PRONTO, POLIZIA

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Sono in auto, sto tornando dalla montagna e lo stato d'animo è leggero.
Suona il telefono.
Compare sul display dell'auto: POLIZIA. È memorizzato, la chiamo quando suona l'antifurto di casa.
Polizia?
Esplode l'immaginazione negativa:
Pietro, Ma ci siamo sentiti dieci minuti fa! I ladri in casa? Carolina? No, Carolina no, è fuori città...
- Pronto...
- Buongiorno, sono l'ispettore De Franceschi, lei è la Signora Laura Rambaudi?
- Sì, sono io...
- Dobbiamo convocarla in commissariato per interrogarla su alcuni fatti.
- Fatti? Quali fatti?
- Non glielo posso dire al telefono, devo prima identificarla.
- Deve prima farmi venire un infarto, identificarmi e poi dirmi di quali fatti si tratta?
- Abbia pazienza signora, non posso parlargliene al telefono.
- Ma almeno mi dica anche solo vagamente di che cosa si tratta!
- È sua l'auto targata...?
- Sì, è mia.
- Ha a che fare con quest'auto.
Ecco che rientra in gioco la povera Carolina. Sta a vedere che mentre io non c'ero ha preso la mia auto e...
C'è stato un periodo in cui la chiamavamo Malaussène. Era il capro espiatorio della famiglia. Qualsiasi cosa succedesse la prima sospettata era lei anche se viveva già da un anno a Hong Kong.
- Cosa è successo all'auto? Mi dica almeno se si tratta di una cosa molto grave o poco grave.
- L'aspetto in commissariato, signora.
- Che orari fa oggi?
- Oggi ci sono solo fino alle tredici.
- Va bene, a più tardi.
Arrivo in commissariato appena in tempo.
Suono.
- Chi sta cercando?
- Il commissario De Franceschi.
- Ispettore.
- Sì, l'ispettore De Franceschi.
Aspetto qualche minuto, si apre un portone e dal fondo al corridoio vedo arrivare un uomo alto, di bell'aspetto, in borghese.
- Ispettore De Franceschi, mi stringe la mano.
- Laura Rambaudi.
Saliamo una scalinata ed entriamo nel suo ufficio. Si siede, prende una cartellina, la apre.
- Signora, mi da un documento d'identità, cortesemente.
Gli do la carta d'identità.
- C'è una querela a suo nome.
Carolina...
- Lei è accusata di furto di carburante.
- Furto di carburate?!
Mi viene da ridere...
- Sì, è stato aperto un procedimento penale.
- Penale?
- La donna vicino a quest'auto è lei?, mi fa vedere alcune foto.
- Sì, sono inequivocabilmente io.
- Lei, il giorno ventisei luglio, ha fatto rifornimento di carburante nella stazione di servizio Brescia sud ed è andata via senza pagare.
- Brescia sud? No guardi, è assurdo! Mi sembra impossibile. Ma poi com' è possibile rifornirsi senza pagare? Io uso un'App che addebita direttamente sulla carta di credito oppure il bancomat. L'App... mi faccia controllare se è stato registrato il pagamento.
Controllo e sullo storico il pagamento non c'è.
- Ecco svelato il mistero. Mi dia il numero di telefono della stazione di servizio, mi faccio dare un codice IBAN e faccio il bonifico immediatamente.
- Eccolo, non potrei darglielo. Allora, non raccolgo neanche le sue dichiarazioni, altrimenti il procedimento deve seguire un iter piuttosto farraginoso. Mi avvisi appena fa il bonifico, così seguiamo una via più breve.
Ora capisce perché non gliel'ho detto al telefono?
- No, veramente mi sembra una cosa che si possa dire al telefono.
- Pensi, se al telefono, anziché lei, avesse risposto sua figlia e io avessi parlato della stazione di servizio Brescia Sud e nessuno della sua famiglia sapesse che quel giorno lei si trovava a Brescia...?!
- Vero, non ci avevo pensato!
Da questo momento l'ironia colora il reato e ridiamo simpaticamente. Siamo in tre in ufficio, c'è anche un collega del commissario - no, ispettore -
È carino, anche simpatico l'ispettore De Franceschi.
Mi riaccompagna alla porta ripercorrendo la scalinata, il lungo corridoio, mi stringe nuovamente la mano salutandomi con un sorriso, dopo avermi fatto perdere due anni di vita almeno, al telefono.
Anche questa volta la povera Carolina è estranea ai fatti.

Chiara, 28 luglio 2018

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 12, 2019 ⏰

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