Prologo

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New Orleans, 1948


Namjoon era seduto sul tappeto della sua stanza, circondato da dei morbidi cuscini mentre giocava con dei giocattoli di pezza cuciti da mia madre appositamente per lui.

<<Jinnie>> mi chiamò, aveva un sorrisino sulle labbra, ai lati della bocca spuntavano due piccole fossette che gli davano un'aria assai dolce.

<<Vieni a giocare con me?>> ondeggiò fra le mani l'orsetto di pezza marroncina, la mamma aveva fatto davvero un bel lavoro con quello, tant'è che quando a casa era impegnata nel cucirlo, avevo insistito per averne uno uguale, solo che per Namjoon utilizzò del tessuto chiaro, per me scuro.

Ed ora volevamo far giocare i nostri orsacchiotti assieme, Joon l'aveva chiamato Monie, io il mio lo avevo chiamato Odengie.

<<Allora? Vuoi giocare con me?>> aspettò una risposta con la bocca aperta increspata in una smorfia simpatica.

Mi stesi su un cuscino e presi Odengie, cominciando a fargli muovere le zampette morbide. Joonie rideva mentre insieme facevamo finta che i nostri due orsetti fossero fratelli ed impersonavano tanti ruoli diversi.

Ero con lui tutti i pomeriggi, mia madre lavorava per il suo papà e dato che il mio non poteva occuparsi di me durante il pomeriggio, dopo scuola mi recavo con Namjoon a casa sua.

Ah, era grande, casa sua. Un cancello nero in ferro battuto circondava la villetta bianca a cui attorno vi era presente un verde e rigoglioso giardino. Vi era un albero di pesco e nei primi giorni di primavera io e Joonie guardavamo i fiori sbocciare.

Io a volte coglievo i delicati fiorellini rosati per regalarli a mia madre ma quando poi vedevo che Namjoon mi guardava con sguardo triste, li lasciavo cadere in terra.

Lui la mamma non ce l'aveva, era morta durante il "parto", o almeno, così avevo sentito dire alla mamma in cucina, mentre ne parlava con papà, pensando che io stessi dormendo.

Joon continuò a strapazzare il suo orsetto, la porta della stanza si aprì e vidi mia madre camminare verso di noi, sorridendo raggiante.

<<Namjoonie, Seokjinnie, vi và di sentire una favola?>> Joon abbandonò momentaneamente il piccolo Monie solo per posizionarsi più comodamente sul suo morbido cuscino viola per poi riprendere l'orsetto fra le mani, aspettando la storia.

<<Tesoro stenditi anche tu>> mi incoraggiò mia madre, mi sedetti a gambe incrociate con Odengie sul mio grembo.

Lei prese una sedia a dondolo, ci si accomodò e prese il libro delle sue favole, cercando quella che non aveva ancora raccontato.

<<Mhh... allora, Nolbu e la famiglia del fratello minore Heungbu>> lesse, finalmente.

Namjoon prese una posizione più comoda sul cuscino con un sorriso ad incorniciargli le labbra.

<<Nolbu ed Heungbu erano due fratelli, Nolbu non era proprio il più buono fra i due, anzi! Si potrebbe dire che fosse il fratello cattivo. Era molto egoista ed arrogante. Un giorno purtroppo i genitori dei due fratelli morirono a causa di una malattia che non aveva cura - >>

<<Oh no!>> urlò Namjoon all'udire quelle parole contenenti disgrazie, io sbuffai appena un pochino.

<<Nolbu, essendo tanto cattivo e avaro, cacciò dalla casa paterna la grande famiglia del fratello minore, Heungbu.>> continuò lei.

𝐅𝐑𝐀𝐆𝐎𝐋𝐄 𝐄 𝐂𝐈𝐎𝐂𝐂𝐎𝐋𝐀𝐓𝐎 [K.nj, K.sj]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora