Il diario

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Non avrei dovuto prendere questo treno, il viaggio è lungo e noioso, avrei dovuto dare retta al mio istinto, fare da solo i biglietti, e prendere l'aereo per arrivare a Philadelphia, ma la mia sbadata segretaria ha voluto fare lei, ed ora eccomi qui a cercare una posizione comoda su questi sedili non propriamente comodi e, mentre poggio una mano per fare forza per tirarmi su, le dita finiscono esattamente al centro dei sedili e tocco qualcosa di strano.

Mi incuriosisco, allargo lo spazio e noto un libricino. Affondo le dita e lo estraggo. Sembra un piccolo diario, in pelle, consumato dal tempo. 'Chissà da quanto tempo è qui e a chi appartiene' penso tra me rigirandolo tra le mani, e so bene che in alcun modo dovrei farlo, ma sono così frustrato e annoiato per questo viaggio così monotono, che mi ritrovo a slegare i due lacci che lo tengono chiuso, e a sfogliarlo con l'enorme tentazione di leggerlo: dopotutto chi mai verrebbe a saperlo?

È una bella calligrafia, piacevole da vedere, credo sia di una donna, poi, la mia attenzione viene attirata, inspiegabilmente, da un paragrafo.

"Hai sempre avuto gli occhi di un angelo, quei tuoi occhi azzurri che mi hanno fatta innamorare di te non appena ti ho vista. Non è mai stato facile per noi. Ci siamo amate in segreto, con una passione che non avevo mai provato prima di incontrare te. Sono stata sul punto di andarmene così tante volte che ne ho perso il conto, ma tu sei sempre stata pronta a riprendermi ogni volta che tornavo da te per arrendermi all'amore che non potevo più arginare, ma le persone intorno a noi non l'hanno mai pensata così. Per prime le nostre famiglie, che ci hanno sempre ostacolato."

Non riesco a smettere di leggere tutto ciò che ne segue, sono come stregato da queste parole e dall'amore che riescono a trasmettere, tanto che inizio a sentirmi parte di questa storia pur non conoscendo nessuna delle persone coinvolte. È un amore intenso, travagliato, tormentato, ma pienamente vissuto. Non ho idea di cosa si prova, ma vorrei sinceramente scoprirlo ed è per questo che non riesco ad impedirmi di leggere il resto.

"Mi hai detto che saresti tornata a Princeton, che avremmo lottato insieme, ed io ti ho promesso che ti avrei aspettata, quindi resto lì, ai piedi della torre dell'orologio, alle dodici in punto, oggi, domani, per il resto dei miei giorni. Io ti aspetto Jen."

Le pagine seguenti sono bianche. Tutte. Il racconto si interrompe così.

Il treno rallenta, la prossima fermata è Princeton Junction. Non è la mia, ma se fosse un segno del destino?

Mi alzo come un automa, cammino, e alla fine scendo dal treno con ancora quel diario tra le mani. Se trovassi quella donna potrei restituirle il diario, potrei restituirle un pezzo della sua vita e potrei stare al suo fianco se fosse ancora lì ad aspettare quello che, indiscutibilmente, è il grande amore della sua vita. 

Thoughts - Raccolta di One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora