Does it really worth it?

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'Riprenditi ciò che ti rende felice.'

Quelle sei parole risuonavano dalla notte precedente nella testa di Louis, Beh quelle sei parole e un nome 'Harry.' Era tutto ciò a cui il liscio riuscisse a pensare.
Dopo essersi svegliato, ancora abbracciato a Niall, decise di prendersi un altro po' di tempo prima di decidere di incontrare Harry, infatti quando incontrò Scott nel salone della casa gli diede spiegazioni convincendolo sul fatto che aveva bisogno di pensare per un po' di tempo e se Harry aveva preso quel dopo di decisione, un motivo c'era.
Infatti passò quella giornata- e quelle seguenti- davanti alle sue tele a pensare e a pitturare.
Non volle accanto nemmeno la presenza del suo migliore amico, che continuava a cercarlo e a convincerlo di uscire dalla sua stanza.
Passò una settimana dal giorno in cui lesse quella lettera che lo aveva lasciato vuoto, ma nulla lo smuoveva sulla sua nuova decisione. Non Farò Nulla, Se Ha Fatto Tutto Ciò È Giusto Così, ed era ciò che ripeteva a chiunque gli domandasse qualcosa.
Tutti i suoi amici e famigliari continuavano a dirgli che quella era una decisione abbastanza stupida da prendere, perché Harry aveva deciso per entrambi, mentre il riccio  pensava che fosse giusto così, sperando che Louis soffrisse il meno possibile, ma invece era tutto il contrario, era stata una decisione egoistica da prendere.

Anne nel frattempo continuava a cercare di convincere il figlio a fare un passo indietro per fargli rendere conto di ciò che aveva fatto, ma ogni tentativo di aprire il discorso con Harry veniva smontato dalle sue occhiatacce, beh perché lui attribuiva tutta la colpa alla madre.

Se da una parte c'era una madre che cercava di far tornare indietro su i propri passi il figlio, dall'altra c'era una Johanna che cercava di convincere Louis ad andare avanti, o almeno di provarci, ma per entrambe non ci fu in riscontro positivo.
Entrambi i ragazzi continuavano a ripete, più a se stessi che agli altri, che era giusto così, che era il loro modo per provare ad andare avanti.
Le giornate passavano lente per entrambi, troppo lentamente, a tal punto di doverle impegnare in un qualsiasi modo perché la situazione stava diventando insopportabile, infatti Harry si iscrisse in un conservatorio privato e Louis sì cerco un lavoro.
Quest'ultimo passava interamente le giornate a fare avanti indietro dalla sua camera al pub dove lavorava fino a tarda notte, dormiva sempre di meno e si poteva notare dal suo aspetto fisico che diventava sempre più trasandato.
Nonostante fosse passata poco più di una settimana Louis aveva dimagrito tantissimo e fumava sempre di più, aveva ritinteggiato la sua cameretta.
Nera, così come l'anima di Harry. O così aveva spiegato alla madre, sopra le pareti nere aveva buttato un intero barattolo di tinta rossa che rappresentava, secondo la sua testa, gli schizzi di sangue del suo cuore spezzato, mentre su un muro aveva appeso un quadro dipinto da lui, simile alle pareti: la grande tela bianca era stata ricoperta di tempera nera, sopra aveva disegnato alla perfezione un cuore vero e proprio, 'adornato' da un grosso buco al centro di quest'ultimo, palesemente causato da un suo pugno.
La madre era esausta e non sapeva più che fare col figlio, che oltre a non sopportare di vederlo in quello stato, stava diventando sempre più intrattabile. Aveva iniziato a bere, quasi ogni sera, sempre più spesso si concedeva una canna e con la famiglia era sempre più distaccato, aveva iniziato a passare anche molto meno tempo col suo migliore amico Niall che gli ricordava troppo Harry.
Stava tagliando fuori dalla sua vita tutti quanti perché ogni cosa gli ricordava lui.
Lui non era ancora pronto ad abbandonare i ricordi che aveva della persona di cui era innamorato, ma non voleva nemmeno avere persone attorno che glielo ricordassero a tal punto di fargli mancare l'aria, così si stava chiudendo in se stesso, volendo tenere tutto il dolore che aveva per se, senza condividerlo con nessuno.

Dall'altra parte del mondo Harry aveva riniziato a fare la vita che faceva prima di conoscere Louis, continuava a scopare a destra e a manca, senza legarsi mai a nessuno e per dispiacere di Anne, il figlio aveva anche smesso di parlarle se non per dirle 'sto uscendo, non mi aspettare sveglia.' Quelle erano le uniche parole che il figlio aveva iniziato a rivolgerle.

Portrait. [L.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora