Mi sveglio di colpo, mettendomi a sedere, sentendo il suono della sveglia del cellulare.
Passo una mano sul viso, stendendomi nuovamente sul letto. Oggi non ho voglia di fare nulla. Neanche di dipingere.
Probabilmente è la stanchezza, a farmi stare così. Ma è più forte di me, sul serio.
Ogni sabato ho bisogno dei night club: della musica a palla, dei bicchierini riempiti con la Vodka e di qualche ragazza disposta a stare con me per una notte.
E beh, automaticamente, per fare tutto ciò, ho bisogno di tante ore. Alcune volte sono ritornato a casa alle otto del mattino, battendo qualsiasi record.
Ieri notte invece, ricordo di esser tornato verso le tre. O forse le quattro.Scosto le tende -che probabilmente dovrei lavare, per la troppa polvere che c'è sopra- ed apro la finestra della mia camera, per far passare un po' d'aria fresca. Stamattina anche Napoli si è spenta, per via della potente pioggia.
Rabbrividisco, quando un po' di vento mi colpisce il viso.
Dannazione, fa freddissimo.Afferro il cellullare sul piccolo comodino nero e controllo le notifiche. Ho cinque chiamate perse, tra cui una di mia madre. Ma non voglio sentirla oggi, perciò mi preoccupo soltanto delle chiamate da parte di Marco. Chissà cosa gli è successo.
Mi costringo allora, ad uscire di casa, per andar nel bar del mio migliore amico.
Infilo i pantaloni di jeans, l'ultima camicia rimasta pulita e delle scarpe da ginnastica bianche, macchiate sui lati.
Quando raggiungo il bar, vedo che, per la prima volta in questi ultimi mesi, è rimasto chiuso. Così, addentrandomi nella stradina accanto, busso alla porta di Marco. Il suo palazzo non ha una porta d'ingresso comune, perché, tempo fa, alcuni ragazzi, la sdradicarono.
Attendo qualche minuto, ma nessuno mi apre la porta. Con le nocche contro la porta busso nuovamente, e soltanto adesso, Marco la apre.
Ha un aspetto orrendo.
Sotto i suoi occhi sono presenti delle borse violacee, i suoi capelli sono arruffati ed indossa un pigiama sgualcito e macchiato di -quel che sembra essere- gelato.«Hey, amico, che hai?», chiedo, chiudendo la porta alle mie spalle. La sua casa è un caos totale. Ci sono scatole di pizza e bottiglie di birra sul tavolino al centro del salotto, vestiti e coperte sul divano, un cestino pieno di carte davanti la televisione.
Cosa diavolo sta succedendo?Marco sposta i vestiti dal divano, facendoli cadere sul pavimento. Si stende supino su di esso e guarda il soffitto.
«Sto di merda, Alan.»
«Questo l'ho capito. Ma perché? Non dirmi che il Napoli ha perso contro qualche squadra, riducendoti così, eh!», rispondo, mentre faccio un nodo alla busta di plastica nel cestino.
«No...Il Napoli giocherà sabato prossimo! Si tratta della mia fidanzata, Elena...»
«Ti ha mollato?», chiedo, ridacchiando.
In risposta, mi lancia un cuscino in faccia.
«No, cretino, non mi ha mollato. Ha confessato, però, di essere malata...»Mi avvicino al divano, sorpreso.
«Malata?»
Annuisce e guarda distrattamente la finestra.
«Leucemia. Potrebbe morire di qui a poco.»
Un tuono fa vibrare l'intero palazzo, compreso me.
Una scossa mi scivola lungo la schiena.
Istintivamente, abbraccio Marco. Un abbraccio pieno di forza, pieno di parole dolci.
«Mi dispiace un casino, Marco», sussurro, sciogliendo l'abbraccio.
«Per la prima volta ho amato qualcuno davvero. Con tutte le mie forze. Ed adesso mi sento così...Beh, così spezzato.»
«Immagino. Ma non abbandonarla proprio adesso, lei ha bisogno di te. Ha bisogno di questa testa e di questo cuore», gli dico, indicandolo.
«Non lo farei mai. Eppure, so che sarà lei a lasciarmi. Leucemia, cazzo. Vaffanculo!», urla, lanciando il cuscino contro un vaso di vetro, che cade sul pavimento, rompendosi in tanti pezzetti scintillanti.Sospiro, chiudendo gli occhi.
«Voglio partire per Roma, Alan.»
«E allora vai. Fallo, vai ad aiutarla.»
«Non ti sembro imprudente? Dovrò chiudere il bar per qualche tempo...»
«Non sei imprudente. Sei saggio e coraggioso. Soprattutto coraggioso.»
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Someone like you.
RandomIsabelle Den è un'importante scrittrice napoletana. I suoi libri sono i più letti d'Italia e rientrano, ogni settimana, nelle top ten dei giornali di maggior rilievo. Alan Benner, invece, è un'artista poco conosciuto. Il suo negozio, nella Spaccana...