Davanti a noi si estendeva a perdita d'occhio una foresta tetra. Gli alberi erano alti ciascuno all'incirca dieci iarde, avevano tronchi rugosi e imponenti. Il loro aspetto era sacro, le loro cortecce erano scure, segnate dalle intemperie. Sembravano osservarci incuriositi. Dalle chiome spiccavano innumerevoli rami con cospicue foglie dipinte di un verde spento. Tutti questi arbusti non davano la possibilità di vedere oltre. Tutto intorno a noi era appena illuminato da una luna piena che graziava gli occhi con un gioco di luci e forme sinuose. I fili d'erba brillavano di piccole gocce cristalline. Ero spaventato. Chissà quali strane creature erano solite aggirarsi di notte.
«Sembra notte fonda» mi sussurrò Bradley troppo vicino al mio volto per i miei gusti. «Non saprei dove andare e chi sperare di incontrare con questo buio» il suo tono di voce era quello di chi si arrendeva allo sconforto e deponeva le armi.
Ora toccava a me parlare e quantomeno tentare di sollevargli il morale.
«Forse sarebbe meglio non incontrare nessuno, non saprei cosa aspettarmi. Sono stanco e mi sento scoppiare la testa. Mi sembra di vivere un incubo. Il mio unico desiderio in questo momento è addormentarmi e sperare di risvegliarmi a casa nel mio confortevole letto» replicai seccato.«Tentiamo di accendere un fuoco per asciugare i vestiti e le scarpe. Ricordo che quando andavamo in campeggio, papà diceva sempre che in natura il fuoco è il miglior alleato contro i nemici ed era la prima cosa di cui si preoccupava.»
Ad un tratto mi sentii chiamare. «Vieni. Guarda. Questo posto sembra abbastanza adatto», il mio gemello mi stava indicando di rifugiarci tra qualche albero accanto ai quali c'era un piccolo giaciglio di erba secca e ramoscelli che aveva un aspetto del tutto innaturale. Ma io avevo altri pensieri per la testa.«Come ci ripariamo per la notte? Potrebbe esserci chissà cosa in questo posto dimenticato da Dio» esordii con un tono di voce angosciato che quasi non mi riconoscevo.
«Sheldon...» Bradley mi chiamò ma io quasi non lo sentii.Nel panico più totale iniziai a disperarmi sfogandomi con l'unica persona a mia disposizione, il mio gemello. «Non sappiamo dove cavolo siamo, la nostra famiglia sarà molto preoccupata, come minimo avranno già informato la polizia della nostra scomparsa.»
Mio fratello mi rispose immediatamente. «Sheldon...» Ripeté con tono altisonante, ma io ormai non riuscivo più a smettere di dire tutto ciò che mi passava per la testa.«Non so che fare Bradley, non abbiamo nemmeno del cibo e non saprei neanche dove andare domani.»
La mia voce si stava facendo improvvisamente isterica finché mio fratello non iniziò a scuotermi il braccio con foga. «Ehi! Calmati! Non ti agitare più di quanto non lo sei già. Credi che io sia al settimo cielo?» disse mio fratello in malo modo con un cipiglio sul volto.
«Ricordati che siamo nella stessa barca e pure io non ho la più pallida idea di che fare o di cosa aspettarmi di trovare!» Mi urlò contro - questo tono non era da lui, mi sembrava un'inversione di ruoli, io ero passato da essere un gradasso spavaldo a un agnello sperduto.«Ora provo ad accendere un fuocherello per tenere lontane eventuali bestie che si potrebbero aggirare da queste parti di notte.»
«Tutti questi trucchi dove li hai imparati?» Gli chiesi curioso.
«Se leggi libri d'avventura, magia e coraggio capirai che insegnano come affrontare questo genere di situazioni. Se no bastava che ascoltassi di più nostro padre quando ce li insegnava in campeggio.»
Il mio sguardo confuso e malinconico lo fece ridacchiare, anche se di una risata amara.
Mugugnai triste, per poi borbottare scorbutico in risposta. «Sfido chiunque a mantenere la tua stessa lucidità in condizioni simili.»«Adesso che ci penso potremmo essere finiti nella Terra di Mezzo. Partiremo per una nuova avventura!» Esclamò euforico. «Potremmo incontrare qualche elfo o un nano. Ho sempre desiderato vederli e vorrei far loro così tante domande» continuò con aria trasognata.
«Basta così Bradley» sentenziai con un tono che non ammetteva repliche. «Non incontreremo nessun elfo, nano, goblin o quel che sia in questo posto probabilmente dimenticato da Dio. Dobbiamo solo trovare uno stramaledetto modo per tornare a casa. Forse domani mattina tornerà quello strano bagliore nel lago e basterà un tuffo per ritornare a Chicago» sbottai tutto d'un fiato, rosso per la rabbia e con la vena del collo che pulsava. Bradley alzò gli occhi al cielo esasperato e senza dire nulla iniziò ad ammucchiare qualche piccolo pezzo di legna, prese un paio di pietre da terra e iniziò a strofinarle con vigore tra di loro.
«Non credo riuscirai ad accendere un fuoco con qualche sassolino, caro fratellino» commentai ironico.
«Sono pietre focaie rimbambito» mi rispose in tono annoiato.
Nel mentre delle piccole scintille scaturirono e sembravano promettere di diventare un fuoco sufficiente a proteggerci per la notte. Soffiò dolcemente sui piccoli pezzi di legna che già erano incandescenti e subito dopo lingue di fuoco presero vita danzando sulla legna secca.Osservai i miei indumenti fradici e contrassi il viso in una smorfia che dimostrava quanto mi sentissi a disagio tutto umido.
«Credo sia meglio svestirci e lasciare asciugare i nostri indumenti» esordii.
«Mi sembra un'ottima idea. Me li sento appiccicati alla pelle e rischiamo di prendere qualche malanno» commentò Bradley infastidito mentre si spogliava della felpa nera col logo stampato dei doni della morte di un paio di taglie più grande di lui ancora sgocciolante - a parer suo si sentiva più a suo agio con abiti più larghi rispetto alla sua corporatura.
Si sfilò da sopra la testa la maglia che credo avesse stampato sopra lo stemma della casata di corvonero. Mi aveva riempito la testa con tutte quelle sciocchezze.Lo imitai a mia volta, di seguito mi tolsi le mie amate Jordan tutte inzuppate e iniziare a slacciarmi la cintura dei pantaloni per poi sfilarmeli. Rimasi solo con i miei boxer neri, mio fratello ne aveva un paio rosso fuoco. Fortunatamente non c'era freddo, nemmeno un debole alito di vento.
Appesi i vestiti su un ramo che pendeva sopra il nostro fuocherello.«Per quanto riguarda la possibilità di essere attaccati ci alterneremo a fare la guardia. Prima riposati un po' tu che hai davvero un brutto aspetto» commentò. «Sembra che ti sia passato su un tram e che abbia fatto pure retromarcia» puntualizzò arricciando il naso. «Quando sentirò le mie forze venir meno ti sveglierò e faremo cambio.»
Mentre mi stendevo sul giaciglio “innaturale”, vidi il mio gemello che raccoglieva da terra un robusto ramo lungo più o meno una iarda, per poi prendere tra le mani anche una piccola pietra dall'aspetto tagliente.
Non mi azzardai a proferire parola talmente ero privo di energie e mi impegnai ad addormentarmi, avevo sempre avuto molte difficoltà nel prendere sonno e sperai che Morfeo mi trasportasse con sé.
Prima di sprofondare nell'oblio dei sogni, schiusi leggermente le palpebre e mi parve di vedere Bradley affilare con la piccola pietra l'arbusto che aveva appena preso.***********
Angolo autrici:
Cari lettori e care lettrici speriamo che vi siate goduti questo secondo capitolo, e che anche il primo vi sia piaciuto, nel frattempo noi ci stiamo già dedicando intensamente alla stesura del terzo. Ce la metteremo tutta per sformarlo il più presto possibile e non tenervi troppo sulle spine.
N&J
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The Scorzeer series - L'inizio del viaggio #Wattys2018
FantasyIn terre lontane, in mondi a noi sconosciuti, ci sono esseri di cui il nostro mondo ancora non ne conosce l'esistenza. In un mondo unico, di nome Scorzeer, dove le terre sono state impregnate dalla magia, dalla saggezza e dal bene, ma anche dal sang...