CAMILLA

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Camilla ha appena finito di cenare. Sono già le dieci. Detesta lasciare i piatti nell'acquaio, ma stasera se lo concede, nonostante il fastidio che domattina proverà nel ritrovarli.
Raggiunge il divano con una tazza di tisana allo zenzero fresco che beve ogni sera.
Dovrebbe ancora ripassare gli argomenti della riunione che terrà domani. Non ne ha la forza. Guarderà un film per distrarsi.
Sono passate diciotto ore dall'ultimo messaggio e la mancanza dolorosa delle sue parole scritte, diventa di nuovo insopportabile. Di quelle, da qualche mese, si nutre. L'autonomia, prima dell'astinenza, è sempre più breve. Guarda il cellulare. Nulla. Nulla di ciò che aspetta.
Quando si siede sul divano sente i suoi occhi riempirsi, le lacrime non scendono, riesce a trattenerle. Lasciarle sgorgare sarebbe una necessitá, ma non può. Poi una scende in caduta libera, allora si alza, fingendo disinvoltura, e va in bagno.
Due minuti che nel silenzio sono pioggia, sul pavimento verde acqua marina.
Si siede su un gradino accanto alla vasca da bagno, appoggia i gomiti sulle ginocchia e decide di sprofondare in questa assenza che disfa e scompone.
È profonda la discesa nel dolore che si consuma in quei minuti.
Poi risale. Si china a prendere dei fazzoletti di carta e asciuga pavimento e viso. Due manciate di acqua gelida sugli occhi e poi vede nello specchio la sua immagine. Non si riconosce.
Logica e senso non li trova. Pensa alla donna sicura di sei mesi prima, all'immagine che le persone che frequenta hanno di lei, che pensa abbiano di lei.
Accetta il mistero, è inutile fare resistenza, si arrende.
Vorrebbe trovare delle risposte alla domanda: come posso liberare il mio cuore?
Non le trova. Le viene in mente solo lui, che con certezza tutto trasforma: il Tempo.
Ricomposta, torna sul divano.

Eros passa attraverso una fessura: gli occhi.
Questo pensavano gli antichi Greci. Nell'incontro di sguardi, Eros passa attraverso gli occhi e squarcia. È un sentimento che irrompe con forza e ci fa fare cose che non ci sentiamo. Lavora dentro il nostro animo, ci penetra,  e questa penetrazione per gli antichi è quasi magica. Ci fa morire alla vita precedente. Fa nascere il tormento per la mancanza di ciò che amiamo. Fa perdere la ragione "Dei giusti d'animo, rende ingiusti..." Eros prende tutta la nostra Anima e tutto il nostro corpo. Eros è una potenza estrema, tramite, per la realizzazione di grandi opere.
Achille uccide Pentesilea, la regina delle Amazzoni, che raggiunge Troia per difendere Priamo.
Achille l'aspetta e la uccide, ma s'innamora di lei mentre la sta uccidendo per via degli occhi. I loro occhi s'incontrano.
Eros entra dai loro occhi e scorre dentro di loro.

Accende la TV, le immagini scorrono e Camilla pensa all'origine di quel sentimento. Tutto nacque dalla potenza di un incontro, quella dei loro occhi, per un istante, passeggiando, il primo giorno.

Chiara, 4 giugno 2018

Vivere, osservare. E poi, parole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora