|Capitolo 2|

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•¶•

«Si può sapere cosa ti è preso?!» urlò il rosa.

«Nulla. Stavolta non ho fatto niente.»

«Non è vero che non hai fatto nulla. Ti sembra il modo di comportarti questo?» disse guardando male Jungkook.

«Senti, se vuoi farmi da mamma, puoi anche andartene.»

«Ah bene, bene, allora me ne vado dato che non sono gradito.»
Si girò per andarsene, quando venne fermato dalla voce dell'altro ragazzo.

«Senti, scusa, non andartene. Mi dispiace, lo so che quando mi ci metto sono un idiota fort...»

«Sei L'IDIOTA FORTE» lo interruppe Jimin.

«Sì, esatto. Mi perdoni?» fece una faccia da cucciolo ripiegando il labbro.

«Ohhh, se fai così però non è valido. Ovvio che ti perdono» gli strizzò le guance e mise il suo braccio sopra le sue spalle.
«Dai andiamo verso casa mia.»

La camminata verso casa di Jimin era accompagnata da risa e battute, nonostante il percorso non fosse proprio corto. Erano quasi arrivati, quando sulla strada, passarono davanti al famoso punto indicato precedentemente dalla "veggente" per Kook. Era un luogo che solitamente non era molto frequentato; per chi aveva bisogno di tranquillità o di stare da solo (o in questo caso gli era stato consigliato), era perfetto: circondato da un piccolo boschetto di aceri che si affacciavano su un sentierino roccioso che dava su un  fiume cristallino. Jungkook si fermò, anche se non ci credeva; voleva comunque vedere se sarebbe successo qualcosa.
Non accadeva ancora nulla, così decise di non starsene lì un secondo di più.

"Tsk, c'era da aspettarselo che fosse tutta una balla. E io che ho anche provato a crederci..."

Stava per girarsi, quando improvvisamente, da dietro l'albero sbucò un ragazzo, girato di schiena. Da quella posizione si riusciva a distinguere solo il colore biondo miele dei capelli e la statura, era piuttosto alto e aveva un bel sedere.

"Chissà chi è, mi piacerebbe riuscire a vederlo anche da davanti..."

Come se l'altro ragazzo avesse sentito i pensieri di Jungkook, si girò completamente, ci mise un attimo a mettere a fuoco la sua immagine, ma dopo esserci riuscito, gli rivolse un sorriso e un occhiolino, al quale il moro non riuscì a non arrossire e dover girare il viso dall'altra parte.

"Manco mi conosce... Però è carino, molto carino, fin troppo..."

«Jungkook che stai aspettando? Come mai sei lì fermo da qualche minuto?»

A interrompere lo scambio di sguardi tra il moro e il ragazzo biondo fu la voce del rosa, che stava aspettando impazientemente di essere ascoltato.

«Sì, sì scusa. È solo che stavo guardando quel ragazzo. Sai, mi ha sorriso e...»

«Ma quello?! Quello non è mica il migliore amico di Yoongi?! Oddio, quindi significa che anche lui dev'essere da queste parti? Mi sento male, mi sento male, mi sento male, aiuuutooo...» iniziò a sclerare Jimin, che stava persino per andare in iperventilazione; fino a che Kook non lo fece calmare e regolarizzare il respiro.

«Ora ti sei calmato?»

«Sì, grazie mille. È solo che lo sai che quando si parla di Yoongi, io non ci capisco più niente» mormorò imbarazzato.

«Fa nulla. L'importante è che non mi svieni», rise e Jimin si imbarazzò, «comunque sì, penso proprio che sia Kim Taehyung. E se vuoi proprio saperlo, mi ha anche sorriso.»

«Cosa?! Io, tu, noi», indicò loro due, «dobbiamo parlare. Ora!»

«A casa tua?» gli domandò Jungkook.

«A casa tua... Cioè mia, sì insomma hai capito, no?»

«Sì, Jimin, ho capito, ma ora andiamo a casa, così dopo bevi un po' d'acqua o camomilla, vedi tu, e ti calmi del tutto» scoppiò a ridere.

«Esatto! Proprio così!» lo appoggiò Jimin.

Nel frattempo il ragazzo "misterioso" era sparito.

***

«Quanto mi sta' piacendo questo film?! È così intrigante e... semplicemente fantastico!» esultò Jungkook.

«Esatto! All'inizio quando me l'avevi proposto non ero molto convinto. Lo sai che io preferisco i film fantasy, mentre guarderò gli horror solo quando sarò il fidanzato di Yoongi, così ho una scusa per abbracciarlo» disse Jimin con aria sognante e alla fine fece un occhiolino.

«Tu non sei normale... Ma poi, come mai sei così sicuro che ti metterai con Yoongi? Non che io pensi che tu non ce la possa fare ovviamente...»

«Beh perché mi aiuterai tu» rispose con ovvietà.

«Vero. Sempre. Dopotutto siamo come fratelli.»

Jimin saltò addosso a Jungkook per le dolci parole che aveva appena detto, e quest'ultimo arrossì tremendamente, ma ricambiò l'abbraccio.

«Avresti mai pensato che sarebbe andata a finire così?» domandò Jungkook allontanandosi.

«Sì.»

«Perché?»

«Destino» rispose ovviamente Jimin.

«No dai, sul serio. Come facevi a sapere che i colpevoli erano tutti loro e non era solo uno?» fece i capricci.

«Ti ho già risposto. D-E-S-T-I-N-O. Destino» fece lo spelling.

«Basta, ci rinuncio. Sei un caso perso.»

«Fiero che tu l'abbia finalmente realizzato» mutò il viso in un'espressione fiera e si atteggiò da star, facendo svolazzare i capelli.
All'improvviso volò un cuscino che lo colpì dritto in faccia.

«Ehi! E questo per che cos'era?!»

«Ti continuavi a vantare e a me dava fastidio. È mio compito metterti i piedi per terra» incrociò le braccia Jungkook e rise sotto i baffi.

«Dannato coniglio...», bofonchiò Jimin, «ora ti faccio vedere io!» prese un cuscino e lo sbattè in faccia a Jungkook.

Da lì si scatenò una battaglia di cuscini, che durò fino a che i due non si addormentarono sul divano.
Erano troppo sfiniti, e pian piano le loro palpebre si chiusero, fino a farli cadere tra le braccia di Morfeo, cullati solo dal dolce calore della coperta che li copriva.

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~DAMN FATE•TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora