Evangeline, la duchessa di Kingston, sollevò il nipotino dalla vasca, se lo mise in grembo e lo avvolse comodamente in un morbido asciugamano bianco. Con una risatina, il piccolo fece forza sulle gambe robuste e cercò di alzarsi in piedi. Quindi, agitando le manine bagnate, iniziò a esplorare il suo volto e i suoi capelli.
«Piano, Stephen» disse Evie, ridendo per quelle goffe espressioni di affetto. Ma trasalì quando lo vide afferrare il doppio filo di perle che portava al collo. «Oh, sapevo che non avrei dovuto indossarle durante il bagnetto. Sono una t-tentazione troppo forte.» Evie era affetta dalla balbuzie da sempre, anche se ormai il problema era molto più lieve che in gioventù.
La bambinaia, Ona, arrivò di corsa. «Vostra Grazia!» esclamò. «Avrei pensato io a tirare fuori dalla vasca il padroncino Stephen. È un bel peso da sollevare. È massiccio come un mattone.»
«Non è affatto un disturbo» le garantì Evie, baciando le guance rosee del bambino e aprendogli le dita per fargli allentare la presa sulla collana.
«È molto cortese da parte di Vostra Grazia dare una mano quando la tata ha il giorno libero» aggiunse la bambinaia, prendendo delicatamente Stephen dalle braccia di Evie. «Ma qualsiasi cameriera sarebbe ben lieta di farlo. Voi avete cose più importanti di cui occuparvi.»
«N-nulla è più importante dei miei nipoti. E mi piace trascorrere il tempo nella nursery: mi ricorda quando i miei figli erano piccoli.»
Ona ridacchiò mentre Stephen cercava di afferrare la sua crestina bianca. «Adesso gli metto il talco e lo vesto.»
«Qui sistemo tutto io» disse Evie.
«Vostra Grazia, non dovete!» Evidentemente la bambinaia stava cercando la giusta via di mezzo tra il tono deciso e la supplica. «Non con l'elegante vestito di seta che portate. Dovreste sedervi in salotto a leggere un libro o a ricamare.» Quando Evie aprì la bocca per ribattere, Ona aggiunse in tono eloquente: «Avete già fatto anche troppo, la tata mi ucciderebbe se sapesse che ve l'ho permesso».
Touché.
Sapendo che la tata avrebbe ucciso entrambe, Evie rispose con un rassegnato cenno del capo, ma non poté fare a meno di borbottare: «Indosso il grembiule».
La bambinaia uscì dal bagno con un sorriso soddisfatto e portò Stephen nella nursery.
Ancora inginocchiata sul tappeto di fronte alla vasca, Evie allungò le mani dietro la schiena per slacciarsi il grembiule. Per una duchessa non era facile adeguare il proprio comportamento alle aspettative della servitù. Il lavoro più faticoso che le concedevano era quello di mescolare il tè con un cucchiaino d'argento. Certo, era già diventata nonna due volte, ma era ancora snella e in forma, assolutamente in grado di sollevare un bambino bagnato dalla vasca o di giocare con i suoi nipoti nel frutteto. Proprio la settimana precedente, si era arrampicata su un muretto a secco per recuperare qualche freccia giocattolo e il capogiardiniere le aveva fatto una ramanzina.
Mentre trafficava con il nodo del grembiule, avvertì un rumore di passi alle sue spalle. Il visitatore non tradì in alcun modo la propria identità, ma Evie lo riconobbe prima ancora che si inginocchiasse dietro di lei. Dita forti le sfiorarono le mani, allontanandole, per poi sciogliere il nodo con un abile strattone.
Un mormorio basso e suadente le accarezzò la pelle sensibile dietro la nuca. «Vedo che abbiamo assunto una nuova tata. Splendido.» Sapienti mani maschili scivolarono sotto il grembiule allentato, per poi salire con un tocco carezzevole dalla vita fino al seno. «Sei una fanciulla prosperosa. Ho la sensazione che farai un buon lavoro qui.»
Evie chiuse gli occhi e si piegò all'indietro fra le gambe aperte di lui. Quelle labbra delicate, peccaminose, nate per dare piacere, le sfiorarono il collo con delicatezza.

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Scandal In Spring. ↠ Justin Bieber
أدب الهواةLondra, 1876. A differenza di tutte le debuttanti londinesi, la bellissima Lady Annabelle Ravenel non sogna di frequentare balli e trovarsi un marito. Preferisce di gran lunga dedicarsi ai suoi affari. Ma la sua strada si incrocia con quella di Jus...