Lenzuola e vino.

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Louis's P.O.V.
Credo di non dovermi sentire affatto in colpa. Solo che sentivo un peso, un qualcosa di cui non riesco a liberarmi. Maledetto Styles. Lui e la sua innocenza. Lui e la sua faccia da agnellino. Lui e la sua gentilezza nei miei confronti. Lui. L'unico modo per dimenticarmi di tutto questo andava contro ogni principio, sacro in questo regno. Sentivo la gola bruciare dopo il quinto, forse sesto bicchiere di un qualche vino particolare che ho trovato nella sala "segreta" di mio padre, in quella stessa sala in cui l'ultima volta che l'ho visto stava rompendo una bottiglia nel pavimento. Avevo solo 4 anni. E vedevo mio padre libero ma alla stesso tempo nervoso, e nella mia ingenuità e innocenza sognavo di diventare come lui. Ora mi vergognavo solo a portare il suo cognome.

Bevo, bevo, bevo. I miei vestiti erano tutti sporchi. Li porterò domattina presto di nascosto alle serve. Non sapevo in quale direzione stavo andando, né tantomeno riuscivo a vedere a causa del buio troppo intenso. I miei occhi bruciavano, ma riuscivo a scorgere una porta, segno che ero vicino a qualche stanza. Quella luce bianca della luna, di un colore di puro argento, mi trasmetteva calma, serenità ma tutto l'alcool che scorreva nelle mie vene mi faceva avvertire una certa scossa di adrenalina. Cercavo di non far troppo rumore, di camminare piano. La porta cigolò. Maledizione. Inciampai. Caddi. Mi rialzai, ma sentii due braccia possenti e rassicuranti che mi facilitarono il movimento. Alzai la testa verso quella persona che mi aveva portato a ridurmi così. Non disse niente. I suoi occhi dicevano tutto. Mi scappò un piccolo urlo ma subito mi tappò la bocca. La sua mano era calda e profumava di lavanda. Niente di tutto ciò mi piaceva. Sentii solo che stava avvenendo una lotta dentro di me; una parte voleva insultarlo, fargli vedere chi ha in mano il potere, l'altra parte di me voleva solo abbandonarsi fra le sue braccia. E credo che a prevalere sia stato quest'ultimo desiderio.
"L-louis.. " sentii le sue parole lontane, come un eco.
"I-i-o.. n-n-ooooon-n t-toc-c-c-armi.." ma quello non si scostò, anzi. Senza neanche accorgermene, mi ritrovai disteso sul suo letto. Perchè anche bevendo tutto il vino di tutte le cantine di tutto il mondo, riconoscerei indistintamente il suo profumo.
"Oddio Lou come ti sei ridotto.." mi aprì piano il gilet macchiato e appoggiò la mia testa fra i suoi cuscini, in modo tale che non stessi scomodo, e mi coprì con delle lenzuola e un piumone che al momento sembravano la cosa più vicina al paradiso. Mi addormentai immediatamente.

Harry's P.O.V.
Mi persi fra le lenzuola e un libro.
Il modo migliore per terminare una serata troppo lunga. Dopo che le mie damigelle mi aiutarono a indossare il pigiama di seta smeraldo, che faceva risaltare i miei occhi a detta di mia madre, subito mi nascosi fra le calde braccia del letto. Indossai gli occhiali da lettura e iniziai a far vagare la mente: i libri erano sempre stati la mia via di fuga più rapida dal mondo. Quando leggevo non avevo problemi di regno, di troni e di principi e principesse. Senza rendermene conto, mi addormentai, con la bajour accesa e gli occhiali ancora addosso.
Un rumore sordo mi fece alzare di scatto: la porta della mia stanza era stata aperta e dentro ci era caduto, letteralmente, un ragazzo, che io riconobbi subito: fumo e menta. E vino.
Louis.
Dio, dimmi che non ha bevuto e che non è piombato nella mia stanza perchè non è in grado di riconoscere la sua. Ruotai gli occhi, ma sorrisi guardandolo.
Aveva le guance arrossate dal vino, la fronte leggermente imperlata di sudore e i vestiti sporchi. Perchè si comportava così?
E io perchè lo trovavo così dannatamente eccitante?

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