Capitolo II: Heart's on fire

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"Well I don't know how, and I don't know why,

but when something's living well you can't say die;

you feel like laughing but you start to cry;

I don't know how, and I don't know why.

Well, I don't have many and I don't have much:

in fact, I don't have any, but I've got enough;

'cause I know those eyes, and I know that touch;

I don't have many and I don't have much.

But oh, darling my heart's on fire

for you.

Well, I don't know where and I don't know when,

but I know we'll be lovers again;

I'll see you some day before the end,

I don't know where and I don't know when.

Oh, darling, my heart's on fire,

for you."

(Heart's on fire - Passenger)




Harry è rannicchiato sul cornicione della sua finestra, una sigaretta tra le labbra, la brezza estiva sul suo viso, e osserva la notte dal suo posto sicuro, in alto, come un guardiano.

Louis è sul suo letto, con la schiena illuminata dalla luce argentea della Luna piena, i capelli sparsi sul cuscino, il viso premuto nel cotone. Harry non riesce a distinguere i suoi lineamenti.

È che è tutto troppo strano.

Harry sente la familiarità, sente che ogni suo gesto è stato ripetuto un milione di volte prima, in un punto nascosto dentro di sé, difficile da raggiungere – Harry lo sente, ma è difficile crederci, perché Louis sembra non conoscerlo – almeno, non questa versione di sé stesso.

Harry è terribilmente sensibile, incredibilmente inadeguato, Harry a volte odia tutto quello che è, ogni sua fibra del suo essere. Harry non canta, non balla, Harry non è lo stesso Harry che ama Louis. Harry non è lo stesso. E ha paura che Louis se ne accorga.

Perché Louis è troppo bello per essere vero. Louis è tutto quello che Harry non è, in tutti i sensi possibili ed immaginabili; lo yin del suo yang, il Sole della sua Luna, un accecante mezzogiorno della sua notte più nera. Louis è gioia, anche se sembra così stanco – a volte guardarlo negli occhi è come una pugnalata nello stomaco, per tutto quello che ci legge dentro – Louis è bellezza e spensieratezza e purezza, un diamante trasparente che illumina tutto quello che lo circonda di un brillante arcobaleno – Louis è perfetto, perfetto.

E Harry non lo è.

Harry è costantemente in movimento, con le dita o con la testa o con i piedi – Harry non riesce a stare completamente fermo, mai, perché ha bisogno di sentire qualcosa, in continuazione, sotto le sue dita o nei muscoli o sulla pelle – quando è nervoso tende a farsi male, senza volere, perché questo bisogno di sentire di esistere, di occupare spazio fisico, diventa sempre più forte. Forse vuole ricordarsi che è quello che vuole: Harry vuole esistere, anche se ogni tanto non sembrerebbe – anche se ogni tanto non lo sa neanche lui. Questo è un modo per essere lì, presente, in quel momento – ho il diritto di esistere.

The risk of absenceWhere stories live. Discover now