Stranamente avevo dormito fino a tardi. Stranamente, la mia sveglia non aveva suonato.
Stranamente in casa c'era silenzio, e non c'era il solito odore di caffè appena fatto.
La prima cosa che feci non fu nemmeno guardare il telefono, ma andare in salotto per assicurarmi della presenza della mia amica.
Ma no: la casa era vuota. Nemmeno un post it, o qualcosa per dirmi dove si fosse cacciata. Niente che potesse balzare all'occhio. Aprii anche la porta di camera sua, ma non c'era.
‹‹ Ma che strano... ›› mormorai tra me e me. Che fosse andata da Jumin per chiedergli di riassumerla? Non escludevo tale possibilità, nonostante fossi conscia che un tale gesto non era esattamente da Haruka. Guardai l'ora, e storsi ancora il labbro.
L'una del pomeriggio. Solo all'ora andai a guardare il telefono, stupendomi di tutte quelle chiamate perse da parte di Jaehee. Non era da lei.
La richiamai, quindi, e per qualche squillo sembrò essere un telefono inesistente.
‹‹ Finalmente! ›› fu la prima cosa che disse, quasi gioendo ‹‹ dormivi? Beata. Dio. Ah, sono così contenta che tu abbia finalmente richiamato! ››
‹‹ Jaehee... ? ››
‹‹ Scusa, scusa, troppa gioia, ma... ti prego, dimmi che hai sentito Jumin o che ti ha scritto. O qualsiasi cosa, mi va bene qualsiasi cosa! ››
‹‹ Che succede? ›› sembrava quasi ansimare, come se qualcuno la stesse inseguendo.
‹‹ Non si fa sentire da ieri. Non risponde alle chiamate. Non c'è traccia di lui! ››
come Haruka. Che fossero collegate? ‹‹ non vorrei che fosse successo qualcosa ad Elizabeth ››
‹‹ O... magari è troppo impegnato al momento e non vuole pensare ad altro? ›› ipotizzai ‹‹ e poi se fosse successo qualcosa ad Elizabeth the 3rd ne saremmo stati sicuramente a conoscenza ››
‹‹ Ricordi che cos'è successo ieri notte? ››
‹‹ Per quanto riguarda gli appuntamenti cancellati? ››
‹‹ Sì... ››
In effetti, questo mi diede da pensare.
Parecchio da pensare. Mentre Jaehee si sfogava, la mia attenzione venne automaticamente attirava da un foglio ripiegato sul tavolo.
Come aveva fatto a sfuggire alla mia vista? Ecco il dannato avviso da parte di Haruka.
Cominciai ad aprirlo.
Era piegato in quattro, reso piccolissimo e meticolosamente piegato. Dettaglio che mi fece parecchio storcere il naso. Lei non era il genere di persona da essere così perfettina.
Poggiai il telefono col viva-voce attivo, così da non perdere lo sfogo di Jaehee su quanto fosse urgente la presenza del "grande capo" ed lisciai la carta.
Sgranai gli occhi. Non c'era scritto quasi niente. L'intera pagina era occupata dal disegno di un occhio molto elaborato e dal color menta. Sotto, appunto, c'era scritto "Mint Eye".
Trattenni il respiro per un attimo. Che diavolo di problemi ha Haruka?
‹‹ Senti.... pensavo ad una cosa. Se questa situazione continua, che ne diresti di raggiungere Jumin a casa e cercare di tranquillizzarlo? ›› chiese l'assistente, con un tono più che speranzoso.
Io, a casa di Jumin?
‹‹ Beh... ››
‹‹ Sei l'unica persona con la quale si comporta in maniera quasi umana ›› cominciò ‹‹ ti tratta con i guanti... basta vedere che chiama subito te quando ha qualcosa che non va. Ci tiene e si vede... o non avrebbe mosso mezzo mondo per quell'appartamento nella quale ti trovi ora ››
mi sentii improvvisamente in colpa.
‹‹ Per me va bene ›› mormorai, imbarazzata ‹‹ anche se non so se riuscirò a convincerlo... è una persona un po' testarda, per così dire ››
‹‹ Senza il "per così dire". È testardo, lo so ›› sospirò ‹‹ ma confido in te come ultima speranza ››
o ultima ruota. Dipende dai punti di vista.
‹‹ Okay ››
poi mi persi di nuovo il resto del suo discorso, mentre fissavo quel disegno. A pensarci bene, Haruka non era nemmeno così tanto brava nel disegno. E quello era palesemente fatto a mano.
Poi, notai la scritta in basso. "Vieni con me nel paradiso".
Quelle parole...
Alzai lentamente lo sguardo, come se mi aspettassi di rivedere l'hacker di fronte a me, con un macabro sorriso dipinto nel volto, mente reggeva un coltello.
Ero terrorizzata, ma allo stesso tempo quasi affascinata dall'idea di trovarmi di nuovo in balia di quell'hacker. Forse ero malata, o forse semplicemente ero stufa della vita da segregata.
‹‹ Ora provo a richiamarlo ›› disse infine la donna, seguita da un sospiro.
Mi sentii in colpa per aver perso l'intero discorso su chi sa che, ma... ‹‹ Okay, fammi sapere ›› ma in quel momento, mi premeva scoprire l'origine di quel disegno.
Inutile dire che subito dopo feci una foto e la mandai a Luciel... e niente. La cosa finì lì.
Il ragazzo non rispose. Nessuno rispose, e la casa rimase silenziosa.
La paranoia per l'hacker passò alla svelta, ed il vuoto di quella situazione si fece alla svelta strada nel mio cervello.
V era assente, non si sentiva da giorni, ed ancora non aveva espresso nemmeno il suo parere per quanto riguardava la storia del matrimonio di Jumin.
Quella Sarah... quella Sarah era solo capace di comparire per creare problemi.
Jumin e la sua sparizione.
Haruka che era uscita senza dire niente, e chissà quando sarebbe tornata.
Ed ora quel messaggio.
Come c'era finito quel messaggio lì? E se fosse davvero opera di Haruka... perché?
‹‹ Non mi piace. Questo silenzio non mi piace ›› mi stava dando troppo da pensare. Stava permettendo al mio cervello di slittare da una parte all'altra per pensare a cose a cui forse nemmeno dovevo pensare.
Ero consapevole che non dovevo farlo. Consapevole che non dovevo mettere il naso fuori casa. Consapevole dei rischi.
Eppure.... lo feci.
In quel momento vedevo quel paradiso di casa come una prigione troppo lussuosa per me, e poi... Haruka. Ero preoccupata per lei. Ero preoccupata per Jumin... ero preoccupata per me.
Mi cambiai alla svelta e, rapidamente, infilai un giubbotto per uscire di casa. Misi il cellulare con la vibrazione e, a passi svegli, uscii da quel posto. Le guardie non dissero nulla, forse empatiche del mio essere rinchiusa lì, o forse m'ignorarono o chissà che...
In ogni caso, camminai per quelle vie respirando a pieni polmoni l'aria, che improvvisamente profumava di libertà. Non importava quanto quei rumori di macchine che sfrecciavano mi stessero trapassando i timpani, in quel momento persino quello era un suono degno di rientrare nella scaletta di qualche opera lirica. Era tutto quasi perfetto, eccetto per i due grandi problemi che sentivo comunque comprimermi il petto, e mi fecero tornare con i piedi per terra.
Afferrai il telefono per controllare chi fosse ad averlo fatto squillare di continuo, sperando di leggere qualche notifica da parte della mia amica o di Jumin.... ma no. Era solo Luciel.
Lo ignorai, e mi sentii quasi in colpa.
Camminavo con la testa bassa, fissando la chat.
Ora era entrato qualcuno, ma i messaggi non m'interessavano. O meglio, non fui attiva.
Leggevo per vedere se c'erano novità su Jumin.
Era solo Zen che parlava con Jaehee. Lei si lamentava, proprio come prima, e Zen insultava Jumin.
Era meglio, forse, se non rispondevo.
Come poteva essere così dannatamente senza cuore? Non capiva la sua situazione? Jumin non era fatto di pietra. Era una persona... proprio come lo era lui.
A furia di camminare, giunsi all'entrata di un parco.
andai a sbattere contro qualcuno. Non caddi, ma traballai. Chiunque fosse, mi prese al volo.
Sollevai il volto per guardare la persona colpita, nonché il mio salvatore o salvatrice.
‹‹ Dovresti fare attenzione, sai? ›› disse. Una voce familiare, ma il volto non mi ricordava nessuno.
La pelle pallida rendeva il ragazzo vagamente simile ad uno di quei vampiri dei telefilm, ed il taglio degli occhi era qualcosa di spettacolare. Sentii un improvvisa "cotta istantanea" farsi spazio nella mia testa.
