Se potessi farei un favore all'umanità e inventerei un modo per non svegliarsi con la voglia di non fare un cazzo ogni volta. Se non fosse per Kayla non mi sarei svegliata così presto. Cavolo, sono le sette e mezza, io sono un maledetto dj, sono tornata a casa due ore fa e per colpa della mia scalmanata cugina sono già sveglia. Accanto a me Jackie dorme beatamente, senza far caso all'odore di caffè che arriva dalla cucina. Mi prendo qualche attivo, accarezzando questo piccolo batuffolo di peli color miele, io adoro i volpini e il ragazzo di Kayla mi ha regalato questo cosetto qualche anno fa. Mentre lui prende il mio posto sotto le coperte, rigorosamente bianche, io quasi muoio nel mettere i piedi scalzi sul pavimento gelido. Sbuffo, evitando di guardare il mio riflesso nello specchio, non è bello vedere una cosa così oscena di prima mattina.
Indosso ancora i jeans neri di ieri sera, ma sopra ho solo il reggiseno. Esco dalla mia stanza e raggiungo la cucina, trovo Kayla già vestita di tutto punto, che fa colazione, e la mia tazza piena di caffè davanti allo sgabello dell'isola al centro della stanza. Lei sorride, aspetta che mi siedo e la sua voce è troppo allegra quando sono appena sveglia.
<<Oggi passi al Down, cuginetta?>> Annuisco semplicemente, iniziando a bere il mio caffè, unica fonte di forze dopo due ore di sonno scarse. <<A che ora sei tornata ieri sera? Stamattina mentre tornavo sono passata davanti al locale ed ho visto alcuni ragazzi che chiudevano le porte, alle sei, non credo te ne sia andata tanto prima.>>
<<Cosa ti serve, Marge?>> Alza gli occhi al cielo quando la chiamo così. Lei e il suo ragazzo si comportano spesso come Homer e Marge Simpson, e li ho soprannominati così. <<Sono tornata verso le quattro e mezza, o giù di lì, passo al Down verso le nove.>> Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei jeans mentre lei scola il bicchiere di succo di frutta in un sorso.
<<Volevo solo avvertirti che io e Jeams non ci saremo a pranzo, quindi sei libera fino al pomeriggio, ti troviamo a casa no?>> Annuisco ancora, finendo finalmente il mio caffè. <<Ho bisogno che passi al super mercato che c'è vicino a quel bar, mi servono solo delle uova per sta sera.>> Sbuffo, alzando appena le spalle e lascio la tazza nel lavello. Le lascio un bacio sul capo, poi a passo strascicato torno nella mia stanza, mentre lei si prepara ad uscire per andare a lavoro, nella sua biblioteca. L'ha ereditata dal padre e, sebbene potrebbe tranquillamente lavorare da casa, preferisce andare lì di persona.
Oh, se solo potessi comandare le console del locale da casa mia, sarei la ragazza dalla doppia personalità più felice del mondo. In camera trovo Jackie che si diverte a rotolarsi tra le mie lenzuola, e senza disturbare la sua stupidaggine prendo l'intimo, dei leggins ed una maglia abbastanza larga correndo a farmi la doccia. Potessi far scorrere via la stanchezza venererei l'acqua. Una volta finita la doccia tengo i capelli sollevati con un pinzone, ancora umidi, e torno in camera a mettere le scarpe da tennis. Prendo la pettorina di Jackie dal comodino vicino al letto e gliela metto, lui corre subito verso la porta, mentre io sorrido e prendo il mio cellulare. Ormai lo porto sempre con me a correre, è beneamato da tutti quelli che conoscono me. Se mi conosci, conosci Jackie. Quando usciamo lui subito corre al cancello, e quando lo apro fa qualce giro su se stesso, aspettando che io inizi a correre. Sono già le otto, quindi ho appena il tempo di raggiungere il parco e far giocare questo ammasso di peli con i suoi amici. Quando arriviamo lo vedo subito correre da altri cani, ed il mi avvicino alla panchina dove è seduto un ragazzo. Lo vedo spesso, è un dogsitter e mentre Jackie si diverte noi scambiamo qualche chiacchiera.
<<Buongiorno, Aney!>> Mi sorride contento, mentre io prendo posto accanto a lui.
<<Ciao Lucas, ti trovo sempre qui eh?>> Lui annuisce, facendo un cenno del capo verso i cani intenti a rincorrersi. Il mio, sbadato com'è, cade e si rotola per terra.
STAI LEGGENDO
Amanti del pericolo. -All Monster Are Humans-
SonstigesDalla storia: Credevo che la mia fiducia, riposta solo in lei, fosse al sicuro. «Avevamo promesso di guardarci sempre le spalle! Hai tradito tutto quello che sono! La mia vita dipendeva dalla tua parola, dalla tua felicità, come hai potuto farlo?» «...