ATTERRAGGIO

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Il Marine salì a bordo seguito dallo Spartan con l'ODST coricato sulla schiena. I pelican si librarono in aria e sfrecciarono in direzione del cielo. La meta, una figura sfuocata e molto piccola, che con il passare del tempo divenne chiara e visibile. Una nave UNSC che li attendeva sospesa sopra di loro. I pelican atterrarono sull'hangar della nave. I soppravvissuti e lo Spartan furono accolti da un troupe di soldati e medici che applicarono prontamente della bioschiuma sulle ferite della gamba dell'ODST. I soldati poi, lo aiutarono a recarsi verso l'infermiera, mentre il resto dei soppravvissuti scendeva dai pelican. A quanto pare, quest'ultimi avevano soccorso anche altri drappelli di Marine, i quali senza il loro intervento dal cielo sarebbero sicuramente periti. Smontato anche lui dal veivolo, lo Spartan, si ritrovò di fronte ad un marine del quale riconobbe subito la voce: "È un onore averla qui". Si rivolgeva a lui, e la sua mano era portata alla fronte in segno di saluto. Il suo volto era coperto da un passamontagna, da una visiera e dall'elmetto. Il volto era dunque irriconoscibile, certo, ma era sicuro che fosse la stessa voce che aveva gracchiato alla radio del pelican. Probabilmente era lui a capo delle operazioni. In ogni caso, lo spartan non rispose, perché preceduto da un operaio: "Signore... signore, il capitano la richiede al ponte di comando". Era ovvio che l'operaio non aveva mai visto uno spartan prima d'ora, e che di fronte a lui era rimasto incredulo e stupito. Ma lo Spartan era abituato. Qualcuno persino, la prima volta, metteva in dubbio che fosse un umano o che facesse parte dell'UNSC.

HALO: RESISTANCE [In Pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora