Era solo all'interno di quella classe utilizzata come fosse un camerino. L'ambiente era bianco e silenzioso, solo il rumore della musica proveniente dal giardino sottostante e ovattato dalle finestre chiuse a spezzare la quiete.
Sarebbe stato l'ambiente ideale per un qualsiasi artista che si apprestava a suonare davanti ad un pubblico: calmo e solitario, per poter raccogliere le idee e scaldarsi la voce. Ma Fabrizio non era un artista qualunque. Forse non era nemmeno un artista.
La sua ipocondria lo portava a sviluppare una incontrollabile e spossante ansia soprattutto prima di un'esibizione. La paura di dimenticare le parole, gli accordi, di bloccarsi e non riuscire più ad andare avanti, di non piacere, del giudizio degli altri; tutte queste paure annebbiavano la sua mente e gli provocavano un tale mal di testa che lo costringeva ogni volta a imbottirsi di medicine.
Era stato proprio per cercare di distruggere questa eccessiva tensione che qualche anno prima aveva iniziato a cercare la calma non in parole di conforto o in respiri profondi bensì in sostanze chimiche e stupefacenti. Aveva iniziato per disperazione, per trovare un alleato in quella guerra interna alla sua testa che lo buttava giorno per giorno sempre più giù. Aveva continuato per dipendenza nonostante quella roba lo riducesse in uno stato anche peggiore di quanto facesse l'ipocondria. Ed era surreale ammettere che era stata proprio quella stessa malattia che cercava di distruggere a salvarlo dall'autodistruzione.
Tornato dal funerale di un suo caro amico, morto a causa di una dose di troppo, si era messo davanti allo specchio di casa e ne aveva osservato il riflesso. Un ragazzo di soli diciassette anni che ne dimostrava il doppio: il viso scavato, le occhiaie marcate e violacee, gli occhi infossati, i capelli troppo lunghi, il corpo decisamente troppo magro.
Chissà com'era morire. Chissà se c'era ancora qualcosa dopo aver chiuso gli occhi per l'eternità.
Quelle domande frullavano nella sua testa mentre i suoi occhi incrociavano il suo stesso sguardo vuoto e sofferente. Iniziò a tremare e a sudare. Il suo cuore iniziò a pompare come impazzito. Il pensiero terribile di non poter più percepire qualsiasi cosa lo faceva ansimare rumorosamente. Aveva paura di morire. L'aveva sempre avuta ed ora era un controsenso pensare che la stesse tirando a sé con le sue stesse mani. Ricordava ancora gli insegnamenti del catechismo, quelle donne eleganti e severe che cercavano di spronare i bambini a comportarsi bene promettendo loro il Paradiso. Ricordava l'omelia che il prete aveva fatto al funerale di suo nonno.
'Sarà sempre accanto a te.' gli aveva detto e lui lì per lì ci aveva anche creduto. Ma quando il ricordo di lui era iniziato a sbiadire e il suo volto a perdere di nitidezza aveva iniziato a pensare che fossero tutte stronzate. Non sentiva nessuna presenza accanto a sé durante i suoi compleanni o durante i suoi primi giorni di scuola o durante le prime esibizioni in pub mezzi vuoti. Sentiva solo una grande tristezza.
Non voleva ancora rinunciare alla vita. Voleva continuare a strimpellare la sua chitarra, a tradurre le sue emozioni in musica. Voleva continuare a far sorridere sua madre e a far addormentare la sua sorellina con delle ninna nanna. Voleva continuare a guardare il sole spuntare e tramontare, i fiori sbocciare in primavera e la neve scendere in inverno
Aveva buttato via tutta quella roba letale e chiesto aiuto a sua madre che, commossa dal coraggio e dalla forza del figlio, lo aveva portato in una comunità. Era uscito di lì un anno dopo con nuove consapevolezze. La prima era quella di voler fare il cantante, il musicista, il cantautore, sarebbe andato bene qualsiasi lavoro connesso alla musica, l'unica dipendenza sana di cui aveva potuto abusare in quel luogo.
La seconda riguardava la sua sessualità: aveva sempre dato per scontato il fatto che gli piacessero le donne fino a quando non aveva incontrato un paio di occhi azzurri appartenenti ad un ragazzo poco più grande di lui e in cui ci aveva letto i suoi stessi tormenti. Si erano amati di nascosto nel buio delle loro stanze. Aveva scoperto nuovi lati di se stesso con quel ragazzo, nuove sensazioni che non credeva nemmeno potessero esistere. Si erano ripromessi di amarsi anche una volta fuori dalla comunità ma quella promessa era stata cancellata dal tempo. Ora quel ragazzo esisteva solo nei suoi ricordi più felici.
La terza riguardava la scuola. Voleva riprendere a studiare, recuperare ciò che la droga gli aveva portato via. Si era iscritto in una nuova scuola per completare il quinto anno e prendersi il diploma. Aveva dovuto affrontare un esame che attestava se ci fossero le conoscenze degli anni precedenti per poter permettere l'ammissione all'ultima classe. Si era impegnato profondamente nello studio, passando il test non in maniera brillante ma quantomeno dignitosa.
Ed ora eccolo lì. A due mesi dall'inizio della scuola, pronto per suonare davanti agli altri seicento studenti in occasione dell'assemblea d'istituto. Non era stata una sua idea proporsi, bensì dell'unico amico che era riuscito a farsi in quei primi mesi, Roberto. Si era visto costretto ad accettare quando il suo nome era stato dato dall'amico al rappresentante d'istituto a sua insaputa. Non gli aveva parlato per un giorno salvo perdonarlo la mattina dopo alla scoperta del suo dolce preferito sul suo banco con un bigliettino di scuse firmato da lui.
Prese un respiro profondo imponendosi di smetterla di divagare con i pensieri e concentrarsi solo sulla musica che stava per andare a suonare. La porta si spalancò dietro di lui rivelando il viso del rappresentante e facendolo sobbalzare.
-Sei pronto Mobrici? Spero Roberto mi abbia consigliato bene. Insomma, finirai sul sito della scuola e non ci teniamo proprio a sfigurare.
'Bell'incoraggiamento, davvero.' -pensò Fabrizio.
-Si, sono pronto. -disse tentando di infondersi coraggio.
-Ottimo, allora seguimi. Tocca a te.
ANGOLO AUTRICE:
Rieccomi qui anche se in realtà non sono andata via per così tanto tempo😉
La verità è che non riesco a stare lontana da voi e non vedo l'ora di farvi leggere tutto ciò che ho pensato per questa storia.
Vi avviso che questa non sarà esattamente come l'altra, ci sarà un pò di Angst in più. Niente tragedie, sia chiaro, però preparatevi.
E niente, spero vi piacerà.
Vi voglio bene.❤
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Insegnami ad amarti. - MetaMoro [IN PAUSA]
FanfictionFabrizio è un ragazzo di diciott'anni, timido ed appassionato di musica. Ermal è un ragazzo all'apparenza felice e soddisfatto della sua vita tormentato però da tanti segreti di cui non riesce a liberarsi. Cosa succederebbe se uno sconosciuto diven...