CAPITOLO 1

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Quest'opera è tratta da una serie tv argentina e quindi è totalmente una finzione.

Dopo la morte di mia madre mi sono impegnata a portare avanti il suo ultimo desiderio. Non devo permettere che altra gente si ammali a causa della incuria di quell'azienda!
Adesso sto andando da un avocato che sta avviando una causa contro di lei. Mi suona il telefono 'Miguel', perché non vuole capire che non voglio più stare con lui... chiudo la chiamata, forse lo chiamerò dopo devo assolutamente chiarire con lui.

Davanti allo studio dell'avocado sento dei rumori strani come qualcuno che si sta lamentando. Mi avvicino alla finestra e lo vedo costretto a tenere la testa sulla scrivania da due uomini. 'Allora dimmi dive tieni il filmato?' Dice un uomo con la barba scura, 'non ho nessun filmato, ti prego lasciami stare!' Esclama l'avvocato. In quel momento uno dei due uomini che lo tengono fermo gli dà un pugno sul fianco. ' non so niente!' L'uomo continua a chiedere il filmato che ho io che può imprigionare l'azienda A. Devo assolutamente scappare se lo trovano la morte di mia madre sarà stata vana. Corro cercando un nascondiglio perché sento due uomini inseguirmi, per fortuna c'è una fitta vegetazione ai lati della strada e posso nascondermi li dietro. Grazie alla mia corsa ho un bel distacco e gli uomini mi passano davanti senza accorgersi di me. Devo scappare da questa città.
Ma dove posso andare? Non ho più nessuno mia madre mi ha adottato e sono cresciuta solo con lei, non ho zii o nonni e i miei ici sono tutti qua e non possono proteggermi. L'unica persona è l'amica di mia mamma che è una monaca e vive nella capitale. Si! Devo andare da lei.
Corro verso la stazione delle corriere e prendo un biglietto verso la capitale.  Mi siedo e riprendo fiato, spero che non mi trovino.

Dopo qualche minuto un uomo con la chitarra mi chiede vicino, che bello! Non devo farmi riconoscere lui può aiutare quei malviventi a trovarmi quindi è meglio non farmi vedere bene il viso. 'ciao io sono Tomas,sto andando alla capitale anche tu?' 'No...Si' mi guarda un po' confuso.
'Si o No?' 'Si'
'Sei sicura' 'si... sono sicura' dico girandomi, non devo fissarlo... non devo fissarlo.
'Io sono Tomas, tu come ti chiami?' 'Anche io vado nella capitale' forse non si accorge che non gli ho detto il nome e non me lo chiede più, non devo dirgli il mio nome!
'Si me lo hai già detto, come ti chiami?' Presa dal guardarlo gli dico 'Julia..' no! Non devo dirgli il mio vero nome'..na'.
'Piacere di conoscerti Julia..na' torno a guardare fuori... devo ignorarlo meglio mettermi a contare così non lo fisso...
Sento uno sbalzo che mi fa svegliare. Mi guardo intorno e... oddio ho la testa sulla spalla di Tomas! Meglio controllare di non aver sbavato...
Lo guardo ed è sveglio 'scusami, mi sono addormentata' 'nessun problema il viaggio è lungo'.
'mh... quanto manca?' 'ancora due ore continua a dormire...'
Torno a guardare fuori e mi riaddormento . Quando il bus si ferma  mi sveglio. Scendo un po' spaesata e mi guardo intorno e a quel punto scorgo Tomas che mi viene incontro con il colletto bianco dei preti e le sue borse. Scherzando gli chiedo 'vai ad una festa? Mi porti con te?' Lui mi guarda e mi dice 'No sono un prete' scoppio a ridere ma lui mi guarda serio... 'si stavo scherzando' provo a dissimulare.
'bene... ti devo salutare' 'si devo andare anch'io, ciao' gli dico e lo guardo andare via, peccato era proprio carino. Devo prendere un taxi ma è difficile con tutta questa gente.
Finalmente dopo un ora riesco ad arrivare al convento. 'CONVENTO SANTA ROSA', finalmente non sono più sola, penso sorridendo.

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