‹‹ Oh... ehm... sì, scusa ›› arrossii. Pregai ogni singola dea conoscente perché lui non si fosse accorto di questo. Ma sorrise in una maniera così carina da farmi dimenticare persino le mie preghiere. Aveva gli occhi dorati, e mi ricordavano vagamente quelli di Luciel, ma questi non erano così tanto circondati da occhiaie. No, anzi: sembrava essere un ragazzo che ci teneva particolarmente al suo aspetto, ed era truccato. Aveva della matita negli occhi, e gli dava una particolare aria da "Darkettone", con quei suoi capelli nero corvino.
‹‹ Ti sei fatta male? ››
‹‹ No ›› mormorai, ancora in soggezione.
Lui scrollò le spalle, e sorrise ancora ‹‹ meglio così. Comunque a pensarci meglio, forse non è del tutto colpa tua. Avevo la testa tra le nuvole anche io ›› inspirò ‹‹ sto cercando una mia amica. Era con me sta mattina, ma ora è sparita ››
‹‹ Deve essere giornata, allora... ›› mi grattai la testa
‹‹ Magari l'hai incrociata. Uhm... è più bassa di me, magrolina, occhiali... capelli castani... ›› inclinò la testa, come se si aspettasse chissà quale reazione da parte mia ‹‹ aspetta... ma tu sei Anju? ››
corrugai la fronte. Come faceva a sapere il mio nome?
‹‹ Sì... perch – ››
‹‹ Haruka mi ha parlato parecchio di te! ›› si indicò ‹‹ lavoro per la C&R! Sono una delle guardie addette alla sicurezza! È lei che sto cercando! ›› sorrise ancora, poi si chinò ‹‹ mi sapresti dare qualche informazione in più, così da poterla trovare subito? Sai, sono preoccupato per lei... non risponde nemmeno al telefono ››
‹‹ Sì... certo! ›› Il suo sguardo era... strano. Era come guardare un serpente, o un predatore particolare. Mi sentivo terribilmente in balia di questo ad ogni sua singola parola, ed il mio stomaco era in subbuglio.
Ci sedemmo in una panchina, così da parlare indisturbati.
Si prendeva una certa libertà nel potersi avvicinare, nel parlare... la sua vicinanza era terribile. Aveva un ottimo profumo. Guardandolo meglio, aveva un'aria dannatamente familiare.
Poi, l'atmosfera era strana. A tratti mi sentivo vittima del suo sguardo, a tratti, invece, volevo che mi guardasse in eterno.
I suoi occhi erano sempre e comunque puntati su di me, ed osservava meticolosamente ogni mio singolo movimento, anche quando ci alzammo dalla panchina per camminare. Il soggetto dei discorsi cambiò. Era come se Haruka non fosse più un problema. Si mise a parlare del più e del meno. Gesticolava per dare più enfasi alle sue parole, ed io ero imbambolata.
‹‹ Certo che per essere una guardia sei parecchio strano ›› dissi, sollevando lo sguardo al cielo, poi arricciai il naso ‹‹ non fraintendere. Intendo, sei magrolino. Immaginavo che le guardie di Jumin fossero tutti armadi! ››
‹‹ Non giudicare un libro dalla copertina, Anju ›› fece l'occhiolino ‹‹ anche io sono abbastanza muscoloso. Sono tenuto a tenermi in forma proprio come gli altri, ma... il mio lavoro consiste nello stare dietro lo schermo di un computer per la maggior parte del tempo ›› si indicò gli occhi ‹‹ il motivo per la quale mi trucco è camuffare le mie occhiaie. In genere non mi trucco, ma... diciamo che oggi ho il giorno libero ››
‹‹ E hai deciso di passarlo in compagnia di Haruka per quello che le è successo? ››
Scrollò le spalle ‹‹ Sì. Ma la giornata ha preso una piega più interessante facendomi incontrare te ››
ed ecco i sensi di colpa. Non volevo "rubarlo" ad Haruka.
‹‹ E tu, invece, cosa fai nella vita? ››
‹‹ Per ora... mi occupo di organizzare feste ››
‹‹ nell'organizzazione di Jumin? ›› annuì, dando per scontato che stesse parlando della RFA ‹‹ e come si comportano con te, quei membri? ››
‹‹ Bene. Sono tutti gentili con me ››
‹‹ E con Haruka? ››
‹‹ Beh... Haruka ha un po' più di difficoltà a legare ›› sollevai il volto verso la chioma degli alberi. Chissà quanto tempo era passato, mentre camminavamo ‹‹ non so perché, ma... Haruka sembra quasi essere messa da parte dagli altri ››
‹‹ Magari si sente oppressa dalla tua presenza ›› si poggiò l'indice sulle labbra
‹‹ Cielo, spero di no ›› poggiai le mani sul petto ‹‹ non voglio che si senta così per causa mia. E pensare che non ci siamo finite volontariamente in questa situazione... ››
‹‹ Uh, sì, Haruka me l'ha detto. Vi ha portate lì una persona, giusto? ››
‹‹ Sì... non so dirti i dettagli. Una volta l'ho visto, ma... ›› non volevo né pensarci né raccontarlo.
‹‹ Hai avuto paura? ››
‹‹ Un po'... scusa, non voglio parlare di questo ››
‹‹ Capisco. Senti, è vero che nella RFA c'è anche il famoso artista V? Com'è di persona? Qualcuno che lo conosce mi ha detto che è una persona stron– ››
‹‹ Non so dirti molto di V ›› tagliai corto. Non volevo parlare nemmeno di lui ‹‹ non si fa mai presente. Mi fa incazzare. Intendo, gli voglio bene, ma questa cosa che sparisce di continuo è una cosa che non tollero per niente. ››
lo vidi quasi sorridere sotto i baffi ‹‹ e sta sempre con Luciel, vero? ››
‹‹ Conosci Luciel? ›› poi realizzai.
‹‹ Sì, lo conosco ›› non poteva sapere della RFA.
‹‹ Come? Eri un suo collega di studi? ›› la RFA non era famosa. I suoi membri erano segreti.
‹‹ Un collega e basta ›› e Luciel... Luciel non era conosciuto.
‹‹ Quindi... lavori anche per l'FBI? ››
sorrise e si passò una mano tra i capelli, stiracchiandosi. La maglietta si alzò un pochino, scoprendogli un po' la pancia ‹‹ forse so' perché la RFA preferisce te. Sei carina, sei socievole e di bella presenza. Lei, beh... ››
‹‹ Ehi, lo è anche lei ›› lo guardai con la coda dell'occhio
‹‹ Siete due bellezze differenti ›› si frugò nella tasca della che stava indossando ‹‹ ed io, comunque, ho preferito te dal principio ›› inclinò appena la testa nella mia direzione, e tirò fuori un pacchetto di sigarette. Il suo sguardo mutò. Divenne freddo, distaccato ‹‹ è te che voglio come assistente, non lei. Non è un caso che ti abbia osservata sin dall'inizio ››
Mi cadde quasi il mondo addosso.
‹‹ Che cosa intendi? ››
‹‹ Ti ostini a non voler capire, vero? ›› sorrise in maniera totalmente differente da prima. Ora se un sorriso da chi sapeva di avere in mano il gioco. Ed aveva ragione. Non volevo capire.
Sapevo, ma non volevo capire. Mi rifiutavo.
Ero in trappola. Jumin aveva ragione, uscire da sola era una pessima idea.
L'hacker mi avrebbe trovata.
L'hacker mi aveva trovata.
‹‹ Come facevi a sapere che ero qui? ››
‹‹ Questa non è una cosa che deve interessarti ›› persino il suo tono di voce era differente ‹‹ in ogni caso, il tuo principe Luciel qui non c'è ››
‹‹ Ed io ho visto il tuo volto, Unknown ›› strinsi i pugni. Avrei potuto fuggire, gridare aiuto, ma i miei piedi si limitarono a fermarsi e fare le radici ‹‹ potrei denunciarti alla polizia in un batter d'occhio! ››
si fermò anche lui ed incrociò le braccia al petto. Non avevo paura. Non provavo nessun sentimento, in quel momento. Mi sentivo una cretina a pensare a quanto fossero belli i suoi occhi.
‹‹ Ma davvero? ›› scoppiò poi a ridere, e di colpo, con uno scatto rapidissimo, le sue mani si poggiarono ai lati del mio viso. Il suo viso fu così dannatamente vicino da permettere ai miei occhi di perdermi nei suoi, dorati come il sole, freddi come il ghiaccio ‹‹ davvero, Anju? E chi credi che identificherebbero? Il mio faccino non è così noto. Non risulto nei loro database. Non mi troverebbero mai. Non credi, piccola, che da bravo Hacker abbia eliminato ogni traccia della mia esistenza? ›› il suo tocco era così leggero da somigliare ad una carezza, più che una particolare minaccia. Era tutto parte del suo piano, forse, per non destare sospetti ‹‹ oppure... nel peggiore dei casi, metteresti in croce il tuo amato principe Luciel ›› e rise ancora ‹‹ ma in questo dettaglio ci somigliamo, io e quello scarafaggio. Entrambi siamo molto bravi nel cancellare le tracce del nostro passaggio ››
‹‹ Perché mai dovrei mettere in croce Luciel? ››
‹‹ Non spetta a me parlartene ›› lasciò la presa ‹‹ e comunque, credi davvero che sia così cretino da venire qui da te con il mio vero aspetto? ›› poi realizzai.
