CAPITPLO IV - NUOVE CONOSCENZE

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- Quindi, da quello che ho capito, lei è stata portata nell’accampamento della Resistenza dove le hanno medicato le ferite e tenuta in vita per diversi giorni, giusto? - chiede l’uomo di fronte a me.

- Sì, è esatto.

- Beep beep -

Il suo orologio suona attirando la sua attenzione.

- Sembra che il nostro tempo sia terminato. - si alza porgendomi la mano in segno di saluto.

- A quanto pare. - aggiungo io mettendomi in piedi per stringergli la mano.

- Approfondiremo la sua storia domani se non le dispiace. Perché non le dispiace, vero?

Assottiglio leggermente gli occhi aggrottando la fronte. Mi avevano parlato di una sola seduta, quindi perché quest’uomo me ne sta proponendo un’altra?

- No. - quasi sussurro la risposta lasciando andare la stretta.

- Ottimo. Una jeep sarà sotto il suo dormitorio domani mattina alle otto in punto. Si faccia trovare pronta, mi raccomando. Ora può andare. - conclude per poi indicarmi l’uscita facendo cenno con la testa in quella direzione.

§


Chiudo il rubinetto disegnando un cerchio con il palmo della mano sul sensore. Lo schermo sul muro segna la temperatura dell’acqua, trentasette gradi.

Entro lentamente nella vasca sospirando.

Da quando sono uscita da quella stanza non ho smesso di pensare al perché mi vogliano ancora vedere. Non so se lo abbiano chiesto ad altri, né del perché.

Ho troppe domande senza risposta.

Forse sono paranoica. Tutti questi anni a diffidare di chiunque mi hanno portato a dubitare anche di me stessa. Forse mi pongo troppi problemi. Dovrei rilassarmi, prendermi una vacanza. In fondo i GTF ci hanno aiutati, quindi perché diventare solo ora una minaccia?

Eppure sento che mi sfugge qualcosa. Un tassello importante per completare il rompicapo.

Cerco di analizzare qualsiasi ricordo, anche se odio farlo.

Trattengo i pensieri futili e continuo a cercare nella mia biblioteca mentale.

Sfioro ogni ripiano. Sfoglio qualsiasi libro.

Nulla.

Non riesco a capire.

- Coraggio Catherine, rilassati… e ragiona

Passo circa un’ora rimuginare su quelle domande. L’unico risultato che ottengo sono un gran mal di testa e l’acqua che inizia lentamente a raffreddarsi, non aiutandomi nelle ricerche.

Esco dalla vasca coprendomi con l’accappatoio e dando una strizzata veloce ai capelli per prosciugarli dall’acqua. Mi metto di fronte allo specchio.

- Cosa mi sfugge? - chiedo al mio riflesso, come se ci fosse la possibilità che esso mi dia le riposte che cerco.

Il panno di cui mi ero coperta cadeva sulla mia spalla, lasciando intravedere la clavicola.

Guardo la piccola cicatrice circolare che affianca l’osso.

Un misto tra una smorfia e una risata pervade il mio volto ricordando il modo in cui me la ero procurata.

- Resistenza? - chiesi incredula.

I presenti nella sala mi guardarono, straniti dalla domanda.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 30, 2018 ⏰

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