•|Capitolo 7|•

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Il giorno è passato in fretta, tra passeggiate nel quartiere e televisione. È arrivata la notte,
Veronica è andata a qualche festa e Dylan si sta preparando per seguirla. Tutti si stanno preparando per qualche festa, tranne me.

Ma in che posto sono capitata? C'è una f•ttuta festa ogni sera.

<No, mettiti questo.> dico tirando fuori una camicetta blu. <Sembro gay con questa.> si lamenta Dylan. Mi ha lasciata scegliere il suo outfit per la festa. Ma non sa che io sono negata.

<Macché.> gli tiro un piccolo pugno sulla spalla per divertimento. Sento qualche porta chiudersi. Corro per vedere se è quella di Jack e proprio mentre giro l'angolo lo vedo scendere le scale.

Ha una giacca di pelle addosso e jeans larghi. In mano ha il casco e le chiavi della moto. <Jack!> urlo ma non si gira. Lo rincorro fino alla moto.

<Ascoltami, ti prego.> lo imploro ma lui si mette il casco e sale sulla moto. Gli afferro il braccio e alzo lo sguardo verso il suo.

È bellissimo. Lo guardo e respiro affannosamente.

<Stai bene?> Jack mi attira verso se. Mentre io per la seconda volta non mi reggo in piedi.

Annuisco incerta e resto immobile. <Prima, non... non l'ho detto seriamente.> ammetto con voce debole.

<Vai in casa, stai male ti devi riposare.> dice senza darmi retta. Mi stacco dal suo petto e mi incammino verso la casa, delusa.

Stamattina gli ho detto una cosa che non avrei mai detto a nessuno, mi è scappata diciamo. Spero che mi perdoni dopo che l'ho insultato, in pratica gli ho detto che è un putt•niere del c•zzo.

Solo perché mi stava stuzzicando a fare altre scommesse, quindi lui infuriato ha preso il primo oggetto che ha visto e l'ha lanciato contro il muro.

Data la mia fortuna quell'oggetto volante era il mio telefono.

<Dylan, rimettiti la camicia blu.> lo obbligo. <Non se ne parla. Adesso vado, e tu non rompere altre cose.> sta per uscire ma lo fermo.

<Puoi accompagnarmi alla festa?> chiedo insicura. <Vieni vestita così?> domanda divertito. Non sono messa male. Ho un jeans attillato e una maglietta semplice.

Annuisco e lo seguo.

***

Vedo un mucchio di macchine e di moto. La festa è in una casa enorme. Dylan si parcheggia, e usciamo dalla macchina.

<Io vado, divertiti.> mi saluta andando verso degli amici. Spero che ci sia Jack qui. È questo il motivo per cui sono ad una festa.

Mi incammino timidamente verso la casa. Nella parete di fronte all'entrata c'è un enorme bancone, dal colore azzurro. Sopra ci sono dei bicchieri e ogni tanto cesti di frutta. Alle spalle del bancone un ragazzo che si muove freneticamente in tutte le direzioni. Mi avvicino e aspetto il mio turno. Mi accomodo su uno dei tanti sgabelli.

<Voglio un bicchiere d'acqua.> dico gentilmente fissando gli altri.
Il ragazzo mi guarda incredulo e poi scoppia in una risata goffa.
<Non c'è acqua qui, piccolina.> mi offendo per il soprannome e mi alzo per andare in bagno.

Non so cosa fare ad una festa tutta da sola. Domando ad un paio di persone dove si trova il bagno, ma sono tutti ubriachi per rispondermi. Mi arrendo ed esco in giardino. Anche fuori c'è molta gente tra cui forse ho intravisto Dylan e Veronica.

Vedo un albero e decido di arrampicarmi. È un dono che possiedo, riesco ad arrampicarmi dappertutto. Salita in cima cerco di trovare Jack, ma nessuna traccia. Salto giù delusa e vado verso Dylan.

Nothing will separate usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora