Capitolo 36.

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Ritornai alle prime luci del giorno in camera con lo sguardo perso nel vuoto e senza far troppo rumore, mi sfilai i tacchi che avevano torturato i miei piedi per tutta la sera precedente e in religioso silenzio, andai sotto la doccia e uscendone qualche minuto dopo con lo sguardo totalmente assente e perso nel vuoto.

Stammi lontano per un po'.
Stammi lontano per un po'.
Stammi lontano per un po'.

Erano le parole che rimbombavano nella mia testa in continuazione impedendomi il sonno e costringendomi a piangere silenziosamente su quel tetto per tutta la notte.

Stargli lontano...
E come avrei mai potuto.

Ma la cosa che mi aveva più scioccato era che si era arrabiato su una cosa che lui stesso mi aveva detto di fare, perchè tanto si fidava di me.

«Ah, eccoti, non ti ho sentito rientrare in stanza stanotte...» disse Emma alzandosi dal suo letto non appena mi vise mentre si stiracchiava.
«Sono entrata solo da qualche minuto.» risposi solamente chiudendo la porta del bagno.

La ragazza maltese mi guardò attentamente accorgendosi della mia brutta cera.

«Tutto bene?» mi domandò fissandomi attentamente.
«Alla grande.» risposi sperando che non cogliere l'ironia e che se la bevevesse.
«Non sembra...»
«Sto bene. Davvero.»

Emma si rassegnò e sospirando silenziosamente si diresse verso il bagno mente Grace e Nicole si svegliavano e mi davano il buongiorno.

«Oggi inizieranno i primi ingressi al serale! Dio che ansia!» esclamò Grace coprendosi il suo viso con le sue mani.
«Non mi ci far pensare Grace... me la sto facendo sotto se solo ci penso...» rispose Nicole sbuffando.

Oh... il serale...
Come se me ne importava qualcosa in quel momento.
Non mi importava di niente in quell'istante se Filippo era arrabbiato con me.

Lasciando le mie due compagne di stanza nei loro discorsi, uscì dalla stanza andando in cerca di quella del mio ragazzo per potergli parlare e chiarire un attimo la situazione.

E magari chiedergli persino scusa.

Arrivai davanti alla porta della sua camera e bussai.
«Ei Aurora, buongiorno, quanto tempo che non ti fai sentire!» esclamò il ballerino Daniele non appena mi aprì la porta e mi vide.

«Ciao Daniele, hai ragione, è da tanto che non parliamo... comunque, hai visto Filippo?» andai dritta al sodo.
«È appena sceso a fare colazione, forae lo trovi ancora lì altrimenti sará a fumare.»

«Posso chiederti una cosa?» gli domandai abbassando lo sguardo verso il basso.
«Certo, dimmi pure.»
«Come ha passato la notte? Sempre se eri sveglio.»

Mi rivolse un tenero sorriso e poggiò una mano sopra la mia testa scompigliando leggermente i miei capelli come un padre con il proprio figlio.

«Mi ha detto di te... di voi. Ha passato una nottataccia a piangere in silenzio per non svegliare Einar e io che lo sentivo gli sono stato accanto tutta la sera per confortarlo e nel mentre lui mi ha raccontato tutto di voi e credimi che è in colpa quanto te, quindi adesso corri e sbaciucchiatelo fino a perdere il fiato dato che oggi iniziano le selezioni al serale e manca poco alla divisione in squadre.» rispose il ballerino sorridendomi.

Il mio viso si illuminò di gioia in un attimo e abbracciai quel caro ragazzo abbastanza forte ringraziandolo per ciò che mi aveva detto.

Successivamente lo salutai e corsi come una matta al piano di sotto.
Non appena arrivai, con il fiatone, nella sala pranzo, mi voltai da tutte le parti in cerca di lui, ma niente, non lo vidi.

Così pensai che, come mi aveva detto Daniele, probabilmente si trovava a fumare sul tetto e di nuovo feci una matta corsa di sopra sfrecciando sul tetto dell'hotel.

Lo cercai da tutte le parti e ancora niente, non si trovava assolutamente.

Dove diamine era finito?!

Esasperata, ritornai dentro con la coda fra le gambe e lo sguardo verso il basso un po' delusa dato che sembrava svanito nel nulla.

«Aurora Boreale!» esclamò una voce a qualche metro davanti me.
Alzai di scatto la mia testa e con il fiatone, lo vidi nelle mie stesse condizioni con il suo petto che si alzava e si abbassava ripetutamente.

Corremmo per farci l'incontro e non appena ero arrivata ad una distanza fattibile, gli saltai addosso e mi avvinghiai su di lui a mo di koala con le mie gambe attorno ai suoi fianchi e le mie labbra premute sulle sue mentre le sue braccia invadevano il mio corpo.

«Ti ho cercata ovunque ed Emma mi aveva detto che forse eri a fare colazione, ma non ti avevo trovata e allora ho pensato che forse ti trovavi sul tetto!» esclamò staccandosi poi dalle mie labbra e tenendomi saldamente ancora attorno al suo corpo.

«Stessa cosa che mi aveva detto di te.» risposi ridacchiando.
«Aurora... scusami... ho fatto il bambino solo perchè ho paura di perderti... ti prego perdonami.» disse poi abbassando lo sguardo.

«Scusami tu invece, non mi importa se il serale o le squadre potranno dividerci, voglio che oggi tutti sappiano che io sono tua e tu sei mio, okay?» gli chiesi prendendogli il viso con le mie mani.

Mi sorrise annuendo con la sua testa e poi ci baciammo ancora una volta, come la prima volta...

...

SPAZIO AUTRICE :
Vabbe dai, mica potevo farli stare lontani al lungo eh, eh, adesso amatemi😏
Sto guardando il daytime del pomeriggio e giá ho sclerato 6 volte 😍😍
e niente, volevo mettervene al corrente, adesso ve saluto e ve ringrazio😏
//Clelia🌸🌸

Stay with me. «Irama Plume.» [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora