|Capitolo 8|

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•¶•

«Che lezioni avete oggi?» domandò Taehyung a Jungkook e Jimin.

I tre ragazzi si trovavano a casa di quest'ultimo per fare colazione. Ormai questa sarebbe diventata routine e a nessuno di loro dispiaceva come cosa, anzi, Jimin quasi quasi avrebbe voluto che venisse anche Yoongi, solo che abitava più avanti rispetto a lui, quindi avrebbe dovuto fare il doppio della strada. Non poteva farlo faticare così tanto e poi magari non avrebbe gradito, considerando quanto sembrava che gli desse sui nervi.

«Scienze, arte, coreano, storia e matematica...», rispose Kook, «A proposito... hai detto a tuo zio di non avercela con me?»

«Sì tranquillo; ha detto che non ha mai avuto nulla contro di te.»

«Ma cosa che se avesse potuto uccidermi fulminandomi con lo sguardo, l'avrebbe fatto seduta stante!»

«Beh sta di fatto che comunque d'ora in poi non dovrebbe più crearti problemi. A parte che ti posso dire che a discapito di quello che sembra è uno zio molto bravo» ammise Tae.

«Non l'ho mai messo in dubbio.»

«Smettendo di parlare del professor Lee, Jungkook tu hai già scelto più o meno le canzoni per il progetto di inglese?» domandò Jimin.

«Quale progetto?»
Taehyung era curioso.

«Praticamente dobbiamo fare un mashup, così da creare una nuova "canzone" con un testo di senso compiuto che non è altro che l'unione delle strofe di queste canzoni unite» spiegò Jungkook.

«Ah capisco. Sembra un progetto molto bello! Peccato che da noi non si facciano mai cose del genere! L'ultimo "lavoro speciale" è stata una ricerca su un fiume talmente sconosciuto che quasi anche Google ha fatto fatica a trovare informazioni al riguardo!» si lamentò Tae.

Gli altri due ragazzi scoppiarono a ridere per il tono teatrale con il quale aveva pronunciato il discorso. Secondo loro Taehyung avrebbe potuto avere un futuro come attore, il talento da quello che potevano vedere non mancava.

«Ma cosa ridete! Sono serio, anzi, serissimo» disse sibilando l'ultima parola e incrociando le braccia al petto assumendo un'espressione oltraggiata.

«Altro che Di Caprio, è arrivato Taehyung Di Kim» lo presero in giro.

«Modestamente. Se avessi recitato io, l'Oscar l'avrei preso subito» si pavoneggiò.

«Ma povero Di Caprio!» lo difese Kookie.

«Si vede che mi sta antipatico?» domandò innocentemente il biondo.

«Talmente tanto che l'ha capito anche il venditore ambulante che mi suona a casa una volta ogni due settimane» rispose Jimin.

«Allora direi che ho fatto un buon lavoro. Comunque davvero da te passa un venditore ambulante?» gli chiese Tae sorpreso.

«Sì, perché?», il rosa era confuso da questa domanda, «Non è normale?»

«In realtà no. In questa città è stato vietato. Puoi anche rischiare di prenderti una multa» rispose stavolta Kook.

«Ma cosa?! Davvero?! Stai scherzando spero! Mi stai dicendo che tra tutte le case che poteva scegliere e tutte le persone che poteva importunare ha scelto proprio me!?»

Jimin sprofondò sulla sedia sconsolato, insomma se la fortuna, pensava, fosse stata una persona e avesse bussato alla sua porta, avrebbe avuto il coraggio di dire che aveva sbagliato casa...

«Beh puoi ancora rimediare» lo confortò il moro.

«Meglio così.»

«Dai, adesso non ci pensare. Risolverai tutto stasera con i tuoi, ora andiamo a scuola» disse Tae mentre stava cercando di far alzare dalla sedia Jimin, ormai sprofondato in uno stato di dispersione totale.

~DAMN FATE•TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora