•|Capitolo 6|•

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Jack mi fa segno di seguirlo. Entriamo nella camera in cui poche ore prima ero sdraiata. Il mio telefono continua a squillare. Sembra che mio padre abbia saputo della porta rotta.

<Ehh pronto, papà?>

<Hail- Alicia! Dove ti sei cacciata? Ti ho chiamata più di cinquanta volte.> la sua voce mi viene schietta e sdridula.

<Scusa, è che sono success-> non finisco la frase, mio padre mi interrompe bruscamente.

<Hai incontrato qualche Jack?> chiede. Guardo Jack che scuote la testa in segno di negazione. E questa domanda non fa altro che incuriosirmi. Perché mai dovrebbe chiedermi se ho conosciuto un certo Jack.

<No, no nessun Jack.> mento guardandolo negli occhi.

<Jack Brown ti ricorda qualcosa, Alicia?> domanda. Ci rifletto un attimo, e questo nome non mi dice niente. Forse mio padre ha paura che scopri qualche verità nascosta. E ho paura che sia importante per me.

Jack si avvicina a me e dolcemente appoggia le sue mani sotto al mio mento. Mi fa alzare la testa verso di lui e mi mima un no con le labbra. Ad un tratto mi dimentico cosa mi abbia chiesto mio padre. La sua vicinanza mi ha fatto dimenticare tutto.

<Sì o no?> la voce di mio padre mi risveglia. <No.> rispondo guardando Jack che sospira.

Passo venti minuti a parlare con papà in camera di Jack. Abbiamo parlato della mia situazione. Gli ho racontato di Dylan, Veronica e delle porta rotta. Mentre gli raccontavo Jack continuava a sghignazzare e cercava qualche cambio nell'armadio facendo finta di non ascoltare.

Interrompo la chiamata, e credo di non aver mai parlato così tanto con lui in tutti questi diciott'anni di vita. Jack si gira verso di me e si lecca il labbro incosapevolmente. <Io dormo a destra.> afferma e si toglie la maglietta, restando in pantaloncini.

Resto incredula, a bocca aperta mentre lo osservo.

<Allora mi tocca dormire a sinistra.> dico immobile. Forse dovrei spogliarmi anch'io per mettermi comoda, ma sono troppo scossa.

<C•zzo, tieni> mi lancia una sua maglietta. Sospira nervoso e si butta sul letto a pancia in giù.

M•rda che schiena.

<Jack, io...> sussurro, ma mi blocco. <Sì usa pure il bagno per cambiarti.> non si muove neanche, ha troppo sonno meglio lasciarlo lì.

Vado in bagno e mi metto la sua maglietta, metto i miei vestiti piegati sul mobiletto vicino al lavandino e ritorno in camera. Le luci sono spente e non vedo niente. Cammino piano e m•rda, questa non ci voleva. Sbatto violentemente il mignolo contro qualcosa.

Mi mordo il labbro per non imprecare e con le mani finalmente tasto il letto. Mi sento prendere il braccio e Jack mi tira verso di se, facendomi distendere accanto a lui.

Rimango spiazzata dalla sua azione e non riesco a muovermi. <Sei nella mia parte, hai sbagliato.> sussurra con voce roca.

<Adesso mi sposto.> mormoro imbarazzata. Mi lascia il braccio e rotolo sopra di lui per raggiungere l'altro lato del letto. Mi allontano il più possibile fino a raggiungere il bordo del letto.

Mi giro di lato, porgendogli la schiena. Sarebbe troppo imbarazzante stare girata verso di lui.

Ho bisogno di aiuto, questa situazione non mi piace, mi sento troppo a disagio, forse preferivo dormire con Dylan o per terra o nel mio appartamento anche se la porta è rotta. Me lo sento Jack non sta dormendo, so che mi sta guardando, voglio morire.

Nothing will separate usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora