•|Capitolo 4|•

30 11 0
                                    

È una villetta bianca, qualche facciata a faccia vista, e sembra avere due piani. È circondata da un ampio giardino cintato da una siepe. E sul lato destro c'è una fontanella a forma di delfino.

Mentre scendo dalla macchina, contemplo la bellissima casetta.
<Che c'è? Sorpresa?> ghigna Dylan seguendomi. Senza il suo permesso entro nel giardino e mi avvicino alla fontana.

<Vuoi entrare?> chiede davanti alla porta. Corro verso di lui, perché ho paura che mi chiuda fuori.

La sala è molto luminosa, spaziosa e accogliente. Sul lato lungo sono disposti alcuni armadietti. Le pareti, di un caldo color crema, sono decorate con quadri medioevali, mentra il battiscopa è di legno scuro, quasi elegante. Mi pare di avvertire un lieve odore di detergenti, che mi comunicano un senso di puilizia e igiene.

<Wow.> resto a bocca aperta e cammino per la casa guardandomi in giro.

<Questa è la mia camera.> esclama Dylan aprendo una porta.

È leggermente disordinata. Anzi è disordinata un sacco: calzini, mutandoni in giro per la stanza e sopra ai mobili, videogiochi sul letto disfatto e odore di vestiti sporchi.

Faccio una faccia schifata ed esco subito, entrando in un'altra camera.

Un letto matrimoniale è situato in mezzo alla stanza sotto alla finestra che illumina l'ambiente, e le tende giallastre che rendendo la camera più tranquilla, rilassante. Sul lato destro c'è un'armadio che occupa tutta la parete, mentre su quello sinistro c'è una piccola scrivania e una porta socchiusa. Nella quale probabilmente c'è un bagno.

Centinaia di migliaia di odori sembravano non valere più nulla di fronte a quest'unico odore. È strano, per un motivo inspiegabile adoro il profumo di questa stanza. Un'odore di freschezza e di rose. Mi avvicino al letto e mi butto sopra annusandolo.

<Tu... tu sei strana.> dice Dylan sbucando dal corridoio.

<Comunque ti conviene uscire da qui.> sospira <Il mio coinquilino odia chi entra nella sua stanza senza il suo permesso.> dice serio uscendo dalla stanza.

Sembra un tipo antipatico il suo coinquilino.

Frugo nei cassetti per vedere qualche sua foto, ma non trovo niente.

<Dylan?> lo chiamo uscendo dalla stanza. <Sono giù, nella sala.> urla.
Scendo e lo vedo giocare ai video giochi. Ma fa sul serio?

Mi stropiccio gli occhi e lo guardo storto. <Uhm... io sono qui e tu giochi ai videogiochi?> Dylan si gratta la nuca e risponde senza guardarmi. <Sì, se vuoi smetto e andiamo a sc•pare.>

Apro leggermente la bocca mentre lo guardo stupita. <Cosa? Gioco o facciamo sesso?> chiede normalmente. Scuoto la testa e mi siedo sul divano.

<Dov'è il tuo amico?> domando riferendomi al coinquilino. <Non so, ieri era ad una festa. Quindi si starà sc•pando qualche tr•ia.> ridacchia.

***

Passano due ore, ho fame e voglio andare a casa. <Dylan, andiamo in un bar?> chiedo alzandomi dal letto del suo coinquilino. Ripeto la frase urlando. Scendo e vedo Dylan che gioca ancora. Mi fermo davanti alla tv enorme e stacco la spina.

<Oh p•rca p•tt•na!> urla Dylan incavolato. Mi spinge e mi fa cadere sulla poltrona. Balbetta qualcosa sotto voce mentre cerca di salvare tutti i dati. <Se non mi porti a mangiare...> incrocio le braccia e lo guardo minacciosa <...ti distruggo la macchina.> detto questo corro fuori dalla villa.

Nothing will separate usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora