ultimo messaggio lungo quanto la costituzione italiana, sono stata costretta ad aprire la chat per leggerlo tutto. Le digito una veloce risposta per evitare mi chiami. Non mi va che senta le urla che provengono da fuori. Già tutto il condominio ci conosce bene, e la mia merda non voglio che entri anche fuori di qui. Sembra un controsenso detto così, ma è la cosa migliore, se non per me, per tutti, almeno.
" Ci sentiamo martedì. Scusa, ma ero in coma, non mi sento molto bene."
Fingere miseramente, che tradotto vuol dire: sto bene, anche se va da schifo. Ecco, sto schifosamente bene.
Via alla prossima traccia, io chiudo gli occhi, chè anche stavolta è il cuscino ad assorbire tutto: il male che dovrebbe sapere di bene e le lacrime amare.
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Complicatissima Me
RomanceGiulia è una diciannovenne a cui la fortuna ha voltato le spalle, persa tra le debolezze dei suoi genitori. Lavora come sciampista in un negozietto del centro, che brulica di spensierati universitari di cui non è riuscita a far parte. Solo quando in...