Capitolo quattro

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La Beacon Hills High School era stata costruita ai tempi della fondazione della città e nascondeva una quantità di segreti di cui quasi nessuno era ormai a conoscenza. Fortunatamente Jackson si era studiato la perimetria della scuola e aveva trovato una piccola stanza nascosta tra il locale caldaie e il piano superiore. Si accedeva grazie ad un speciale meccanismo nascosto dietro ad un quadro che gli era sembrato abbastanza sospetto la prima volta che era sceso lì giù.

Aveva creato una specie di quartiere generale dove poter ideare i suoi piani di conquista. Sul muro aveva appeso la più grande mappa di Beacon Hills che avesse trovato nel negozio di souvenirs della città e aveva tracciato tutti i confini con diversi colori. Aveva studiato meticolosamente le posizioni dei rifugi costruiti nel caso di guerra e li aveva segnati con una R verde, anche quelle leggermente fuori dalla città. Era stato facile scoprire dove si trovassero, suo padre ne era a conoscenza ed era bastato un bicchiere in più di gin per farlo cantare.

Un giorno vi avrebbe portato Lydia laggiù, insieme avrebbero studiato il piano d'attacco per prendersi la città. Era assurda quella situazione, nessuno Stato aveva ormai più quella ridicola gerarchia, solamente loro erano rimasti talmente indietro da non accorgersi di vivere in una società quasi rudimentale, come gli abitanti dell'Australia composta dai difettosi. Lui poteva portare il progresso, rendere Beacon Hills un posto migliore e incrementare il turismo; nessuno voleva venire a visitare una città ancora divisa in zone, era vergognoso e Jackson non poteva permettersi di continuare a vivere in quella situazione. Se non poteva andarsene a causa del suo cognome allora avrebbe fatto a modo suo.

Voleva il potere, voleva avere tutto.

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Noah sorrise stancamente aprendo la porta della stanza del figlio. Lo osservò dormire pesantemente, il petto di si alzava e abbassava in maniera lenta, una mano posata sullo stomaco e la bocca leggermente aperta.

Guardò l'orologio da polso rendendosi conto di quanto fosse tardi per il figlio e che fosse meglio svegliarlo se non voleva fare tardi a scuola. Stanco si avvicinò all'omega e senza tante cerimonie tirò via le lenzuola « Buongiorno! » disse a gran voce facendo svegliare di colpo il giovane.

Stiles dovette mettere a fuoco la figura davanti a sé per rendersi conto che non fosse suo nonno per un'altra giornata di schiavitù. Quando vide che in piedi vicino al suo letto si trovasse il padre tirò un sospiro sollevato mentre si stropicciava gli occhi per poter vedere meglio « 'Giorno, papà. » salutò con meno energia dell'uomo. La sera prima era tornato tardi a casa e suo nonno non ne era stato minimamente contento: gli aveva fatto raccogliere tutte le erbacce del giardino a mani nude e senza luce. Ne era valsa completamente la pena se ripensava alla serata trascorsa con Derek, ancora poteva vedere i suoi occhi brillare sotto la luce della Luna mentre gli portava alle labbra una fragola ricoperta di zucchero.

Derek lo aveva portato nella riserva, vicino ad una piccola cascata che non aveva mai visto. Il prato intorno ad esso era già pieno di fiori sbocciati dai mille colori. L'alpha era stato estremamente elegante, preparando lui la postazione e aprendogli la portiera porgendogli la mano per farlo scendere. Stiles sapeva che era una cosa da primi appuntamenti, l'eccessiva galanteria, ma non gli interessava. Amava passare del tempo con Derek e doveva ricordarsi assolutamente di ringraziare ancora Laura per aver regalato loro una serata speciale.

« Hai fatto le ore piccole? » domandò Noah notando i cerchi neri intorno agli occhi del figlio, non ne era particolarmente contento, soprattutto perché era una serata scolastica, ma certamente non poteva cambiare il passato e arrabbiarsi non avrebbe cambiato nulla.

Sapeva che era colpa sua, che lo lasciava troppo spesso da solo e che forse non gli dedicava abbastanza attenzione, ma era solamente a causa del suo lavoro. Alcune volte, quando tornava a casa e la trovava vuota, odiava la sua posizione perché essere il capo clan non era nulla se per farlo doveva perdere del prezioso tempo con suo figlio. Lui per primo aveva avuto un padre assente, Elias non era certo il genitore modello e Noah si era ripromesso di non essere come lui, ma il Destino sembrava non essere dalla sua parte. In quel periodo arrivavano sempre più casi insoliti e non sapeva come gestire la situazione, presto avrebbe dovuto incontrare Thalia e parlarle di una crescita di attacchi animali avvenuti nella Riserva e cercare di capire di chi fosse la colpa.

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