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Rientrai a casa alle quattro e quaranta, dopo una serata che almeno per me, era stata abbastanza intensa, chissà se anche per jungkook fosse stato lo stesso, glielo avrei chiesto domani mattina, suppongo che ora sia già nel mondo dei sogni.
Entrai in bagno per una doccia, avevo tutti i vestiti appiccicati addosso a causa del caldo, avevo bisogno di sentire i brividi di freddo attraversare il mio volto, per scendere verso la mia colonna vertebrale, fino a schiantarsi sul fine della doccia, e solo l'immagine di questa scena e le sensazioni che provocava mi invoglió ancor di più a far ingresso in doccia il prima possibile.
E così accadde appena apri il getto d'acqua, che sfortunatamente fece scendere acqua tiepida e non gelata per il troppo caldo che anche la notte non accennava ad abbandonare Seoul.
Mi accarezzai i capelli, mentre li sentivo diventare sempre più lisci, mi passai poi una mano sotto la mandibola, dove sentii un leggero bruciore che mi fece provare una scarica di brividi e dovetti mordermi successivamente il labbro inferiore.
Non so per quanti minuti rimasi sotto il getto d'acqua a martoriare ancor di più con le mie dita sottili i punti già rossastri che avevo intravisto in precedenza attraverso lo specchio mentre mi spogliavo, fatto sta che erano le 5 passate e io ero con i capelli fradici le labbra leggermente arrossate e gli occhi stanchi che mi dirigevo verso il letto.
Io e Jungkook condividevamo la stessa stanza, quindi dovevo cercare di essere il più silenzioso possibile, non volevo svegliarlo, sapevo d'estate quanta fatica facesse a prendere sonno a causa del caldo.
Abbandonai il mio asciugamano sul pavimento, mi infilai i primi boxer che trovai nel mio cassetto e una maglietta bianca a maniche corte, mi abbandonai a peso morto sulle morbide lenzuola e sospirai schiudendo le labbra, portai poi la mia attenzione verso Jungkook, i suoi occhi vispi mi fissavano nell'oscurità, merda lo avevo svegliato.
"Kookie scusami non volevo svegliarti, ho cercato di non fare troppo rumore.." bisbigliai, come se ci fosse realmente qualcuno che stesse dormendo.
"Ero già sveglio tae tranquillo, come è andata la tua serata?"
Una fitta allo stomaco mi colpì, dovevo dirglielo, non potevo continuare a nascondere la mia vita sentimentale al mio migliore amico.
"È andata bene kookie, ehm io e Jiminie ci siamo divertiti tanto"
"Jiminie eh?" Mi resi conto di averlo chiamato col suo nomignolo e impallidii, mentre sentivo Jungkook sghignazzare, maledetto feto.
"Ugh e a te come è andata kook?" Cercai di sviare il discorso, gliene avrei parlato ma non questa notte, non adesso, mentre sono al massimo della mia vulnerabilità.
Jungkook alla mia domanda smise di ridere, e i suoi occhietti si spensero, non capivo davvero se fosse triste o se si fosse reso conto che mi aveva messo a disagio.
"È stato bellissimo tae" disse solo, con tono tranquillo, non capivo, mi aspettavo un qualcosa di più, rispetto a questo commento, insomma quella mostra era molto famosa per la bellezza delle cose che puoi vedere e per le sensazioni che puoi provare.
"Stai bene?" Chiesi quindi al più piccolo, che come risposta mi diede le spalle e si giró dall'altro lato del letto, sospirando.
"Okay kookie domani mattina ne parliamo, buonanotte." Era sicuramente successo qualcosa, dovevo solo capire cosa, ma ero troppo stanco per pensarci adesso, inoltre il mio migliore amico non sembrava molto intenzionato a parlarmene.🌒 Jungkook 🌒
La notte era infinita, non c'era riposo, non c'era oscurità, solo profonda luce e il brillare della pelle sua, le sue mani affusolate che avevano sfiorato il viso mio, con un tocco tanto dolce per una persona che sembrava così amara, e poi le sue labbra, rosee che lasciavano spazio ogni tanto ad un sorriso, quelle stesse labbra che avevano baciato il mio zigomo, che con le mie mani continuavo a toccare, chissà se anche lui è sveglio a contemplare la notte come me.
I capelli neri suoi gli incorniciano il viso bianco, quasi fosse un'opera d'arte, e io non so cosa sia, so solo che mi hai catturato in pochi minuti, hai illuminato la mia scura notte, tutte le mie stelle, la luna ora non brillano più, perché tu brilli di più.Questo scrissi alle sei del mattino sul mio quaderno dei pensieri, oggetto che sfruttavo quando la mia mente aveva bisogno di spostare i pensieri altrove, anche se questa volta non successe.
Non avevo sonno, non sentivo la fame, avevo solo ancora lo stomaco sottosopra, gli occhi che bruciavano e la gola secca.
Decisi di distrarmi nel modo più mio che conoscessi quindi, non potevo continuare a stare così.
Mi vestii velocemente, una canotta nera larga, dei pantaloni della tuta la mia borraccia e uscii di casa.
Seoul alle sei e mezza del mattino era ancora vuota e tranquilla, poche macchine e nessuno sulle strade, lo notai una volta arrivato alla fermata del bus.
Tutto quel silenzio mi spaventava, e quindi presi le cuffie e iniziai a ascoltare un po' di musica, così per cominciare anche a prendere un po' il ritmo, mentre cercavo di scorgere il pullman da lontano, che non tardò ad arrivare pochi minuti dopo.
Ci salii sopra e presi posto verso il mezzo, avevo una vasta scelta in quanto anche il mezzo era vuoto, e poi era questione di tre fermate quindi non sarebbe salito nessuno fino a quando sarei sceso io.
Scrutavo le prime luci del sole fuori dal finestrino, che mi illuminavano leggermente, chiusi gli occhi e mi beai di quella lieve luce che colpiva la mia pelle, finché l'autista urló seguito dal suonare del clacson e da una frenata piuttosto forte.
"Hey ragazzo se devi attraversare guarda almeno se sta passando qualcuno!"
Alzai lo sguardo e lo rivolsi verso la strada, no non era lui.
Un ragazzo incappucciato stava correndo verso il marciapiede, facendo un gestaccio al guidatore del bus, la corporatura, ogni dettaglio sembrava appartenere a suga, ma possibile che fosse lui?
Il cuore inizió a battere più forte, anche se nella mia mente stavo cercando di non farmi troppe illusioni, a Seoul e in Corea in generale avevano tutti più o meno la stessa altezza e corporatura, anche se quei piccoli dettagli facevano sembrare quella figura così famigliare, quindi aspettai che l'autista superasse il ragazzo, misi le mani attaccate al vetro e quasi non ci spiaccicai la faccia.
Non vidi i suoi occhi, ma un sorriso, che era troppo simile al suo, anche se lo vidi per così pochi secondi, in mano aveva un lecca lecca e dei capelli neri ricadevano sul viso, la mia speranza diceva che era lui.
La fermata era a qualche metro più avanti, sarei dovuto scendere dopo ma, se fosse stato suga? Dovevo tentare, ero quasi del tutto sicuro fosse lui, quindi mi appostai davanti alla porta e scesi, iniziando a correre per strada all'indietro, ma la figura era scomparsa, non c'era più nessuno, ero da solo in mezzo a una strada deserta.
Strizzai gli occhi e mi passai una mano sul volto, possibile che la mancanza di sonno me lo avesse fatto immaginare? No impossibile l'autista aveva urlato, aveva frenato, ma la figura sembrava non essere mai esistita.
Rattristato mi diressi quindi a piedi verso lo studio di danza, Jimin lo aveva comprato per se dato che amava tanto ballare, e dato che sapeva che anche io lo facessi aveva fatto un paio di chiavi anche per me, per qualsiasi volta avessi voluto andarci.
Entrai nel palazzo e girai le chiavi nella serratura, accesi le luci chiare e sentii il parquet fare rumore sotto i miei piedi, l'aria sapeva di vernice nuova e gli specchi illustravano la mia figura, che faceva alquanto paura, dopo due notti senza sonno ero ridotto abbastanza male, i capelli disordinati, due occhiaie nere sotto gli occhi e le labbra screpolate, mi ripromisi di dormire dopo aver ballato un po' e così feci, misi una base e iniziai a muovermi in quella bianca stanza buttando fuori ogni mia emozione in ogni movimento che bucava l'aria.✨TAEHYUNG✨
Mi risvegliai alle 8:30 con un mal di testa abbastanza forte, ma dovevo andare a lavoro, mi girai verso il letto di jungkook che peró trovai vuoto, con un bigliettino lasciato sul comodino
"Ciao hyung sono in studio buon lavoro ti voglio bene :)", peccato avrei voluto parlare con Jungkook riguardo alla sera precedente, e alla sua tristezza non motivata.
Sbadigliai rumorosamente e andai verso la cucina per prepararmi un caffè, altrimenti non avrei potuto affrontare la giornata a pieno.
Ero ancora mezzo addormentato, gli occhi impastati e la testa pesante e dolorante, mi sa che neanche il caffè mi avrebbe salvato oggi.
Stavo per versare il caffè caldo nella tazza, quando il campanello suonó, pensavo fosse jungkook di ritorno dallo studio, ma quando aprii mi si palesó davanti agli occhi una figura diversa.
"Buongiorno tae tae"
"Giorno Jiminie"☀️✨⭐️
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• Serendipity • yoonkook
FanfictionDove a jungkook piacciono le stelle e lo spazio e yoongi finisce per regalargliene una.