Tell me the real story

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"Senti, ho già i miei problemi e non ho tempo di occuparmi anche di quelli di uno psicopatico come te, mi stai dando la nausea col tuo fare da bad boy quindi dimmi quello che devi dire"
"Perchè le ragazze non sono tutte come Wendy!?"

Destiny incroció le braccia e si chiedeva perché non se ne fosse ancora andata da quel sottoscala tetro e pieno di ragnatele, perché restava? Qualcosa dentro di lei le aveva fatto capire che lui aveva qualcosa da dire anche se ci girava intorno.

"Allora io ti ho detto tutto quello che so, ma come in ogni storia ci sono sempre più parti che non vengono mai raccontate quindi dimmi la tua storia"
"La mia storia...la fai sempre così facile? Okay il libro come finisce?"
"In che sen..."
"OH CIELO DIMMI COME FINISCE QUEL MALEDETTO LIBRO"
"Okay, sta calmo, sta mattina hai mangiato pane e simpatia a colazione, comunque il libro...si giusto...ehm...tutti i ragazzi, Peter, wendy, il capitano e la ciurma tornano sulla terra"
"Mi stai mentendo"
"Oh ma la finisci? Ti sembra che sto scherzando!?"

Lupo inizió a ridere nel vedere Destiny così infastidita dal suo comportamento.
Aveva capito come stuzzicarla e allo stesso tempo come divertirsi.

"Ah mi trovi così spiritosa? Trovatene un altro di prescelta per aiutarti con la tua isola"
"NO...credimi se potessi lo farei, ma..."
"Ma?"
"Vedi il libro non racconta una parte cruciale"
"Bene allora dimmi tutta la verità, come andò a finire la storia?"
"Intendi dire come tutto è cominciato...vedi non tutto partirono dall'isola, restammo io e Spugna, il braccio destro di Uncino, la Regina ci aveva proposto di diventare delle fate, ma Spugna non si fidava e si rifiutó di diventare una di loro così io feci lo stesso, ma facendo ciò lui cedette all'oscurità e diventó Barba Nera, si alleó con Trilli per distruggere le fate e avere il predominio sull'isola e diventare immortale come Peter, ma lui era un ragazzino e a quanto pare la polvere di fata non funzionava con lui, ma iniziando a distruggere il mondo delle fate inizió anche a scorrere in modo diverso il tempo e noi iniziamo ad invecchiare così, per raggiungere un nuovo equilibrio decise di portare avanti il suo piano e distruggere tutte le fate"
"Ma perché io devo essere associata alla specie umana quando ci sono certi soggetti, ma se vedi che una cosa non funziona forse non è il caso di fermarsi?"
"A volte la brama di potere è più forte della coscienza"
"No, questa non si chiama brama di potenza, ma essere un pirla...comunque come hai fatto a scappare?"
"La regina delle fate mi è venuta in sogno e mi dato un incantesimo, così sono scappato e sono venuto a cercati"
"Oh che carino...quindi io cosa dovrei fare salvare l'isola?"
"Uuu intelligente la ragazza, sull'isola è nascosto l'amuleto che il fratello di Wendy le diede per proteggerla, quella collana può essere trovata solo da colei che riuscirà a far sbocciare una rosa blu"
"Quanto è grave la situazione?"
"Più di quanto tu possa immaginare"

Wendy iniziava a sentire dentro la sua testa le urla delle sirene, i pianti degli alberi, la paura delle fate.
Non avrebbe mai pensato di dover mettere piede sull'isola, ma quello era la cosa giusta da fare, che avrebbe dato un senso a tutto, ovvero ai suoi poteri.

"Quando si parte per l'isola?"
"Adesso"

Disse con un tono compiaciuto, come se avesse vinto una sfida barando e nessuno se ne fosse accorto.
Destiny non era stupida sentiva che quella storia non filava più di tanto e non si sarebbe mai fatta convincere se non fosse riaffiorato il legame con l'isola.

"Ma...i miei genitori!? E gli insegnati?"
"Ho fatto un'incantesimo agli insegnanti e ai tuoi compagni, per loro sará come se non ci avessero mai visti e ai tuoi genitori puoi mandargli un messaggio"
"Si hai ragione...ehi come hai fatto a fare una magia se non hai poteri!?"
"E tu perché non ti fai meno domande?"
"Mmm"
"Scrivi quel messaggio e andiamo"

Destiny prese il cellulare dalla tasca della felpa e scrisse il messaggio ai genitori, lasciandoli, però, con un'avvertenza, in modo che se tutta questa storia fosse andata a finire male almeno lei sarebbe riuscita a salvarsi la pelle.

"Possiamo andare?"
"Andiamo"
"Bene, dammi le mani, concentrati e ripeti: vos fertis nos ad insulam"
"Vos fertis nos ad insulam"

Avvolti da una luce bianca accecante in un millesimo di secondo i due ragazzi si trovarono sull'isola ed è qui che inizia la vera storia.

Destiny's game: the new Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora