Trevor è Trev

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Incontro lo sguardo di Trev e le gambe cominciano a tremarmi, la vista mi si annebbia, e per qualche secondo spero di svegliarmi nel mio letto in preda ad un'incubo.

No.No.No. No.No

Sono fottuta.

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Ho conosciuto Trev l'estate scorsa mentre ero in vacanza.

Un pomeriggio di agosto decisi per mia sfortuna di andare in spiaggia per prendere quel poco sole che mi restava da prendere, prima della fine della stagione, quando un ragazzo con una mira discutibile decide di centrarmi la faccia con un pallone da calcio.

Impreco ad occhi chiusi per qualche minuto, e quando li riapro Trev è in piedi sopra di me, e mi schiaffeggia delicatamente una guancia.

-"Che cazzo fai, togliti" ho urlato stizzita, credo che mezza spiaggia si sia girata a guardarci.

-"Scusami, pensavo fossi svenuta. Il mio amico non ha ancora capito molto bene i concetti base del calcio, come per esempio non nuocere ai passanti e così via.." si gratta la testa imbarazzato, indicando il suo amico, che sorride e mi saluta con un cenno della mano.

-"Credo che il tuo amico abbia ancora molto da imparare, giudicando la mia faccia" .

Mi copro la fronte con il palmo della mano, e una volta evitato il sole negli occhi, riesco a vedere con chiarezza la faccia di Trev per la prima volta, è moro, occhi azzurri e ha la faccia infestata dalle lentiggini, non c'è che dire, sono stata colpita in faccia dal ragazzo giusto.

Mi sorride impacciato, e ci metto un pò a capire che lo sto fissando da parecchio tempo.

-"Io sono Sasha comunque" gli offro la mano per terminare quel momento imbarazzante e colgo l'occasione per alzarmi in piedi.

-"Piacere, Trev. Lui è Marcus" si gira indicando il suo amico, la persona a cui darò la colpa sta sera quando la mia faccia sarà color lavanda.

-"È un vero piacere Marcus" esordisco sarcastica.

Passiamo il pomeriggio a parlare, e in tarda serata Trev si offre di farmi fare un giro in centro.

Palesato la mia fame decisamente poco principesca, decidiamo di fermarci in un chiosco Greco, ordiniamo due Pite e ci sediamo su un muretto lungo il viale.

Parliamo tutta la sera, ed ogni volta che lo guardo, ho la sensazione di annegare nei suoi occhi, e da come mi guarda credo sti annegando anche lui. Mi sembra di conoscerlo da sempre, le parole mi escono dalla bocca come un fiume in piena, non c'è traccia di imbarazzo nelle nostre conversazioni, parliamo di tutto ciò che ci passa per la mente senza mai titubare.

A notte inoltrata ci stendiamo sulla spiaggia e decidiamo di aspettare il nascere del sole.

Ci sistemiamo uno affianco all'altra , quando all'improvviso Trev mi afferra un fianco e mi costringe a girarmi verso di lui.

I miei gomiti aderiscono contro il suo petto, ma non riesco a trovare il coraggio per guardarlo negli occhi, sto già annegando.

Trev mi passa un dito sotto il mento, sale verso la mia bocca e ne traccia il contorno con delicatezza, così mi convinco ad alzare lo sguardo, ed è in quel momento che smetto di respirare. Passano pochi secondi e la mia bocca è già sulla sua.

Per la prima volta, su quella spiaggia, capisco quale sia la differenza tra sesso e amore.

Procede tutto lentamente, un bacio, poi un'altro, le mie gambe si avvinghiano alle sue, mentre con un movimento disinvolto mi porta a cavalcioni su di lui.

My Best Friend's BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora