Sono un ostaggio e mi sono innamorata di un sequestratore.
Berlino, è così che si fa chiamare, credo sia un nome in codice.
Solitamente sequestratore e ostaggio sono dei nemici, eppure è scattata una scintilla.
Non l'ho mai baciato, non abbiamo mai fatto l'amore.
Però mi tratta male, mi prende in giro.
Con quel sorrisetto amaro mi accarezza una gota, assicurandomi che andrà tutto bene, quando in realtà so che da qui non ne uscirò viva.
È bastato solamente un suo tocco di mano per farmi innamorare, me ne sono accorta i giorni dopo. Ho capito che non provo solo paura nei suoi confronti, ma anche curiosità e... amore.
Lui è indifferente con me, in fin dei conti Berlino è così impassibile. Sembra sia privo di emozioni, da come ci ha raccontato a noi donne.
Io sono una ragazzina, non dovrei minimamente pensare una relazione o qualsiasi altra cosa riguardo all'amore insieme a lui.
Perché proprio un sequestratore?
Perché proprio... Berlino?
Bene, ora si sta avvicinando, siamo tutti in fila indiana e sento i suoi passi avvicinarsi a me.
Deglutisco, stringo i pugni.
-Alma Martinez-
Ce l'ha con me.
Tengo lo sguardo basso, mi fa così paura, il suo tono di voce è così profondo, come se ti sussurrasse sempre.
-Alma?-
Mi alza il mento accarezzandolo con il pollice.
Guardo ogni suo dettaglio del viso, ogni suo difetto che diviene una perfezione.
Mi sorride, come sempre, amaro.
-Seguimi, su-
Inizio a sudare. Distolgo lo sguardo e lui toglie la mano voltandosi di spalle.
-Voi state qui, chiaro?-
Sospiro e lo seguo, anche guardare la sua schiena mi rabbrividisce.
-Bene bene bene-
Chiude la porta, sento che gira la chiave e serro gli occhi. Non so cosa mi aspetta.
-Alma, voltati-
Mi volto lentamente e lui si avvicina a me.
Mi sovrasta, gli arrivo al petto.
La sua mano si posa sul mio collo ed inizia ad accarezzarlo, tenendo la mano avvolta.
Io continuo a deglutire, non ho più saliva.
-Shhh.. tranquilla. Hai paura?-
Faccio diniego e lui sorride cinico alzandomi il mento. -Perché menti?-
Fa scorrere la mano sul décolleté e posa essa all'altezza del mio cuore. -Lo senti? È agitato Alma...-
Sento il suo respiro caldo addosso e di scatto fa scendere la cerniera della mia divisa rossa, uguale alla sua. -Così va meglio, senti meno caldo?-
-S..sì- accenno sospirando, trattenendo quel poco che mi rimane per non agitarmi.
-Vorrei capire perché mi guardi in quel modo. Sei una delle poche che quando parlo non piange, ma mi ascolta...-
Mi accarezza i capelli e una ciocca la sposta dietro l'orecchio, io non riesco a guardarlo, è più forte di me. Sono terrorizzata all'idea di guardarlo negli occhi, potrebbe scatenarsi un qualcosa che non vorrei.
-Oh, Alma Martinez...-
Vengo girata con violenza ed ora è dietro di me, posa il mento sulla mia spalla e mi sussurra.
-Sei eccitata ora, non è così?-
La mia risposta è un piccolo gemito, soltanto perché la sua mano si è avvolta tra i miei capelli formando una coda di cavallo.
Mi inarca la testa e mi sfiora le labbra sul collo senza baciarlo, ed io a quel punto rabbrividisco schiudendo la bocca.
-Spogliati per me, Alma-
È un ordine.
So che devo farlo, non posso rifiutare.
Si struscia dondolandosi e avvolge le dita tra le mie per guidarmi a far scendere la cerniera.
-Sotto quella divisa che corpo si nasconde? Su, Alma... mostrami il tuo corpo-
Scioglie le mani ed ora manca solo far cadere a terra la divisa.
La faccio scendere sulle spalle ed essa cade, mi spoglio lentamente respirando affannosa.
-Così...- mi sussurra tenendomi i capelli stretti.
Quando sono completamente nuda abbasso lo sguardo e vedo le sue mani posarsi sul ventre per accarezzarmelo.
Quel suo movimento mi fa sussultare, ma subito mi blocca pressandomi su di lui.
-Tranquilla... non ti succederà nulla-
Vi assicuro che le sue rassicurazioni sembrano una seduzione, un modo particolare per sedurti.
-Una mattina...-
Fa scendere le mani sulla mia femminilità, la parte più sensibile del mio corpo.
-Mi son svegliato...- con il dito medio mi accarezza, facendomi sentire una fiamma che lentamente pervade il mio corpo.
-O bella ciao...-
Sento che il dito accarezza con più pressione ed io, senza accorgermene, emetto un gemito fin troppo sonoro.
-Bella ciao...-
Preme una mano sulla mia bocca per azzittirmi e continuo a tremare gemendo.
Ora cambia il modo di muovere la mano, in modo circolatorio, quel movimento non mi fa restare ferma, inizio a muovere il bacino respirandogli sulla mano.
-Bella ciao ciao ciao...-
Grido strozzato per le due dita che mi penetrano all'improvviso, lasciandomi con il respiro bloccato.
Una risatina e finisce di canticchiare, ma non smette di muovere la mano dentro di me.
-Alma.. il tuo nome significa anima, no?-
Raggiungo l'orgasmo e fa uscire le dita subito dopo avermi sentita gridare strozzata.
-Fatti guardare, anima...-
Mi volta per guardarmi e sorride mostrando i denti annuendo. -Il tuo corpo è giovane, giovane e bello...-
Mi accarezza le spalle con entrambe le mani, le fa scorrere sfiorando la mia pelle per accapponarmela.
-Ma non solo, mi Alma...-
Mi schiaccia le guance e ci guardiamo negli occhi, i suoi brillano, sembra stia piangendo.
-Il tuo corpo mi appartiene, tu mi appartieni, Alma Martinez mi appartiene-
Non me ne capacito, sono stupita per le sue parole. -Che..che cosa stai dicendo?-
Serra gli occhi ghignando e alza il mento. -Hai ancora la voce, a quanto pare..-
Le sue mani mi coprono le guance e posa la fronte sulla mia, tira un lungo sospiro ed io non stacco gli occhi di dosso dai suoi.
-Non ti bacerò, Alma...-
Cingendomi i fianchi mi fa indietreggiare fino a sbattere contro la porta, ho sbattuto violentemente, ci ha messo tutta la sua rabbia.
-E se io muoio...-
Una mi guancia si pressa sulla porta, mi ha voltata di spalle ed alzo le braccia premendole sulla superficie.
-Da partigiano...-
Sento la sua zip scendere, sta per accadere. Deglutisco e boccheggio, sale la tensione senza che io voglia.
-O bella ciao...-
Mi accarezza il fondoschiena, le sue mani spremono le mie natiche e sussulto per le dita che scivolano in mezzo per arrivare fino al clitoride, i suoi polpastrelli sono umidi della sua saliva, mi accarezza leggero cantandomi dietro al collo.
-Bella ciao...-
Lo sento. La sua virilità mi accarezza la schiena, posso intuire che sta sorridendo tra il testo della canzone e a me non resta che lasciarmi andare.
-Bella ciao ciao ciao...-
Mi solleva da terra tenendo le mani strette sulle mie natiche e come un botto di uno sparo mi fa sua, colpendomi violento da far vibrare la porta.
-E se io muoio da partigiano...-
Sto per gridare un gemito, ma pressandomi il palmo sulla bocca il grido diviene un gemito silenzioso.
-Tu mi devi seppellir-
Le sue ultime parole, soffiandomi sull'orecchio.
E poi altro colpo, un altro e un altro ancora.
Ogni colpo è sempre più violento, c'è una pistola dentro me.
Mi fa inarcare la testa tirandomi i capelli, la nuca si posa su una sua spalla e tenendo gli occhi spalancati lo guardo con la coda dell'occhio.
Tiene i denti digrignati e spira dai denti, anche quando scopa sembra impassibile.
Non geme come un animale, ma respira lentamente gonfiando le narici, la sua bocca è schiusa.
Mi tremano le gambe sempre più e raggiungo ancora una volta l'orgasmo.
Esce senza venirmi dentro imbrattandomi la schiena, non mi fa scivolare a terra dato che mi cinge i fianchi un attimo prima di scivolare.
-Oh, mi Alma...-
Ancora la sua voce sussurra al mio orecchio per farmi rabbrividire.
Mi volta verso di lui e mi accorgo che ancora tiene la divisa scesa sulle caviglie, per la prima volta osservo il suo corpo nudo.
Tutto ciò mi imbarazza e distolgo lo sguardo stringendomi le spalle, ma lui non vuole, non vuole vedermi tesa.
-Amo vederti terrorizzata perché tieni gli occhi spalancati, così posso osservarne meglio il colore...-
Mi coccola i capelli come solo lui sa fare, accarezzandoli in maniera lenta, ma che ti fa impazzire.
-E guardati, non piangi ancora...-
Mi spinge e scivolo di schiena sopra alla scrivania, mi divarica le gambe e fa scorrere le mani sulle cosce, tenendo gli occhi puntati come dei laser sui miei.
Stringe un mio polso e il braccio viene tirato.
-Toccami, niña-
Niña. Bambina. Non mi aveva mai chiamato così, la sua pronuncia mi fa vibrare il cuore.
Mi spinge a toccargli la sua virilità, non ne sono così convinta, lui mi sta guardando perciò mi imbarazza.
-Sì, voglio toccarti Berlino. Dillo...-
Sospiro e mi avvolge la mano sull'asta. -S..sì. Voglio toccarti Berlino-
L'ho detto veramente, flebilmente , ma l'ho detto.
-no te detengas, mi Alma-
Quel suo sussurrio lussurioso mi aiuta a muovere la mano più forte.
Lo sto facendo impazzire.
La sua testa si inarca all'indietro accennando un sorriso ad occhi chiusi.
Ed io esagero.
Ancora più forte.
Ancora.
Ancora.
Fino a quando la sua mano stringe il mio polso togliendomi via la presa.
-Ora basta-
Sguardo cattivo, voce tremante dall'eccitazione e più profonda di prima.
Mi afferra le caviglie alzandomi le gambe, le divarica, il mio bacino si solleva ed io inizio ad ansimare tenendo i gomiti posati sulla scrivania.
-Tranquila...-
Mi bacia le caviglie e mi solletica la pianta del piede schioccandoci dei baci.
-Ogni parte di te è da baciare, mi Alma-
Tiro un grido assordante e sento la sua virilità entrare dentro di me.
-Ti lascio gridare-
Spinge ad intervalli, e ad ogni intervallo breve grido un gemito bruciandomi la gola.
-Grida, Alma. Soffri...-
Entra sempre più profondo fino a farmi sentire ogni parte della sua mascolinità ed io arrivo al pianto, lamentandomi dal piacere e pensando a me che sono un ostaggio.
E penso a lui, un sequestratore, lui, il cattivo.
Che mi stia usando io non lo so, e questo mi fa piangere.
-sì, piangi Alma...-
Fa raschiare il pavimento con la scrivania, ad ogni colpo striscia a terra.
-Sfogati, sfoga tutti questi giorni rinchiusa contro di me-
Dopo un lungo gemito stonato, esce ed io boccheggio.
Sono così priva di forze, così priva di voce.
Mi alza tenendomi stretta per i capelli e mi accascio a terra, ma so che non ha ancora finito.
E va bene così, perché io Berlino lo voglio. Lo voglio.
-Ven aquí. Mirame-
Alzo lo sguardo e a gattoni mi avvicino, resto inginocchiata poiché già so cosa vuole.
-Sei obbediente, anima mia-
Mi tira i capelli facendomi sbattere contro il suo bacino.
-Lo vedi? Esto es para ti-
Toglie la mano dai miei capelli e tenendosi l'asta mi colpisce una guancia.
-Hai il consenso di farlo, Alma-
Le mie mani tremanti si alzano per avvolgergli il suo membro, muovo la mano e continuo a guardarlo.
-Sii sensuale. Stupiscimi-
-Sì, Berlino-
Cambio tono di voce per sedurlo.
-Non ho sentito!-
È stato come un tuono che mi ha percossa, sospiro e alzo la voce. -Sì, Berlino!-
Mi accarezza le labbra e mi apre la bocca accarezzandomi la corona dentale per spalancarmela di più e di mia spontaneità gli succhio il pollice.
-Smettila-
Non do retta al suo ordine e continuo, guardandolo sempre negli occhi.
-Apri la bocca adesso-
Apro la bocca e lui ghigna, mostro la lingua e con la punta dell'asta mi disegno il contorno delle labbra.
L'ho stupito? Può essere.
Sussulta e trattiene un gemito, dopodiché inizio a fare il mio lavoro con una sua mano che tiene i miei capelli.
È tutto silenzioso, l'unico è il suo respiro a farsi sentire.
Il suo seme mi imbratta il viso, mi guarda ad occhi semichiusi e con quel sorrisino mi rialza tenendo ancora la mano stretta ai capelli.
-Deglutisci-
Obbedisco e sorride ancora.
-Sì, Alma...- mi prende l'indice per farmi accarezzare le labbra imbrattate.
-So che lo farai per me...-
Mi succhio il dito, perché questa cosa sconcia so che lo fa impazzire.
Si rialza la divisa e la chiude, mi guarda a braccia conserte e scuote la testa.
-No, proprio no...-
Mi pietrisco e cambio espressione, allontano il dito dalle mie labbra. -Che cosa?-
-Proprio non riuscirò a starti lontano...-
Berlino, ormai ho fatto centro.
-Un mio bacio lo avrai molto presto. E sai perché? Chiedimi perché, forza-
Si avvicina ed io poso le mai ai bordi della scrivania, sono ancora senza vestiti, infatti mi osserva il corpo. -P..perché?-
Mi sbatte contro il suo corpo, facendomi scivolare con una sua mano posata sulla schiena. Come un casquet, la fine di un ballo.
-Porque tú eres mía-
Mi schiocca un bacio tenendo una sola mano sulla mia gota, si distacca e mi guarda negli occhi accarezzandomi lo zigomo con il pollice, accarezza pure le lacrime versate tempo prima e le cancella definitamente.
I suoi occhi semplicemente scuri, ma che ti penetrano dentro.
Sono una caverna oscura, dove se entrerai non ti aspetterai di uscirne vivo.
Un po' come la realtà che mi circonda.
Detto questo, spero sia il primo bacio di una lunga serie.

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ALMA y BERLÍN - tu sei mia
Cerita PendekZecca dello stato, Madrid. Immaginatevi di essere rinchiusi con una banda di rapinatori, dove tu sei solamente un'alunna in gita con la scuola. Ma improvvisamente tutto si capovolge: da alunna, a ostaggio. Sono Alma Martinez e vi racconterò cosa d...