Chapter 1; dark like his hair

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Jungkook si svegliò quella mattina con un forte mal di testa e gli occhi pesanti, aveva dormito male durante la notte per colpa del caldo che non accennava a diminuire, aveva i capelli spettinati e leggermente sudati che ricadevano sulla sua fronte, le labbra arrossate cosí come le sue goti. Il suo collo era rivestito da piccole goccioline, la maglia era assente lasciando così anche il suo addome leggermente bagnato da quella patina di sudore.
Aveva dormito più o meno due ore dall'ultima volta che aveva guardato la sveglia.
Il ragazzo odiava svegliarsi già stanco, perchè era consapevole che sarebbe rimasto in quello stato di assenza per tutta la giornata se non avesse riposato.
Si stiracchio e camminó verso il bagno intento a farsi una doccia fredda, ne aveva un folle bisogno, e realizzó solo una volta che fu sotto il getto di acqua fredda che quella sera sarebbe andato a vedere le stelle, e il suo umore mutó immediatamente a quel pensiero.
Inizió a cantare mentre sciacquava il suo corpo dalle bolle di sapone.
Taehyung udì la voce del suo migliore amico provenire da poche stanze di distanza, segnalando così il fatto che si fosse svegliato; amava la sua voce, gli diceva sempre che avrebbe potuto prendere dei corsi di canto e che avrebbe fatto parecchia strada, ma il minore, testardo, non si convinceva mai e anzi, riteneva non fosse abbastanza bravo.
Jungkook in realtà brillava in tante doti, come l'arte e gli sport, la letteratura e l'inglese, ma chiunque lo conoscesse sapeva quanto il ragazzo fosse dotato per il canto e la danza, che effettivamente erano le sue passioni più grandi, ma che non aveva mai espresso al massimo per paura e insicurezza.
Il maggiore si rattristó a quel pensiero, riteneva davvero il suo migliore amico una persona che avrebbe potuto fare carriera, ma quei paletti che erano le sue insicurezze e le sue paranoie, lo bloccavano.
Quei pensieri svanirono quando vide il più piccolo fare capolino in cucina con i capelli bagnati, una maglietta bianca e dei pantaloncini corti, un sorriso, e gli occhi stanchi.
"Giorno taetae"
"Hai dormito bene?" Tae sapeva che gli avrebbe mentito per non farlo preoccupare, anche se si trattava di caldo notturno, e tae lo sapeva perché lo aveva udito muoversi e spostarsi molto quella notte, motivo per cui anche lui aveva dormito poco.
"Si meravigliosamente" disse abbozzando un sorriso.
"Mi fai un caffé al caramello?"
Taehyung preparava delle bevande fantastiche dopo i due anni di esperienza in un bar vicino casa, e quindi, capitava delle volte che le preparava al più piccolo.
"Certo kookie".
Il maknae si abbandonò a se stesso e si sedette, passandosi una maglia tra i capelli.
Fu una mattinata molto silenziosa, di solito i due parlavano molto, soprattutto di ciò che facevano la sera prima se non stavano assieme, ma quel giorno no, ognuno era assorto nei suoi pensieri e nella propria stanchezza.
Tae diede il caffè al più piccolo che gli regaló un sorriso mentre degustava i biscotti e il caffè che poi fu riempito con del ghiaccio.
"Stasera quindi.." inizió il maggiore
"Si tae sono emozionato e davvero tanto felice non sai quanto."
"Senti ehm io stasera ti porteró li con quindici minuti di anticipo, devo fare una cosa prima di vedermi con jimin."
"Ah giusto cosa devi fare con jimin?" Il minore sorrise e strizzó gli occhi mentre pronunciava il nome di jimin cercando di imitare Tae.
"Dai smettila kookie, non mi piace jimin, lo sai che non mi attraggono i ragazzi."
"Certo tae, ti credo sulla parola." Disse il minore con tono sarcastico.
Taehyung sbuffó e abbandonó la cucina.
Effettivamente jimin non lo vedeva proprio come jungkook, nel senso, quando vedeva il più piccolo senza maglia, al ragazzo non provocava alcun effetto, cosa che non succedeva invece con jimin; una volta era andato a vederlo provare una coreografia, e dato che la sala prove non aveva aria condizionata, il sudore e l'afa iniziavano a farsi sentire, sia sulla pelle del ballerino che su quella di tae, e così il biondino si tolse la maglia, rivelando un corpo discretamente pronunciato, che fece arrossare le goti di tae.
La cosa che lo fece vergognare di più peró fu il più piccolo che si accorse della cosa, e si avvicinó pericolosamente a lui con un sorrisino stampato sul volto.
Da quella volta tae inizió a dubitare della sua sessualità, ma dato che ancora non sapeva cosa fosse o se l'attrazione verso jimin fosse passeggera o meno decise di restare in silenzio e non dire nulla al suo migliore amico, che a contrario suo, sapeva fosse gay.
Tae ancora assorto nei suoi pensieri intanto, si stava preparando per andare al lavoro, era un periodo piuttosto difficile e impegnativo, dove capitava che il ragazzo restasse in ufficio anche per intere giornate, senza cenare o pranzare.
Jungkook lo sapeva, ma non riusciva a convincerlo che doveva fare delle pause per staccare e riprendere le proprie forze.
Il maggiore infatti poco dopo stava uscendo di casa, lasciando un bacio sul capo al suo migliore amico e ricordandogli di farsi trovare pronto entro le nove di sera.
Jungkook da suo canto ci metteva davvero tanto per prepararsi ogni volta che doveva uscire, passava le ore davanti all'armadio aspettando l'illuminazione su cosa indossare, e poi finiva per mettersi sempre le stesse cose.
Durante la giornata il giovane non fece granché, ordinó il suo pranzo che consumó sul divano mentre guardava un drama, per poi addormentarsi qualche ora, perchè ancora reduce dalla stanchezza notturna.
Arrivarono le 7:30 e Jungkook si svegliò dal suo sonno, e si rese conto di quanto tardi fosse, doveva ancora farsi la doccia, cenare e vestirsi.
Correndo ordinó una pizza, e si recó subito in doccia, dove passó 30 minuti del suo tempo, perchè si perse iniziando a cantare.
Uscito dalla doccia, nonostante il caldo, si asciugó i capelli e li ordinó, decise di cambiarsi un orecchino, e corse in camera con ancora l'asciugamano in vita.
Erano le 8:10, tae sarebbe arrivato tra nemmeno un'ora, e lui non aveva ancora mangiato e nemmeno sapeva a che ora sarebbe arrivata la pizza.
"Dannato sonno". Sbuffó mentre era poggiato all'anta dell'armadio non sapendo come vestirsi.
Era un'occasione importante, pochi vi avrebbero partecipato, non poteva mica presentarsi in canottiera.
Mentre spostava tutti i suoi vestiti, suonó il campanello.
"LA PIZZA" strilló, corse ad aprire e a prendere i soldi per pagare.
Aprì la porta e vide questo ragazzo dai capelli rosa, più alto di lui, e con delle labbra piene.
Lesse sulla targhetta "Jin".
Il ragazzo davanti a lui lo guardó sorridendo con le goti leggermente arrossate, e il giovane non capiva perché, solo dopo realizzó che fosse senza maglia e solo con l'asciugamano in vita.
Si coprì la bocca, diede i soldi al ragazzo non curandosi del resto, prese la pizza e chiuse la porta, senza parlare.
Si passó una mano in fronte e fra se e se stava pensando quanto quella giornata stesse andando male.
8:40 e kookie era allo stesso punto di prima solo con una pizza in più.
Mangió tre spicchi mentre era ancora davanti all'armadio, per poi non curarsene più, avrebbe mangiato più tardi se fosse rimasto del tempo.
Il ragazzo tiró fuori dall'armadio una camicia nera a maniche corte, degli skinny jeans e le all star nere.
Si vestì in fretta e si guardó allo specchio compiacendosi per come si fosse vestito.
8:50, aveva dieci minuti per finire la pizza, ma il campanello suonó alle 8:57 lasciando così nel cartone altri cinque spicchi.
"DANNAZIONE"
Jungkook odiava non finire il suo cibo, soprattutto se aveva fame, ma doveva farlo almeno quella sera.
Prese le chiavi chiuse la porta di casa e corse per la rampa di scale fino al piano inferiore.
Vide tae in macchina che lo aspettava, notó quanto il suo migliore amico fosse elegante e bello.
"Hyung sei più elegante di me, cosa devi fare da jimin ?"
"Kookie è tardi ti prego, ne parleremo domani mattina".
Jungkook alzó gli occhi al cielo e si appoggió al finestrino.
Lasció che l'aria colpisse il suo viso, e puntó gli occhi al cielo, notando la luna che era quasi piena, e neanche una nuvola.
Perfetto.
Il viaggio fu molto lungo, fino a che arrivarono sopra questa collina, l'unica cosa visibile era un arco bianco leggermente illuminato da due faretti che indicava l'ingresso per la "stars convention".
