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Stavo dormendo.
Esatto, stavo, finché ho sentito una mano accarezzarmi l'interno coscia.
Ho spalancato gli occhi svegliandomi con il cuore in gola.
È sempre lui, Berlino.
L'ho intravisto con il riflesso della luna che picchia dalla finestra.
Non mi ha lasciato il tempo di aprire bocca che subito mi pressa una mano, bloccandomi ogni parola che avrei voluto dire.
-Sshh... stanno tutti dormendo. Fai silenzio-
Mi sussurra.
Il mio letto è un pavimento in parquet, con solo una specie di coperta che dovrebbe fare da lenzuolo.
-Ti sono mancato?-
So che sta sorridendo, si capisce dal timbro di voce.
Mi bacia il collo senza far rumore, sento una sua mano dall'esterno della tuta massaggiarmi la femminilità, la sua mano non è a contatto con la mia pelle, eppure sento il suo tocco così profondo.
Togliendomi la mano dalla bocca, mi accarezza le labbra con l'indice. -Bésame-
Resto di pietra e lui mi sfiora il collo con le mani baciandolo.
-Bésame-
Mi sta implorando, non riesco più a trattenermi.
Così gli poso le mani sul viso, accarezzo le sue gote dolcemente.
Tremo, non dal terrore, ma dall'emozione.
Berlino mi sta respirando addosso e le sue guance si gonfiano, sta sorridendo.
Posa la fronte sulla mia e iniziamo a baciarci.
Dio, questo bacio. Sembra infinito, come infinta è la voglia di passare notti di fuoco insieme.
Tirandomi per il colletto mi alza, continua a tirarmi verso di lui ed indietreggiando esce dalla stanza insieme a me.
-Ho cinque minuti-
Mi sbatte contro il muro, mi solleva tenendomi per le natiche e continuiamo a baciarci con foga ansimando come dei tori furiosi.
Giochiamo con le nostre lingue, le nostre salive si fanno sempre più dense e vengono mischiate insieme come i nostri respiri.
I nostri visi sono incollati, gli tiro e accarezzo i capelli mordendogli un labbro con la testa inarcata.
Geme e mi tira uno schiaffo sul sedere. -Che fai, vuoi divorarmi, uh?!-
I nostri corpi si strusciano come dei cerini pronti ad infiammarsi, mi alza una gamba tenendola stretta, rabbrividisco per la mano che scorre sulla coscia accarezzandola in modo pesante.
Le sue carezze mi fanno sentire così desiderata, così sua.
-Facciamolo- mormoro spontanea.
-No se puede, mi Alma. Ho solo tre minuti ora-
Ci fermiamo a guardarci e resta ad accarezzarmi il mento con il pollice, lo fa sempre eppure mi agita il cuore come la prima volta.
La luce è fioca, ci illumina a malapena i volti.
Non rimaniamo molto a guardarci negli occhi poiché ci risulta difficile, è come il positivo e negativo, se li avvicini è impossibile non unirli.
Noi siamo così, un po' come le calamite.
Ed infatti, abbiamo ricominciato a baciarci come dei forsennati.
Mi faccio sbattere contro il muro continuamente, in ogni angolo.
I suoi baci sono indescrivibili: ti divorano, assaporano, ti desiderano.
Mentre mi bacia le sue mani scorrono dappertutto, sui seni, sui fianchi, sulla schiena, sulle natiche, sulle cosce... tutto in maniera possessiva.
Manca solo spogliarsi, ma no se puede, come ha detto Berlino.
Si distacca all'improvviso respirando pesantemente, mi afferra un polso e mi spinge dentro la stanza dove ho dormito poco fa.
Ma che fai? Perché ti comporti così?
Giusto, sei Berlino, non te ne frega di spezzarmi il cuore.
-Tempo scaduto-
Mi chiude la porta in faccia dopo aver riso beffardo, tiro un pugno al muro provocandomi un forte dolore alle nocche.
Sono così arrabbiata, perché non riesco a rendermi conto di come mi sta usando.
Sono uno straccio per Berlino, lo so, eppure continuo a desiderarlo.

3 ore dopo.
Abbiamo appena finito di pranzare e Berlino non l'ho ancora visto, il che è molto strano, è sempre venuto a far visita al gruppo delle donne, ma oggi no.
Stropiccio il sacchetto che conteneva il mio pranzo, così, per noia.
Intrattenendomi a stropicciare nei pugni il sacchetto, vedo un sequestratore davanti a me.
Sono seduta sugli scalini, perciò alzo lo sguardo per vedere chi c'è davanti a me.
-Finito di giocare?-
Berlino.
Mi strappa dalle mani il sacchetto tutto stropicciato.
-Sei l'unica qui fuori, torna nella tua stanza-
Sembra che oggi ce l'abbia con me.
Mi insegue per accertarsi che entro nella stanza assieme alle altre donne, una volta arrivata indica un ostaggio, mi volto a guardare e si tratta di Camila.
Ancora lei.
Prima di uscire dalla stanza mi guarda increspando le labbra, non vorrei che quella porta si chiudesse.
-No!-
Il mio tono di voce è alterato, apro la porta e li vedo camminare lungo il corridoio, lui che le tiene una mano posata sulla schiena.
Stringo i pugni, la rabbia devo contenerla in questo modo.
Faccio avanti e indietro con le braccia dietro la schiena, resto in ansia finché Camila non torna.
Purtroppo sono costretta a rimanere chiusa nella stanza, però non smetto di restare in ansia.
Sussulto, la porta si apre.
Vedo Camila spaurita che si stringe le spalle e Berlino con un sorriso soddisfatto.
Quando ci lascia tutte sole, mi precipito davanti alla porta, mi volto a guardare Camila per farle una domanda.
-Che ti ha fatto?-
-N..niente...-
Non le credo, non mi ha guardato negli occhi e ha balbettato.
-Camila, sii sincera. Ti ha fatto del male?-
Nessuna risposta.
Pesto un piede a terra e seguo il mio istinto: correre a dirgliene quattro a Berlino, faccia a faccia, sfidando la paura.
Nella mia mente ho delle immagini di Camila e Berlino, lui che la seduce per spaventarla ancora di più.
O magari, per scioglierle la paura e fare tutto ciò che ha fatto anche con me.
Sto andando fuori di senno, un po' per i giorni rinchiusa qui dentro, un po' per... la gelosia che si sta scatenando.
Lo raggiungo, è seduto e mi da la schiena, sta rispondendo al telefono, quel telefono rosso, il quale riceve sempre chiamate e lui risponde ogni volta.
Sono stata fortunata che nessun altro della banda è qui con Berlino, me ne approfitto restando dietro di lui.
Posa la cornetta e lentamente si gira verso di me, deglutisco ed inizio a sudare.
Inarca le sopracciglia e si morde l'indice.
Abbasso lo sguardo, pentita di essere qui.
-Perché non sei con le altre, mh?-
Non rispondo, il mio petto si gonfia ad ogni respiro profondo.
-Su, siediti-
Non so se sia una trappola, in ogni caso non posso rifiutare e così mi siedo di fronte a lui stringendo le mani sull'interno coscia.
-Sei un ostaggio proprio disobbediente Alma-
Quel tono canzonatorio, dio come mi infastidisce ora.
Alzo lo sguardo e il mio cuore è su giri, lo guardo mordersi l'indice.
Non dovrebbe rintontirmi quel sorrisino da bastardo, eppure ci riesce.
Sempre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 21, 2018 ⏰

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ALMA y BERLÍN - tu sei mia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora