Capitolo dieci

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Stiles rise di cuore, libero di fare rumore in quanto solo nella casa troppo grande per sole due persone. Suo padre era andato a lavoro, mentre fortunatamente suo nonno era rimasto nella sua abitazione in quanto non voleva essere nei paraggi per quando Stiles avrebbe iniziato il suo calore.

Erano ben sei giorni che il ragazzo non usciva di casa e non vedeva nessuno dei suoi amici, ma grazie al cielo vivevano nel ventunesimo secolo e Stiles era riuscito a sentirsi tutti i giorni con Derek, finendo qualche volta anche con fare delle videochiamate. In quel preciso istante era in linea con il suo alpha, in attesa della mezzanotte.

Allo scoccare del nuovo giorno Stiles avrebbe iniziato il suo primo calore, rimanendo uno tra gli ultimi omega ad iniziarlo. Derek si era proposto di rimanere al telefono con lui per aiutarlo per le prime ore, sicuro che sentire la voce del suo alpha lo avrebbe aiutato ad affrontare al meglio la situazione.

«Mancano solo tre minuti.» gli fece notare Derek adocchiando l'orario sullo schermo del cellulare, mancava veramente poco e lui in primis si sentiva nervoso. Voleva essere lì e Legarlo, ma non poteva farlo, Noah Stilinski lo avrebbe arrestato nel giro di pochi secondi se avesse deflorato il suo unico figlio senza prima averlo corteggiato a dovere.

Fortunatamente Matt non si era fatto sentire dalla sera del Ballo e Stiles ne era altamente felice, forse aveva perso interesse e lo avrebbe lasciato in pace, così Elias non avrebbe potuto dirgli nulla al riguardo – o picchiarlo – perché l'alpha si sarebbe tirato indietro.

Stiles arrossì, pensando che da lì a pochi secondi avrebbe provato delle nuove e forti emozioni. Nei suoi giorni di reclusione forzata aveva letto qualche blog per omega, dove quest'ultimi raccontavano l'esperienza del loro primo calore e Stiles non poteva che essere nervoso. Avrebbe iniziato a pregare per avere il knot di Derek, umiliandosi non poco. Avrebbe sentito la pelle bruciare per la mancanza di contatto fisico con il suo alpha, avrebbe cercato qualsiasi oggetto con cui soddisfarsi pur di portarsi sollievo.

«Vorrei averti qui con me.» ammise l'omega imbarazzato, sapeva che alcuni suoi compagni stavano passando il calore con il proprio alpha od omega, decisi a Legarsi l'uno a l'altro, mentre lui era lì solo a causa di suo nonno. Matt aveva confermato le sue intenzioni per continuare a corteggiarlo, ma non sembrava veramente motivato, da quello che Scott gli aveva riferito al telefono sembrava interessato a girare intorno ad Allison. L'Argent essendo più grande ed avendo avuto già la sua serie di calori non era nel gruppo degli omega reclusi a casa, il suo calore – secondo il calendario – sarebbe dovuto arrivare nel giro di poche settimane.

«Anch'io, Stiles, lo vorrei tanto.» rispose l'alpha sospirando pesantemente, il lupo dentro di lui lo implorava di attraversare la foresta ed unirsi al suo omega.

Fu allora che scattò la mezzanotte, ma Stiles non sentì nulla di differente. Aggrottò la fronte confuso, domandandosi cosa ci fosse di sbagliato in lui. Prima il Nemeton che non voleva illuminarsi, ora questo!

Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi e per un attimo desiderò che Derek non fosse al telefono con lui. Come poteva accettarlo dopo questo? Lo avrebbe lasciato senza alcuna ombra di dubbio, nessuno voleva un omega che non riusciva ad entrare in calore.

«Stiles, tutto bene?» domandò l'alpha realmente preoccupato per il silenzio che proveniva dall'altra parte, si era aspettato di sentire il fiato del più giovane farsi pesante, di sentirlo gemere frustrato come accadeva a tutti, ma il suo Stiles era in completo silenzio.

Lo Stilinski guardò nuovamente l'orologio, come per accertarsi che fosse realmente mezzanotte, ma quest'ultimo segnava che erano già passati ben due minuti dall'inizio del nuovo giorno. C'era qualcosa in lui che non andava bene! Prese un profondo respiro chiudendo gli occhi «Derek?» chiamò con voce tremula «Derek non sono entrato in calore.» confessò aspettandosi di sentire la chiamata venire chiusa e non udire mai più la voce dell'alpha.

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