A Jungkook gli si illuminarono gli occhi, strinse le labbra e si giró verso il suo migliore amico.
"Divertiti kookie." Disse tae sorridendo dopo un viaggio nuovamente troppo silenzioso per il maknae.
Abbracció forte Taehyung bisbigliando un grazie al suo orecchio.
Scese dalla macchina con il suo biglietto in mano per poi vedere tae sfrecciare via nel buio della notte.
Jungkook inizió a muoversi, gli tremavano le gambe e continuava a rigirarsi il suo biglietto tra le mani, sciupando leggermente la carta.
Camminó per quel prato dove l'erba era appena stata tagliata, fino ad arrivare davanti a questo edificio.
All'ingresso, una ragazza controlló il suo nome e gentilmente lo fece entrare, dandogli una mascherina per gli occhi nera, e fu molto specifica nel dirgli di indossarla una volta che fosse arrivato all'ascensore.
Insicuro si mosse verso la scritta "stars view area". E appena arrivó davanti all'ascensore notó un gruppo di persone in coda, così impaziente, aspettó il suo turno.
Aveva a disposizione 30 minuti, dopodichè avrebbe dovuto lasciare l'osservatorio per lasciare posto al gruppo seguente.
Aspettarono altri due partecipanti del gruppo finché gli ascensori si aprirono, e appena jungkook ci mise piede dentro si mise la mascherina nera sugli occhi.
Il cuore gli batteva forte e sentiva come una sensazione di vomito allo stomaco.
Quella era un'esperienza che più si avvicinava al suo amore per lo spazio e le stelle.
Pochi minuti dopo un rumore acustico segnó il momento di scendere.
Ancora non si poteva togliere la maschera, e quindi tutte le persone camminarono dove le voci elettroniche indicavano, appoggiandosi l'uno all'altro.
Finchè jungkook non sentì dell'erba, questa volta sintetica sotto i suoi piedi.
E solo li, le voci dissero che i partecipanti potevano togliersi le mascherine.
Jungkook non esitó neanche un secondo.
Se la sfiló e alzó gli occhi, ció che vide lo lasció a bocca aperta; il cielo, le stelle, la luna, si vedevano in modo così nitido.
Era arrivato sul punto più alto della città, isolato dal traffico, le luci e il troppo rumore.
Jungkook si spostó, camminando, non staccando mai il suo sguardo dal cielo.
Poteva vedere Saturno, i crateri della luna, varie costellazioni e Giove.
Era totalmente senza parole, si sentiva vivo, come se brillasse anche lui, e non smetteva di sorridere, mai, quello era il suo momento.
Una lacrima di gioia fece velocemente capolino, e il giovane si passó una mano sulla faccia, senza mai far scomparire quel sorriso.
Solo in quel momento, quei pochi secondi dove il suo sguardo non era rivolto al cielo, notó una figura, illuminata dalla luce lunare, seduta per terra con una mano tra i capelli e un'espressione assente.
I capelli erano corvini come i suoi, ma più mossi, la pelle pallida e le labbra rosee.
Era vestito totalmente di nero da testa a piedi, e una sigaretta fumava dalla sua mano destra, dove ogni tanto toccava le sue labbra.
Jungkook rimase stregato da quella figura ancor di più del cielo stellato, era più luminoso di saturno e la luna messi assieme.
Così si avvicinó piano, finchè il ragazzo non se ne accorse, quando oramai Jungkook era a un metro da lui.
"Se sei qua per dirmi di non fumare, ti dico subito che continueró a farlo non mi importa se il cielo si annebbia per pochi secondi."
La voce del ragazzo sconosciuto era abbastanza profonda e cupa, cosa che fece rabbrividire il giovane.
"Uhm in realtà volevo solo chiederti come ti chiami, e se potessi sedermi vicino a te per guardare il cielo."
Il ragazzo sconosciuto spalancó leggermente la bocca, e fece gesto con la mano di venire vicino a lui.
Jungkook inizió a tremare leggermente e a sorridere nuovamente.
"Sono suga e tu sei?"
"Non ti chiami seriamente suga, sono Jungkook"
"Non importa come io mi chiami, ma dimmi Jungkook , cosa ci fai qui? Risplendi sotto questa luna, mi chiedo perchè tu non sia li a brillare, invece che sedere vicino a me a cadere nell'oscurità."
Jungkook in quel momento si sentì risplendere più che mai, e non era per la luna che brillava sui due giovani.

Yo hey
L'ho scritto mentre ero in piscina e mi sono sentita ispirata.
Peace out see ya soon

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