Capitolo 1

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Ciao, volevo dire che questa è la mia prima storia e magari i primi capitoli possono non essere scritti benissimo, quindi vi chiedo di non soffermarvi su ciò ed andare avanti. Ci sarà una revisione una volta completata la storia. Grazie e buona lettura.❣️

Sono in fila per le docce comuni, stamattina sono un po' in ritardo, spero che gli altri si sbrighino.

Da lontano vedo la mia migliore amica fin da piccole, Grace, che a differenza mia è già pronta per andare a fare colazione.

"A quanto pare qualcuno si beccherà un bel ritardo dalla prof di letteratura stamani."
"Buonguorno stupida e comunque sono sicura che riuscirò ad arrivare in tempo, se solo questi si muovessero."
"Ecco io, per non ritrovarmi nella tua stessa situazione, mi sono svegliata prima, ma già so che tu non riusciresti mai a svegliarti così presto."
"Ah come si vede che sei la mia migliore amica."
Scoppiamo entrambe a ridere.

Finalmente è arrivato il mio turno, allora saluto Grace e vado in doccia.
Dopo soli 20 minuti sono pronta.
Il risultato è soddisfacente, sono fiera di me.

Record, sono peggio di un bradipo e non scherzo.

Vado in mensa, prendo la mia colazione e mi incammino verso il tavolo dov'è seduta Grace.

"Wow alla fine ce l'hai fatta allora."
"Dubitavi della mia velocità?."
"Forse." sorride
"Stronza."
"Ti voglio bene anche io."
"Sisi ma ora andiamo in classe non voglio avere una ramanzina dalla strega."
"Hai ragione, andiamo."

Arrivate in classe ci sediamo entrambe ai nosti posti e dopo poco arriva la prof che inizia subito a spiegare "Cime Tempestose".

Improvvisamente qualcuno bussa alla porta, è la segretaria.
"La signorina Sophie White è attesa in presidenza."
"Prego signorina White, vada."

Grace mi rivolge un dolce sorriso che riesce a tranquillizzarmi.
Seguo la segretaria e arriviamo in presidenza.

Chissà per quale motivo mi ha chiamata.

Dopo aver un po' tentennato, busso.

"Entri pure signorina White."

Appena entro non posso credere ai miei occhi.

Non può essere

Due signori che appena mi vedono entrare mi sorridono calorosamente.

Sta per succedere quel che credo io?

"Bene Sophie, loro sono i signori Albert e Margareth Harrison, hanno deciso di adottarla."

Un'ondata di felicità si fa spazio dentro di me, vorrei urlare ma mi limito a sorridere.

Questo vuol dire che dovrò abbandonare Grace.

Il mio sorriso si spegne immediatemente.

Grace è come una sorella per me, non immagino la mia vita senza di lei.

Sono come la Luna, e lei è il mio Sole, non potrei brillare senza lei.

"Signorina non è contenta del fatto di essere stata adottata?."
"Si certo, sono molto contenta." dico facendo un sorriso forzato, sono felice, si, però come farò senza Grace?
"Bene allora oggi appena finisce il suo orario scolastico vada in camera e faccia le valige. I signori Harrison la passeranno a prendere alle ore 17:00."
"Va bene, arrivederci."

Vado alla prossima lezione, chimica.
La prof a differenza di quella di letteratura, è molto comprensiva.

Arrivo e vado subito a sedermi vicino a Grace. "So, allora di cosa voleva parlarti la direttrice?"
"Grace, io, dei signori."dico in modo confusionario, non voglio dirle cosa succede in modo diretto.
"So, che succede?" 
"Io, io-faccio un lungo sospiro-sono stata adottata."
"No, dimmi che non è vero Sophie." gli occhi le si riempiono di lacrime
"Grace mi dispiace."

La prof vedendoci, ci dà il permesso per uscire dalla classe.

"Ed ora come faremo a parlare, come farò io senza di te? Non posso vivere senza di te Sophie."
"E credi che per me sia facile Grace? Questa notizia mi ha letteralmente sconvolta."
"Non voglio abbandonarti Sophie."
"Non lo farai, verrò a trovarti molto spesso non preoccuparti."
"Me lo prometti?"
"Te lo prometto Grace."

E ci abbracciamo.
Non un abbraccio qualunque,ma uno di quegli abbracci che vorresti far durare per tutta la vita.

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Le altre ore passano molto velocemente, anzi fin troppo velocemente.

Vado in camera e inizio a fare le valige.
Ormai sono le 16:50 quindi mi inizio ad incamminare fino all'ingresso, seguita dalla mia migliore amica.

Arrivata vedo i signori Harrison che mi aspettano, allora mi giro verso Grace che è già scoppiata in lacrime.

"Ricordati della mia promessa. Ti verrò a trovare molto spesso e ricorda che tra poco farai 18 anni, potrai uscire da questo postaccio e magari venire a vivere da me fin quando non trovi una sistemazione. Qualcosa ci inventeremo, ma non ti abbandonerò mai Grace, ricordalo."
"Mi mancherai Sophie."
"Anche tu mi mancherai tanto Grace."

Ci abbracciamo per un'ultima volta, poi mi incammino verso l'uscita sotto lo sguardo triste della mia migliore amica.

"Bene tesoro, entra pure in macchina, Albert carica le valige." dice la signora Harrison.

In macchina regna un silenzio imbarazzante e senza rendermene conto mi addormento.

"Tesoro, siamo arrivati."

Scendo dalla macchina e mi si mozza il fiato.
"Questa è casa nostra? Cioè vostra, cioè è questa?"
Margareth e Albert scoppiano in una risata e Albert con un sorriso molto dolce dice "Si Sophie è questa."

Non riesco ancora a realizzare, davanti a me compare una villa enorme con tanto di giardino e piscina.

"Dai, Entriamo." questa volta Margareth a parlare.
"Siamo a casa." urla quest'ultima.

Una ragazza molto carina con dei capelli scuri e degli occhi verdognoli scende frettolosamente dalle scale.

"Ciao, tu devi essere Sophie giusto? Io sono Rose piacere di conoscerti." mi rivolge un dolce sorriso.
"Si sono io, e il piacere è tutto mio."

"Isaac scendi, dobbiamo presentarti una persona." urla per l'ennesima volta Margaret.
Un ragazzo, che sembra essere molto carino, scende le scale con noia.

Il ciuffo gli ricade sulla fronte mentre scende tutti gli scalini e gli occhi rimangono fissi sul cellulare.

"Bene Isaac, questa è Sophie"
"Sisi ciao Sophie io sono Isaac piacere di conoscerti" dice con non curante.

La mamma gli scocca un'occhiataccia ma lui sembra non farci caso.
"Io esco con i miei amici, sono a casa per le dieci." Ed esce di casa sbattendo la porta.

"Non far caso a mio fratello, si deve ancora abituare al fatto che ormai ci sia un nuovo componente della famiglia."
"Non preoccuparti."
"Vieni che ti mostro la tua camera."

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