Capitolo sei:
《Vuoi tornare a casa?》
《No.》
Risposi frettolosamente.
Per qualche vago motivo non volevo tornare a casa.
Stare all'aperto mi faceva sentire così libera. Senza mia madre.No, stupida.
Pensai per gli immediati sensi di colpa, che egoista ero a pensare cose simili.
Mia madre mi aveva cresciuta più o meno da sola ed io dovevo solo stare zitta e ringraziare.《Perché no?》
Chiese lui, dopo qualche minuto di silenzio, alzai lo sguardo verso di lui e sospirai, facendo spallucce.《Su, non sono nato ieri.》
《Non lo so. A volte vorrei andarmene. In un posto che non sia in Corea. Stare a casa, nonostante mia madre mi lasci sempre libera, mi fa sentire in gabbia. Mi fa sentire come se oltre a quelle mura, c'è solamente la Corea. Come se non avessi scampo.》
《Che c'è di male nel stare qui?》
《Il fatto che ogni persona mi ricordi mio padre.》
《Tu ci pensi troppo.》Cominciai a ridacchiare ironicamente, dandogli una pacca sulla coscia.
《Io ci vivo. Le persone a scuola mi guardano come se avessi qualche problema e hanno paura di rivolgermi la parola, dato che Byun Saengmin è morto. Pensano che sia diversa.》
《Byun Saengmin?》
《Mio padre.》
《Tu sei a posto.》
《Lo so.》Chan si avvicinò a me, avvolgendo un braccio sulle mie spalle.
《Ti propongo un gioco. Due verità e una bugia, tu ci stai?》
《Cioè?》
《Ti dico tre cose su di me di cui una non è vera. Devi indovinare la bugia.》
《Mi sembra un gioco stupido, ma giochiamoci.》
《Comincia tu.》Non sapevo che dire o da dove iniziare, ci impiegai un'eternità a formulare una frase che non fosse troppo banale.
《Prima. Ho una cicatrice sulla schiena perché una volta stavo scavalcando un recinto e mi sono tagliata.》
《Mh.》
《Seconda. Amo i pomodori.》
《Sí?》
《Terza. Sono molto brava a disegnare. Adesso dimmi, qual è la bugia?》
Lui non ci pensò su e scelse la prima, sbagliando completamente.
《Non hai una cicatrice sulla schiena, hai avuto bisogno del mio aiuto per il muro della casa abbandonata, quindi non hai scavalcato quel recinto.》《Sbagliato! La cicatrice ce l'ho, me l'hanno cucita dato che la ferita era profonda.》
《Aish... allora quale era la bugia?》
《Quello dei pomodori, io odio i pomodori. Ora tocca a te.》《Prima. Ho ucciso mia madre.》
Aggrottai la fronte, stringendomi in me stessa.Era abbastanza cupa come cosa, ma contento lui, contenti tutti.
《Seconda. Sono vergine.》
《Divertente come battuta.》
《Terza. Trovo che tu sia bellissima.》||Sí, Chan ha appena detto che siete bellissime. Dato che Dayeon siete voi lettrici.||
Poteva aver imbrogliato, dato
《Yah, secondo me hai imbrogliato. Nessuna di queste tre è vera, hai imbrogliato.》
《Lo credi davvero? Pensaci su.》Uccidere sua madre non era affatto una cosa sensata. Ma chi ero io per giudicare?
Il fatto è che forse avevo paura. Non volevo accettare il fatto che fosse una verità.
Non volevo cominciare ad avere paura del ragazzo di cui io mi fidavo più di me stessa.Non m'importava sapere se fosse vergine o no, ma ero sicura che ciò che aveva detto fosse una via.
D'altronde ero sicura che anche la prima fosse una menzogna.La terza affermazione era una frase messa lì per confondermi.
《Tu non hai ucciso tua madre.》
Lui si leccó le labbra e sorrise, confondendomi ancora di più.《E invece l'ho fatto.》
Rimasi zitta in quel momento, non aprii più bocca, anche perché sapevo che avrei detto qualche cazzata.Mi accorsi di quanto fossi patetica e di quanto tosta fosse la mia faccia.
In quel momento avrei tanto voluto che la storiella dell'essere ricercato fosse vera.Mi accorsi che il mondo non girava attorno a me, che il mondo non era fatto di persone perfette, che non ero l'unica ad affrontare o ad aver affrontato momenti difficili.
Ma io avevo paura.
Quante volte mi era parso di essere invisibile agli occhi di tutti, quante volte ero rimasta zitta a riflettere sul fatto che anche senza la mia presenza, il mondo continua a girare ugualmente.
E ciò mi faceva paura, c'erano momenti in cui pure le persone a cui tenevo di più, mi ignoravano.Sentivo che stessero bene anche senza di me. Per questo evitavo di affezionarmi, non mi avvicinavo troppo e se lo facevano loro, io mi allontanavo.
Non volevo soffrire.《Come?》
《Chris Bang, ragazzino di 12 anni molto allegro, viveva in una famiglia spezzata. Il padre aveva una compagna con la quale aveva fatto una figlia. La madre allora ha cominciato a bere, diventandone dipendente. Chris, ragazzino di 12 anni di prendeva cura di sua sorella che ne aveva 7. La madre tornava a casa ogni sera ubriaca fradicia; urlava e piangeva, a lui faceva pena, ma poi lei cominciava a toccarli. A fare del male a loro. Sua sorella poverina, non capiva. Una sera Chris promise a sua sorella che la mamma non l'avrebbe più toccata. La mamma rientrò in casa e cominciò la sua solita scenata, cominciò dal tirare i capelli alla bambina fino a tirarle degli schiaffi in faccia. Il piccolo Chris, allora, intervení, tirando un pugno in testa a sua madre. Non si sa da dove sia uscita, non si sa da dove l'abbia presa, ma la mamma tirò fuori una pistola e la puntó in testa al piccolo Chan. Era sicuro di stare per morire, finché lui non decise di ribellarsi e di strappare la pistola dalla madre che stupidamente non la stava stringendo. Le puntó l'arma contro e lei cominciò a ridere, urlando come una pazza che tanto non avrebbe premuto il grilletto. Ma lui lo fece, la uccise.
Mi sono pentito di ciò che avevo fatto subito dopo averlo fatto, ma che scelta avevo, Dayeon? Che scelta avevo?》Non proferii parola, lui piangeva silenziosamente, guardando a terra.
Lo circondai con le mie braccia e gli diedi un bacio sulla guancia. Gli asciugai poi le lacrime e sospirai.
《Mi dispiace, Chan. Ma quel che è fatto è fatto, l'importante è che tu sia qui. Non avevi scelta. O tu, o lei.》《E tu che cosa ne sai? Non riesco neppure a chiudere gli occhi, a dormire. Hai saputo odiare tuo padre? Buon per te, io avevo solo mia madre.》
Si alzò dalla panchina, lasciandomi da sola come una stupida.
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❝ THE BOY YOU WERE TALKING ABOUT ❞ • » Bang Chan «
FanfictionSapere che tutto ció era solo frutto della mia immaginazione, mi fa venire i brividi. La solitudine porta davvero alla pazzia. ATTUALMENTE IN REVISIONE.