30. Captain America vs Iron Man

6.1K 195 45
                                    

Dimitri


"Dimitri hai capito quello che ti ho detto? Il nonno mi ha raccontato" Gioele mi guarda dall'altra parte del tavolo e io sbuffo, facendo roteare il mio sguardo, per la millesima volta, lungo la sala riunioni.

"Sì" annuisco e lui sospira sollevato.

"Cosa ha capito tuo fratello?" Federico Ferrero fa la sua entrata stretto in un completo grigio fumo di Tom Ford e io roteo gli occhi al cielo.

"Nulla che ti possa interessare, papà" marco l'ultima parola e lui incrocia le braccia al petto.

"Dimitri" mi riprende Gioele .

"Dimitri cosa?" domando trattenendo una risata amara "Sono qui solo perché gli azionisti si volevano congratulare per la mia trovata geniale, che non è stata neanche mia tra l'altro, ma di Chloe" mi alzo di scatto dalla sedia ed esco dalla sala riunioni diretto nell'ufficio di mio padre.

Ho bisogno di una boccata d'aria, ma per ora mi accontenterò del Bourbon che mio padre ha in ufficio.

"Cosa vuoi fare nel mio ufficio?" domanda proprio quest'ultimo.

"Bere un bicchiere di Bourbon con mio padre e mio fratello?" domando retorico "Non posso? Ho l'età per bere da cinque anni" gli ricordo facendo l'occhiolino e lo vedo incassare il colpo.

"Lo so quanti anni hai, Dimitri" parla subito dopo.

"E il giorno del mio compleanno?" ridacchio prendendo tre bicchieri e il Bourbon.

"27 aprile" risponde "Dove vuoi andare a parare?" mi scruta mentre gli porgo il bicchiere riempito fino a metà.

"Da nessuna parte. Volevo solo vedere se ti ricordi dei tuoi figli, in particolare di uno" scrollo le spalle mentre do l'altro bicchiere a mio fratello "Dato che stai portando la merda dentro l'azienda e questa merda ha contribuito a far cambiare tuo figlio. Salute" alzo il bicchiere in aria prima di berlo tutto d'un sorso.

"Ora se volete scusarmi" sbatto il bicchiere con forza sulla sua scrivania "Avrei un impegno" guardo l'orologio, le sette e un quarto.

Mi avvio a grandi falcate verso l'uscita dell'ufficio quando vengo bloccato per il braccio "Non giocare con il fuoco, Dimitri"

"Dovrebbe essere un avvertimento, papà?" mi libero dalla sua presa, schifato dal suo tocco.

"No, un consiglio, da genitore a figlio" mi sorride, scoppio in una risata amara mentre mio fratello abbassa lo sguardo e non ci prova nemmeno a fermarmi, sa che sarebbe tutto inutile.

"Che carino" mi avvicino a lui, lo supero di cinque centimetri buoni "Vieni a darmi consigli a ventitré anni" il mio tono è tagliente "Quando dovevi farlo almeno dieci anni fa. Magari avrei fatto meno cazzate e ora la mia vita non sarebbe così incasinata. Comunque grazie, papà" gli batto una mano sulla spalla "Come sempre sei arrivato col treno sbagliato, per quanto riguarda la tua famiglia" scuoto la testa schifato e mi avvio verso l'uscita.

"Tuo cugino aspetta la tua risposta all'invito" parla.

Mi giro verso mio padre con i pugni serrati "Andate a fanculo entrambi" sorrido malefico "Come osi nominarmelo?" faccio scrocchiare le dita delle mani "Non ho parole" scuoto la testa sconvolto prima di uscire definitivamente da quell'ufficio, come una furia.

"Fermati" mio fratello mi raggiunge correndo quando chiamo l'ascensore.

"Gioele, per favore" lo fermo subito "Il nonno ti avrà raccontato anche una parte di quello in cui mi sono cacciato, ma non puoi metterti in mezzo" gli punto il dito sul petto "Non puoi e non devi" alzo la voce "Perché tu hai Martina ed Aurora di cui prenderti cura e se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai" le porte dell'ascensore si aprono ed io entro "Quindi vai a casa, dalla tua famiglia. Saluta mia cognata e dai un bacio alla mia nipotina" sorrido mentre le porte dell'ascensore si chiudono.

Le mosse del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora