Capodanno in ascensore - P. 1.1.

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"No, cavoli, no, proprio oggi no" impreco tra me e me.

Di nuovo chiusa in questo buco di ascensore, e questa volta nemmeno da sola.

"Spero che tu non abbia degli impegni prima di domani mattina".

Che assurdità che è uscita dalla mia bocca, oggi è l'ultimo dell'anno, certo che avrà degli impegni, proprio come ce li avrei io se non fossi rimasta chiusa qua dentro.

Sorrido appena a questo ragazzo dai capelli neri e un po' spettinati che mi ritrovo davanti, mentre compongo il numero dell'assistenza e penso alla sfortuna che continua a perseguitarmi.

Possibile che con tutte le volte che si è fermato questo ascensore nelle ultime settimane io non abbia mai avuto il piacere di rimanervi chiusa dentro con quel figo del mio vicino di casa? No, certo che no, doveva capitare proprio con un perfetto sconosciuto, che per il solo modo inquietante in cui mi sta guardando mi è già antipatico.

"Scusa, non credo di aver capito bene... cosa intendi prima di domani mattina?".

Hai problemi di comprendonio? Intendo proprio ciò che ho detto, mi sembra di essere stata abbastanza chiara.

"E' da un po' di tempo che questo ascensore si diverte a farci degli scherzi simili e... purtroppo qua dentro il cellulare non prende, io ho voluto provarci lo stesso, ma... niente, come al solito".

Non appena vedrò cambiare il suo sguardo da perplesso ad arrabbiato, sarò sicura che lui avrà perfettamente capito dove gli toccherà passare il suo, a guardarlo bene direi, ventesimo o al massimo ventunesimo Capodanno.

Lo osservo per qualche minuto, o forse solo per pochi secondi, da quando l'ascensore si è fermato sembra che anche il tempo lo abbia fatto intorno a noi.

Per smorzare la crescente tensione che mi stanno dando il suo sguardo su di me e questo silenzio, decido di spiegargli meglio la situazione.

"Purtroppo questo ascensore ha un po' di problemi ultimamente..."

"Sì, ho capito, me l'hai già detto".

Ah, antipatico e pure arrogante, meglio di così non poteva andare.

"Scusami se... dato che non sei di casa, stavo cercando di essere gentile e di spiegarti la situazione".

Non capisco perché continuo a parlargli dopo la risposta che mi ha dato, sarà forse perché non posso fare altrimenti? Che ore terribili e imbarazzanti mi attenderebbero nel prossimo futuro se non cercassi almeno di far passare un po' il tempo scambiando due parole con lui? Anche se lui non ne sembra molto entusiasta.

***

"Scusami, non volevo essere scortese, volevo solo dirti che lo sapevo già come funziona, anche senza la tua spiegazione, mi è già capitato un paio di volte". Un paio di volte? Ma allora non dovresti essere proprio un perfetto sconosciuto per me.

"Ah sì? Non ti ho mai visto prima, sei un parente o un amico di qualcuno?".

Strano che io mi sia lasciata sfuggire qualcuno che sia entrato e uscito da qui più di una volta.

Di solito mi accorgo sempre di tutto ciò che capita qua dentro, ma soprattutto di tutti quelli che vanno e che vengono, cosa già di per sé molto rara.

Mentre passo le mie giornate a studiare economia mi annoio, come sento qualche voce lungo le scale esco sul pianerottolo per chiacchierare un po' con i miei vicini di casa e i loro visitatori.

In questa palazzina di appena tre piani, collocata in una delle zone più tranquille che io abbia mai visto, non capita mai nulla. Direi che, tenermi al corrente di tutto ciò che c'è da sapere sui vari condomini, sia il minimo indispensabile che io possa fare.

VICINI DI PIANEROTTOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora