Capitolo 2 - Hello World

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I giorni, così, passarono. Finché, uno di questi, Lan non venne a casa mia.
Mi colse a ciel sereno, perché mi ero completamente scordato di averla invitata da me. Le avevo promesso che l'avrei aiutata ancora, ed effettivamente le avevo proposto di venire a casa mia, perché non avevo più voglia di stare lì in università.
Cavolo, me ne ero dimenticato.
-Prego, entra Lan!
-Grazie mille!
Rimase un attimo a scandagliare la casa, immobile. Poi se ne uscì improvvisamente con un:
-Woah! Niente male Alan, ti sei sistemato ben bene eh? Comunque grazie di aver accettato per l'ennesima volta di darmi una mano. Prima o poi, mi farò perdonare, lo prometto. Ti devo dodicimila favori, sappilo!
Così, poi, la scortai verso la mia camera, dal computer. Rimase per un attimo stordita da quella postazione un po' da gamer e lo schermo enorme, e disse che in fondo un po' se lo aspettava. Persona con stile, per una postazione con stile. Parole sue. Giuro.
Ci sedemmo davanti al pc, per iniziare a programmare qualcosa.
La schermata aveva ancora il programma che stavo cercando di costruire, ma senza pensarci troppo, aprii un nuovo file.
Leggermente sorpreso, si accorse del programma già aperto, e mi fece una domanda.
-Hei Alan, ma... Cos'era quella roba scritta? Anche tu allora studi, eh?
-Ma va, è un'altra cosa, molto più complessa delle cose che facciamo in uni. Io quelle cose le faccio ad occhi chiusi!

Dissi quelle parole con più orgoglio possibili.
Lei ne rimase meravigliata.
-Woah... Ma quindi? Che cos'è? Qdesso ho ancora più voglia di saperlo!

Ed ecco il bivio. Che fare? Inventarmi una scusa? Dirle tutto? Non avrebbe capito niente in entrambi i casi, quindi non sapevo che fare. Non era un semplice programmino di informatica, avrebbe potuto essere l'inizio di una nuova era... Non potevo raccontaglielo così. E conoscendola, lo avrebbe sicuramente detto a qualcuno. Non avrei lasciato che un progetto così alto potesse finire nelle mani di qualcun'altro.
Però dall'altra parte non vedevo perché non avrei dovuto fidarmi di lei. La conoscevo da molto, e non mi aveva mai deluso. Mi sarebbe anche dispiaciuto mentirle.

Tanto cosa avrei potuto perderci? Anche se le dicessi di cosa si tratta non ne capirebbe la potenza nè il fine, e se anche dovesse raccontarlo, nessuno le crederebbe.
Tipo:"Ehi... Lo sapete che Alan sta progettando la IA più potente mai creata?"
Fa ridere solo a pensarci! Risi internamente.

Così, decisi di raccontarle un po' quello che stavo facendo da giorni. Le dissi un po' alla buona le cose, tanto i dettagli non sarebbero comunque stati capibili da una che di informatica capisce meno di zero.

Finì anche per aprirmi più di quanto pensassi. Le dissi ciò che pensavo riguardo al mondo, i pensieri un po' spenti fatti sul pullman, la perdita di entusiasmo per tutto quello che facevo nella vita.

-Niente di nuovo, me l'aspettavo! Non è che tu sia la persona più energica del mondo, ecco.

Questa volta rimasi sorpreso davvero. Una risposta così? Dopo tutto quello che avevo detto? Fantastico.

-Ma va bene così. Non è un male. Siamo umani, e come tali è normale sentire questa incompletezza. Passerà, spero. Non vedo perché non debba.
Capirai che fate della tua vita, e tutto ti sarà molto più chiaro. E forse, rivaluterai un po' tutti. Non siamo perfetti.

L'ultima frase fu come una coltellata al cuore. Era proprio la frase che meno avrebbe voluto senrire. Aveva detto la verità, e soprattutto, una verità non cambiabile. Più sicuro di Dio, più sicuro dell'universo stesso. Non siamo perfetti.

Rimasi un po' tra la rabbia e lo stupore.

Prima che riuscissi a metabolizzare la frase, probabilmente infastidita dal silenzio, attaccò a parlare dell'idea della IA.

-Ma quindi cosa dovrebbe fare questa fantomatica IA di cui mi parli?

Mi ricomposi un attimo, prima di rispondere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2018 ⏰

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