Rebel.

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Finalmente sono tornata a casa dopo una faticosa giornata di "lavoro".Domani sarei dovuta andare in una nuova scuola, perché avendo solo diciotto anni chiunque si sarebbe insospettato che non andassi a scuola così giovane.

Mi tolsi le mie Dottor.Martens e il mio giubbotto di pelle gettandoli con non chalance. Mi gettati suo divano con una panino e una coca cola,accesi la TV e pensai a come sarebbe stato domani. Sicuramente i classici gruppetti di sfigati, nerd,popolari e troiette.

Lasciai questi pensieri e dopo aver mangiato come un americano obeso andai a dormire anche perche erano le 3:23 di mattina.

il giorno dopo.

Mi svegliai imprecando, mi alzai cautamente dal letto e andai in bagno.

Mi feci una veloce doccia,mi truccai con un po di fondotinta, fard, mascara e eleyner e il mio amato rossetto rosso firmato Chanel.Feci uno shignon spettinato con qualche ciocca che mi ricadeva sul viso.

Scelsi delle vans gialle, con un pantalone di pelle e una di quelle magliette extra larghe semplici nere sopra.

Misi una collana con il segno del dollaro color oro.E degli occhiali modello vintage. Ammetto che adoravo il mio stile.

Presi uno zaino con delle borchie e dopo aver messo delle penne e dei quaderni andai in macchina,assicurandomi di avere la mia pistola.

Non si sapeva mai con tutti i nemici che avava io mio clan.

Entrai nella mia GIP, per essere solo una diciottenne avere tutti questi soldi è strano ma è la cosa più bella del mondo.

Con il mio lavoro non potevo lamentarmi anche se era un lavoro clandestino.

Arrivai a scuola appena scesi dalla macchina mi guadagnai fischi e sguardi maliziosi da parte di alcuni idioti,che solo dio sa perché sono nati.Sarò cattiva ma la gente mi ha portato ad esserlo.

Appena entrai maledii mentalmente Christian di avermi costretto a venire in questo edificio. Christian era il capo del mio clan, la persona più cattiva e spuderata che io conosca.

Ragazzini arrapati che sbavavano dietro le troiette della scuola, queste mi lanciarono uno sguardo di schifo. Mentre i giocatori di football mi guardavano attentamente. Tolsi gli occhiali e lanciai un occhiataccia a tutti,molti mi riconobbero a abbassarono lo sguardo.

Altri come i popolari mi tennero testa e tratteni un sorriso per la loro ingenuità avrei potuto farli saltare in aria.

Mi diressi nel ufficio della preside,e dopo avermi detto di stare attenta forse mi conosceva anche lei per qualcosa di male.Mi diressi nell'aula A4 e dopo 5 ore di inferno uscii cautamente mentre il resto della scuola si dimenava per uscire come un branco di pecore.

Appena uscii accesi una sigaretta che misi in bocca distrattamente mentre cercavo invano il mio iPhone.Fui distratta da una voce alquanto fastidiosa

-Cosa abbiamo qui,una nuova sfigatella.

La solita troietta della scuola.La ignorai non avevo tempo per degli idioti.

-Cosa fai non rispondi?

-Non sai che è male educazione rispondere.

Aveva sbagliato persona da prendere al bersaglio.

-Nick vieni qui ho qualcuno con cui divertirti.

Camminai ancora di spalle quando mi sentii prendere la spalla.

-Hai sentito la mia ragazza? dovresti rispondere.

-Peccato che a me non frega un cazzo.

Dissi facendo un tiro dalla mia sigaretta abbastanza scocciata.

Mi spinse violentemente quasi casi per terra ma per mia fortuna e grazie agli addestramenti al clan mi ressi.

-Cosa succede eh?Hai paura?

Un altro spintone questa volta la mia pazienza era al limite e contenermi non era nel mio stile.

Notai che si era creato un gruppetto intorno a noi.

-La mia pazienza ha un limite.

Mi mollò uno schiaffo.Tasto sbagliato.

Estrassi la pistola e gliela puntai addosso.

-Cosa c'è hai paura.Dissi facendo un tiro pigramente. Notavo nei suoi occhi paura.

Rimisi la pistola apposto, misi gli occhiali e me ne andai con non chalance.Gettati la sigaretta e sentii dei lamenti e stupori da parte di qualche alunno prensente nel gruppetto.

E anche qualche bestemmia da parte di quei sfigati.

Stavo per entrare in macchina quando una voce molto familiare. Che riconoscerei tra mille.Justin Bieber.

Non ebbi tempo di mettere a fuoco la scena che caddi in un sonno profondissimo.

Mi svegliai come se mi ero fatta qualche dose di eroina.Quando riuscii a mettere a fuoco la scena, mi accorsi che non mi trovavo nel mio appartamento,ma in un luogo sudicio. Mi alzai lentamente,cercando di ricordare il motivo del mio essere qui. Quando ricordai,dedussi che probabilmente mi trovavo nel clan di Justin Bieber.

La cosa importante era apparire insensibili cosa che ormai sapevi fare bene da anni.

Sobbalzai quando la porta si aprii mostrandomi,il famoso gangster.

Justin Bieber.Lo guardai attentamente senza dare troppo nell'occhio.

Non era cambiato da quando l'avevo visto l'ultima volta. Era dannatamente sexy.Ma era una cosa da tralasciare visto che mi aveva rapito.

-Jefferson, benvenuta in casa Bieber&co.

-Non credo che questo sia un benvenuto.

Dissi riferendomi a come mi aveva portato qui.

-Ora,sarai al mio servizio e soddisferai tutti i miei sfizi, intesi?

-Non ti bastano le tue luride puttane?

-Sei così fottutamente sexy quando bestemmi. Disse accarezzandomi la guancia con il dorso della mano. Rimasi impassibile a quel tocco anche se dentro me rabbrividii.

-Cosa dovrei fare adesso?

Dissi con nonchalance.

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