Quel volto... era terribilmente simile a quello di Luciel. Trucco cinematografico? Era così abile e furbo?
‹‹ Vedo che hai capito ›› scrollò le spalle ‹‹ e comunque... ringrazia che ci sono qui i gorilla del tuo fidanzato ›› fece un cenno con la testa alle mie spalle.
‹‹ Uhm? ››
‹‹ Non ti sei accorta di essere pedinata dai bodyguard? ›› corrugò la fronte. No. Non mi ero resa conto di una cosa così, ma tirai un sospiro di sollievo. In caso contrario, probabilmente mi avrebbe presa. Si infilò le mani in tasca, ed accennò di nuovo un sorriso ‹‹ la prossima volta, sappi che non sarò così clemente dal limitarmi ad una semplice chiacchierata tra amici ›› poggiò una mano sotto il mio mento, sollevandomi il volto ‹‹ la prossima volta, ti ricorderò a chi appartieni ››
‹‹ Non a te ›› sibilai
‹‹ è merito mio se ti trovi lì ›› assottigliai lo sguardo, e lui rise ancora ‹‹ non guardarmi con quell'odio, lo so che ti piaccio ›› No. Non era così. ‹‹ facevi la civetta innamorata ››
‹‹ Non mi piaci ›› tolsi la sua mano con un gesto secco ‹‹ non sei tu a piacermi ››
‹‹ Ah, giusto ›› sollevò lo sguardo al cielo, fingendosi sorpreso ‹‹ a te piace l'uomo d'affari. Gusti raffinati ›› scosse la mano, facendomi capire che quelle erano piccolezze ‹‹ vedrò di riferirlo ad Haruka, appena ci vedremo ›› Eh? ‹‹ divertiti finché ne avrai la possibilità ››
‹‹ Haruka? ››
‹‹ Oh, non lo sai? La tua amica è con noi, ora ›› si girò, cominciando a camminare e scuotendo la mano ‹‹ non ha più bisogno di te. Ma noi... noi ci rivedremo presto. ››
le mie gambe. Quelle cedettero.
Lui disse qualcosa come "non seguirmi, o la ucciderò" mentre camminava, e non mossi un singolo muscolo per provare a rialzarmi. Non potevo farlo. Non volevo che la mia amica morisse. Come potevo aiutarla, ora, se nemmeno sapevo da dove cominciare?
Forse... Luciel poteva rintracciare il telefono?
Feci per sollevare il cellulare, pronta a contattarlo. Chiamate perse da parte sua, messaggi da Jaehee... chat perse. Avrei potuto recuperare dopo, ma vedendo che Jumin era in chat, mi fu istintivo leggerla. Avevo bisogno di calmarmi. L'unica cosa che fece, fu litigare con Zen ed ignorare Jaehee.
Accennò al fatto che non voleva tornare a lavoro finché il sogno di Zen, ormai, non fosse cosa vecchia.
Poi, nemmeno il tempo di finire di leggere, che arrivò una – l'ennesima – chiamata di Jaehee.
Si lamento del fatto che anche io, come Jumin, la stessi ignorando.
Non potevo parlargli dell'accaduto, o sarebbe andata nel panico.
Mi sentivo al sicuro perché le guardie erano lì, ed improvvisamente rimpiansi quelle mura della casa.
‹‹ Ti prego, fallo ›› disse di colpo.
‹‹ Cosa? ››
‹‹ Va da Jumin. Calmalo, convincilo a tornare a lavoro. Ti prego... fallo ragionare ››

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Jumin's Route
Fanfiction{PRIMA di leggere questa storia, leggi: Mystic Messenger - Binary Story.} Questa storia è uno dei seguiti disponibili di Binary Story. La route di Jumin Han.... l'uomo ricco della RFA, e gattaro dichiarato. Cosa si cela dietro i suoi occhi grigi? E...