Capodanno in ascensore - P. 1.2.

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"Non mi aveva detto niente Tony della sua intenzione di andare a Roma a lavorare".

Effettivamente non è che siamo mai stati così tanto amici, sono più io che avrei voluto, ma lui non mi è mai sembrato troppo interessato a me.

"L'ha deciso all'ultimo, ha accettato una proposta che gli aveva fatto il suo capo di andare a lavorare qualche mese presso un cliente" no, qualche mese? Non lo vedrò più per tutto questo tempo.

"Ti dispiace? Eravate molto amici?" oh cavoli, deve avermelo letto in faccia.

"Si chiacchierava ogni tanto, ma lui non c'era quasi mai, sempre fuori per lavoro" forse abbiamo scambiato più parole io e te in queste poche ore che io e lui da quando ci conosciamo.

"Scusami, ma io devo sedermi per terra, spero che non ti dispiaccia, ma non ce la faccio più a stare in piedi, sinceramente lo avrei già fatto se non ci fossi stato tu".

Mi dispiace per la musica, se mi siedo non potremo più ascoltarla entrambi.

"Ok, allora sediamoci" sediamoci? Ah, non avrei detto fosse da lui, ma che ne so io di lui?

"Ok" mentre mi siedo ringrazio di indossare dei jeans e non qualcos'altro di molto scomodo.

"Fa un po' freddo però qua per terra" arriva l'aria da sotto la porta, non ci avevo pensato quando ho avuto questa fantastica idea.

"Tieni, usa questo" si toglie il giubbotto e me lo porge.

"No, ma figurati, rimettitelo, vuoi congelarti prima dell'inizio dell'anno?" e poi cosa ci dovrei fare? Metterlo per terra e sedermici sopra? Non lo farei mai.

"Perché se congelo dopo che l'anno è già cominciato cambia qualcosa?" sembra divertito da ciò che ho detto.

"Sì che cambia, almeno aspetta che passi la mezzanotte prima di morire assiderato" sogghigno.

"Non vorrai mica farmi passare il Capodanno da sola? Senza nemmeno una persona a cui poter fare gli auguri? Sarebbe di una tristezza assurda e proprio non ne avrei voglia" ride anche lui.

"Allora dici che, se anche siamo chiusi qui in questo ascensore e tu non puoi andare dove dovevi andare per festeggiare il Capodanno, non è poi così triste perché non sei da sola, ma ci sono io qua con te?" ehm, non mi sembra proprio quello che ho detto, o forse sì? Però ora che mi ci fai pensare, sì, ammetto che è proprio così.

Sento di nuovo le mie guance prendere fuoco mentre lo guardo rimettersi il giubbotto e noto piacevolmente che ha proprio un bel fisico atletico.

Gli guardo il petto, forse un po' troppo.

"Che c'è?" oh cavoli, mi ha beccata in fragrante.

"Niente" gli mento spudoratamente. Lo stavo guardando e pensavo che non è poi niente male.

Arrossisco di nuovo, augurandomi che qui sia abbastanza buio perché lui non lo noti, ma credo che la mia speranza sia a dir poco vana.

Penso che non sia troppo normale per una tipa come me, in così poche ore mi sono sentita le guance andare a fuoco più volte che in tutta la mia intera vita.

Concludo, però, di rimandare a domani questa valutazione su me stessa, a mente fredda sarà sicuramente tutto un altro giudicare.

Decido di non pensarci più e riprendiamo a parlare del più e del meno mentre «Chantaje» di Shakira ft. Maluma risuona nelle nostre orecchie.

***

Sobbalzo quando sento sbattere il portoncino d'ingresso.

"Fabio, c'è qualcuno, c'è qualcuno, dobbiamo urlare, ehiii, ehiii, siamo qua, ehiii, siamo chiusi nell'ascensore, c'è qualcuno lì sotto? Fabio urla anche tu, dai" il suo sguardo è indecifrabile, perplesso, stranito, deluso? No, ma perché mai dovrebbe? Sicuramente mi sbaglio.

VICINI DI PIANEROTTOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora